Ultima iterazione del modello DevOps, riducono dimensioni e dipendenze di implementazione tra i componenti di un’applicazione

Procurement sempre più strategico per i processi aziendali

Secondo una recente ricerca di Adobe, la maturità dell’e-commerce ha subito un’accelerazione di ben sei anni negli ultimi cinque mesi. Questo cambiamento nel comportamento dei consumatori che sta costringendo le aziende e i politici a intraprendere strade che prima erano considerate impossibili dai loro team IT. Oggi le priorità dell’agenda IT sono flessibilità, agilità e customer experience: i CIO globali e i leader aziendali devono quindi adottare rapidamente nuove modalità iterative di coinvolgimento con i clienti (e i fornitori), adattandosi a nuovi modi di lavorare, investendo nell’innovazione tecnologica e rivisitando i loro piani di resilienza e agilità aziendale per un successo a lungo termine. Questo cambiamento è visibile soprattutto nell’industria della supply chain, con la sua adozione dell’architettura dei microservizi come risposta diretta a molte di queste sfide.

Ma prima di guardare ai microservizi nel contesto della catena di fornitura, definiamo prima di tutto cosa sono i microservizi.

I microservizi sono essenzialmente l’ultima iterazione del modello agile DevOps di cui abbiamo sentito tanto parlare negli ultimi cinque anni (compresi gli sviluppi di Kubernetes e Docker). Essi costituiscono un concetto di packaging e di deployment che al suo interno mira a creare agilità tecnica riducendo le dimensioni e le dipendenze di implementazione tra i componenti di un’applicazione.

In sostanza, quando si passa ai microservizi, si investe nell’agilità e, come abbiamo visto negli ultimi cinque mesi, questa è stata una delle qualità che le organizzazioni (private e pubbliche) hanno dovuto adottare durante la pandemia quando si trattava non solo di IT, ma anche delle loro reti di supply chain.

Come per qualsiasi investimento in nuove tecnologie, tuttavia, (forse più che mai durante una pandemia globale) è fondamentale assicurarsi che i benefici e i rischi siano in linea con i propri obiettivi generali.

Un’architettura dei microservizi di successo è più complessa delle architetture applicative tradizionali e richiede quindi maggiore impegno e rigore nella progettazione, la costruzione e la gestione, ma porta con sé anche il potenziale per velocizzare i cicli di vita dello sviluppo e supportare la scalabilità, sia che si tratti di carichi di lavoro volatili basati su cloud, di periodi di picco sostenuto delle vendite, di picchi di e-commerce, di pianificazione pragmatica dei trasporti e delle consegne o semplicemente di sfide per la forza lavoro del magazzino, tutti fattori chiave per la resilienza della supply chain.

Storicamente, gli ambienti IT più tradizionali e monolitici hanno fatto sì che le organizzazioni (soprattutto quelle come i rivenditori che si affidano alla continuità della supply chain e all’agilità nel servire i clienti finali) fossero spesso esitanti nell’apportare modifiche a una singola applicazione, temendo che se una singola funzione o un singolo componente si guastasse, l’intera applicazione si guasterebbe.

Quando si utilizzano i microservizi, tuttavia, invece di implementare l’intera applicazione solo nel momento in cui ogni modulo tecnico è pronto, i team IT possono implementare i rispettivi servizi in modo indipendente senza aspettare che il resto del team DevOps finisca i singoli moduli.

Ciò significa che un rivenditore o un team (della supply chain) all’interno dell’organizzazione acquisisce la capacità di cambiare e riposizionare la tecnologia a supporto delle specifiche esigenze operative della catena di fornitura in modo immediato – un fattore cruciale, come abbiamo visto con la natura imprevedibile del comportamento dei consumatori durante il corso della pandemia.

Per molte aziende, una supply chain dinamica, agile e flessibile in grado di tradurre il feedback del mercato in un rapido cambiamento operativo è ancora un’aspirazione. Tuttavia, il riconoscimento dei benefici che i microservizi possono portare e lo sviluppo di soluzioni native nel cloud come Manhattan Active Warehouse Management, costruita interamente da microservizi, significa che una supply chain più agile e reattiva è ora più accessibile a più organizzazioni che mai.

Il Coronavirus, conclude Manhattan Associates, ha evidenziato molte carenze in tutti i tipi di modelli tradizionali: dalle comunità, alle imprese, alle economie globali. E anche se ci sono ancora molte sfide da affrontare, ci sono stati sviluppi positivi negli ultimi cinque mesi, non ultimo nella supply chain.

Il mutato contesto dei consumatori e del business post-coronavirus ha sottolineato i molteplici vantaggi dell’architettura modulare e scalabile fornita dai microservizi, soprattutto per quanto riguarda il dinamismo e l’agilità della supply chain. Dobbiamo ora sperare che i CIO e i direttori della supply chain di tutto il mondo riconoscano i molteplici vantaggi dei microservizi per le loro reti di supply chain e sostengano questo approccio più audace e più agile ai servizi IT.