Darktrace rilascia un commento di Toby Lewis sulla multa inflitta alla società di riconoscimento facciale per raccolta illegale di immagini.

Riconoscimento facciale

La società di riconoscimento facciale statunitense Clearview AI è stata multata per 7,5 milioni di sterline dalle autorità britanniche per aver raccolto illegalmente le immagini del viso di persone residenti nel Regno Unito per creare un database online globale.

A seguire il commento di Toby Lewis, Global Head of Threat Analysis di Darktrace.

La cattiva gestione da parte di Clearview AI dei dati di riconoscimento facciale non rappresenta solo un problema di privacy, ma anche di sicurezza informatica, soprattutto se l’inosservanza delle leggi in ambito privacy da parte dell’azienda si estende anche alla sua strategia di cybersecurity.

Anche quando i dati raccolti sono ottenuti legalmente, la loro sicurezza è importante quanto la stessa regolamentazione dell’applicazione di tecnologie come, ad esempio, il riconoscimento facciale. I dati che riguardano questa tecnologia rappresentano una tipologia relativamente nuova di informazioni di identificazione personale (PII) e possiedono un valore di mercato particolarmente elevato nel darkweb, il che li rende un bersaglio decisamente attraente per i criminali informatici che puntano a minacciare le organizzazioni chiedendo un riscatto: più i dati sono sensibili, più è probabile che l’organizzazione paghi.

Le tecnologie di riconoscimento facciale sono sempre state oggetto di animose discussioni e controversie, e questo porterà probabilmente alla richiesta di imporre nuovi limiti e divieti a questa tecnologia, ma, a mio parere, questa non è assolutamente la strada da seguire. Piuttosto, dobbiamo trovare un modo per gestire i rischi associati, sia in ambito privacy che sicurezza, che derivano dall’adozione di una qualsiasi nuova tecnologia. Le organizzazioni incaricate di proteggere questi dati avranno bisogno dell’intelligenza artificiale per monitorare i sistemi che gestiscono questi patrimoni digitali e proteggerli da violazioni o attacchi informatici. In questo modo, si eviterà che gli indiscutibili punti di forza e vantaggi delle ultime tecnologie si trasformino in debolezze per la sicurezza”.