Le nuove tecnologie permettono di garantire maggiore efficienza, velocità e accuratezza nelle decisioni intraprese

Risk management: il 97% delle aziende non aveva previsto la pandemia

La profonda ventata di nuove tecnologie che stanno investendo tutti i settori con interessanti benefici, non poteva che non coinvolgere anche il mondo bancario, finalmente ora nella sua interezza: sino ad oggi infatti, gli istituti avevano abbracciato la digital transformation essenzialmente per efficientare i rapporti con la clientela, al fine di aumentare la customer satisfaction e offrire servizi maggiormente mirati e flessibili a seconda delle esigenze di ogni utente. Al contrario invece, i processi interni erano fino a poco tempo fa esclusi dal processo di trasformazione digitale, ma il vento ora sembra essere cambiato. Esistono infatti oggi istituti che hanno implementato tecnologie di ultima generazione in diversi ambiti aziendali, tra cui ad esempio il risk management, ottimizzando così le rilevazioni effettuate sui possibili rischi che l’impresa, o una particolare linea di business deve affrontare.

L’elemento centrale sui cui poggia la valutazione dei rischi, oggi sempre maggiori rispetto che in passato, è sicuramente la gestione ed analisi dei dati. Non a caso infatti, la raccolta dati pesa per il 75% nei processi di risk management e le soluzioni di Analyitics sono ormai diventate determinanti. Non solo: a questo si devono aggiungere i vantaggi ottenibili dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del machine learning applicate all’analisi dei Big Data in possesso degli istituti bancari. Solo così è possibile creare scenari in real time coerenti nel tempo, dove  tutti i rischi vengono automaticamente integrati tra loro, senza più la presenza di compartimenti stagni tra i diversi casi di rischio come in passato – ha spiegato Renzo Traversini, Senior Director, Risk Business Consulting RQS di SAS.

Rischi valutati accuratamente ed individuati in breve tempo sono quindi i maggiori benefici ottenibili in modo diretto dall’implementazione della triade analytics, intelligenza artificiale e machine learnig. A questo si aggiunge la possibilità e necessità di una maggiore integrazione tra il risk manager con il Chief Financial Officer che, lavorando congiuntamente, possono verificare la coerenza tra il lavoro svolto in ambito di rischio rispetto alla pianificazione finanziaria ipotizzata. Queste due figure, spesso in passato mai in comunicazione diretta,  cooperano ora per offrire al consiglio di amministrazione un quadro completo relativo a possibili nuove iniziative di business, ad esempio.                                                    

Una banca italiana, ha di fatto già intrapreso questa strada. L’istituto di cui però non può essere divulgato il nome per ragioni di riservatezza, ha deciso, attraverso la consulenza di Accenture di evolvere la propria piattaforma di rischio adottando le soluzioni RRM e IRM di SAS, con l’obiettivo di venire incontro all’esigenza di rispondere con velocità e performance alle stringenti normative. In questo processo di compliance è emerso il ruolo del risk management che ha fornito corretti parametri, utilizzati a supporto delle decisioni intraprese dall’istituto.

Il risk management avrà pertanto un peso crescente nella struttura aziendale degli istituti bancari, tanto da diventarne un elemento portante. – ha spiegato Renzo Traversini. – Per farlo le banche dovranno aprirsi al cambiamento e rafforzare le competenze interne, anche attraverso l’acquisizione di risorse specializzate”.