Ultimamente si parla molto di metaverso, l’universo virtuale che adesso impatta anche sul settore dell’eCommerce e segn la nuova era dell’iCommerce.

metaverso

43 mondi, 350 milioni di abitanti, una dimensione di mercato che raggiungerà 830 miliardi di dollari in meno di 10 anni. Non si sta parlando di un universo parallelo, o meglio, non nei termini in cui siamo soliti riferirci alle dimensioni parallele. Bensì del Metaverse, l’universo virtuale creato dalla tecnologia che si sta affiancando al nostro reale e concreto vivere.
E se questo metaverso è davvero un altro universo, la domanda ora è: c’è vita e, dunque, dei bisogni da soddisfare, dei beni da scambiare in questo nuovo spazio?

Il metaverso deriva concettualmente dalla letteratura cyberpunk e ha trovato una prima applicazione nel gaming. Ora è però uscito dalla sua nicchia e ha permeato il mondo reale, da cui ha appreso il modus operandi: in un’epoca definibile come il post del post-modernismo, il consumo è sempre meno la risposta ad una necessità e sempre più una ricerca di identità.

Ed ecco la corsa all’acquisto di “land”, di terreni virtuali, alla creazione di negozi monomarca, alle prime sfilate di moda interamente virtuali. In questo senso, Nike ha recentemente lanciato “Nikeland” su Roblox, in cui i clienti virtuali sono accolti dall’avatar di James LeBron, attirando circa 7 milioni di persone da 224 paesi. Nello stesso universo, Gucci ha realizzato la sua “Gucci Garden Experience“, un evento per attirare la Gen Z. Ed è esattamente quello che è successo: un borsa digitale di Gucci è stata venduta per 350.000 Robux, circa 4.115 dollari.

Viene quindi da chiedersi se il metaverso sia veramente un’occasione per trasformare il retail e l’e-commerce globale. Se, come avvenne per Internet e l’e-commerce, questo universo parallelo segnerà l’inizio di una nuova era, quella del commercio immersivo, o iCommerce. Ciò che abbiamo appreso dai brand early adopters è che, nel mondo virtuale, i commercianti devono dimenticare i format in voga nei negozi fisici e sfruttare l’opportunità di coniare un nuovo linguaggio di marca per parlare ad una differente clientela.

iCommerce non significa replicare semplicemente un negozio fisico all’interno dei mondi virtuali. Il metaverso non è una leva di marketing aggiuntiva, ma un canale di distribuzione completamente nuovo con le proprie regole. Man mano che la tecnologia avanza, il metaverso potrà permettere ai consumatori di esplorare e scoprire meglio di quanto possano fare ora. A vincere non saranno i brand che abbasseranno le saracinesche dei negozi fisici, o degli e-commerce, bensì coloro che riusciranno a creare, e dominare, un terzo spazio.

Per i rivenditori e i brand, il metaverso sarà dunque un canale aggiuntivo per vendere, non l’unico canale. La conseguente necessità è apprendere il funzionamento di questo nuovo mondo, parlare la sua lingua, offrire ai clienti esperienze “altre”, non fruibili né online, né in persona.

Non solo, nel metaverso, i brand potranno sperimentare e co-creare con i consumatori nuovi prodotti e potranno farlo digitalmente, dunque, con costi minori. Ciò significa anche che i marchi puramente digitali potranno uscire da questo universo parallelo e diventare fisici, abbassando drasticamente le barriere d’ingresso al mercato. Ad esempio, è probabile che capi d’abbigliamento propri del metaverso potranno diventare così popolari nel mondo virtuale che il consumatore vorrà indossarli anche nella vita di tutti i giorni.

In ultima analisi, il futuro del metaverso coinciderà con la sua stessa abilità di riuscire a rendere la vita reale migliore, più economica, più veloce e più connessa. E, se ci pensiamo, questo è ciò che internet ha fatto per l’e-commerce. Il metaverso è solo il prossimo passo nel processo.

di Noelia Lázaro, Direttrice Marketing di Packlink