Logitech suggerisce come affrontare il ritorno allo smart working in modo ottimale e come allinearlo con delle sane abitudini quotidiane.

ritorno allo smart working

In questi due ultimi anni abbiamo sperimentato nuovi modi di gestire le attività lavorative, abbiamo imparato a relazionarci con i colleghi con modalità diverse e a abbiamo in parte modificato le nostre abitudini quotidiane. Per un ritorno allo smart working ancora più ottimale Logitech ha raccolto una serie di consigli utili. 

Ridefinisci l’area di lavoro

La postazione nella quale si lavora è un aspetto non secondario e impatta in modo considerevole sul rendimento delle prestazioni oltre che sul benessere fisico. Nei mesi scorsi molte persone hanno trovato spazi “di fortuna” in casa nei quali allestire un ambiente di lavoro percepito come transitorio. Il lavoro ibrido sarà sempre più una tendenza, ciò implica una maggiore attenzione e anche un po’ di creatività nel trovare un luogo all’interno della propria abitazione che venga allestito come un vero e proprio ufficio. Per il ritorno allo smart working, non è necessario avere a disposizione una stanza dedicata ma un’area ben definita che favorisca l’impegno e la concentrazione durante lo svolgimento delle attività lavorative. Lavorare seduti sul divano, sdraiati a letto o appoggiati al tavolo della cucina non rappresentano di certo la soluzione migliore, né per il corpo, né per la mente!

Apprendi dal passato e struttura al meglio la tua giornata lavorativa

Dalla recente indagine degli Osservatori del Politecnico di Milano è emerso che, nel complesso, la diffusione dello smart working ha avuto un impatto positivo sui lavoratori. Quasi il 40% degli intervistati ha affermato di essere riuscito a migliorare il proprio “work-life balance”, ossia la capacità di avere un buon equilibrio tra vita lavorativa e quella privata. Tuttavia, il fenomeno di “tecnostress” e di “overworking” non hanno tardato a generare conseguenze negative sulle persone. Eccesso di uso di tecnologia da una parte e mancanza di adeguati momenti di riposo dall’altra hanno influenzato in modo più considerevole sugli smart worker. Soluzione? Per un ritorno allo smart working ottimale è consigliabile darsi alla sperimentazione e farsi più furbi nella gestione delle ore. Si possono provare facili e differenti attività prima di iniziare a lavorare e al termine della giornata, come per esempio fare esercizi di respirazione, una passeggiata, una routine di home fitness, una sessione di meditazione o un breve riposino dopo pranzo. Anche impostare i promemoria sui propri dispositivi per una pausa caffè e per sgranchirsi le gambe lungo il corridoio di casa può fare la sua parte.

Mantieni il tuo aspetto professionale 

Lavorare in pigiama è stata quasi per tutti un’idea assai allettante. Tuttavia, il fatto di vestirsi come se dovessimo andare a lavorare in ufficio (almeno dalla vita in su) garantisce un vero vantaggio psicologico, non solo per noi ma anche per chi ci guarda, per esempio, quando partecipiamo a una videoconferenza. Ricorrere ad un abbigliamento comunque adeguato alla “vita lavorativa”, pur stando a casa, darebbe un buon contributo nel migliorare il work-life balance. Possiamo dunque mantenere le nostre abitudini, come quando si va in ufficio o da un cliente, e tornare al contempo a godersi la flessibilità di indossare pantaloni della tuta o jeans, giusto per rimanere in linea con lo stile di vita “comfort al primo posto”.

Possiamo essere tutti più esperti con la giusta tecnologia 

Abbiamo appreso che lavorare da casa non significa sacrificare le interazioni faccia a faccia, anzi siamo stati capaci di creare nuovi e diversi modi di relazionarci con gli altri e non solo in ambito professionale. Questa volta è meglio il ritorno allo smart working, ma come perfetti esperti della videoconferenza. È sufficiente seguire piccoli accorgimenti per rendere i meeting virtuali di qualità assai più elevata. Non solo l’abbigliamento o l’angolo ufficio in casa ci rendono più professionali ai nostri occhi e a quelli degli altri. Un fattore che fa la differenza è la tecnologia. Dotarsi di videocamera e di auricolari che garantiscano la massima efficienza sia video che audio cambia in maniera considerevole il nostro “modo di fare videoconferenza”. È assodato che lesinare sull’acquisto di soluzioni di bassa qualità può compromettere la capacità produttiva, così come il livello di attenzione durante lo svolgimento delle attività, oltre che aumentare l’affaticamento fisico. Una volta che ci siamo equipaggiati degli strumenti, quelli giusti, entrano in gioco altri elementi chiave che trasformano le nostre videoconferenze in esperienze quasi perfette: l’illuminazione e l’inquadratura. Per chi sarà costretto a tornare in smart working è meglio ricordarsi che avere alle spalle uno sfondo illuminato o una luce forte proveniente da una sola fonte, così come posizionare la webcam all’altezza sbagliata sono tutti errori che non giovano alle performance.