L’Università di Trento coordina una rete di eccellenza europea nella ricerca su intelligenza artificiale e sviluppo sostenibile del pianeta

L’Università di Trento si pone al centro della ricerca europea, coordinando alcuni degli istituti di ricerca più importanti in Europa. Nasce con loro un network di eccellenza, dedicato allo sviluppo dell’intelligenza artificiale per la sostenibilità ambientale e sociale.

Sentiamo parlare ormai ogni giorno di IA, apprendiamo che numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo investono nello sviluppo e nell’applicazione delle tecnologie più avanzate, nei settori più diversi. Ma la chiave per poter essere veramente competitivi in questo campo è puntare a obiettivi più ampi e ambiziosi, soprattutto quando si mira a costruire una leadership europea sul tema. Un risultato che si può ottenere soltanto lavorando in rete.

Elias punta a fare massa critica nell’ambito dell’apprendimento automatico e a essere punto di riferimento grazie alla collaborazione di ben 34 affiliati attivi in questo settore, a cui si aggiungono altri partner associati. Ecco la vera novità del progetto Elias che, in questo senso e per le sue dimensioni, è uno dei pochi in Europa.

La sfida: unire il mondo accademico alle imprese a livello europeo

Con questa rete di collaborazione l’Unione europea vuole diventare major player nel campo dell’apprendimento automatico. Per i prossimi quattro anni ricercatori e ricercatrici saranno impegnati nello sviluppo di nuovi sistemi computazionali e modelli matematici per dare risposte, originali e realizzabili, a tematiche attuali urgenti.

La sfida di Elias è dunque unire il mondo accademico a quello delle imprese in tutta Europa. Per riuscirci, utilizzerà come strumenti, oltre alla ricerca, la mobilità di dottorandi e dottorande e il supporto ai giovani talenti che al termine del percorso di studi potranno sviluppare start up innovative.

In quali aree di ricerca investirà Elias?

Le aree di ricerca sono diverse, ma intrecciate tra loro. L’intelligenza artificiale ad esempio potrà essere utilizzata per individuare i materiali migliori per costruire edifici green o componenti industriali a basso impatto ambientale. O ancora per monitorare il flusso migratorio delle persone che arrivano in Europa e indagare le motivazioni che le spingono a partire. Ma anche per sviluppare sistemi di prevenzione di attacchi informatici e modelli di analisi dei cambiamenti climatici.

L’Ateneo trentino coordinerà le attività tra tutti i partner – università ed enti di ricerca ma anche realtà industriali – che intendono unire le loro forze per contribuire alle sfide di oggi: sostenibilità ambientale, sviluppo economico equo e benessere della società. E cosa si intenda per “sostenibilità” lo spiega Niculae Sebe, docente del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (Disi) e referente dell’iniziativa: «Vogliamo fare in modo che le innovazioni tecnologiche nell’ambito del machine learning migliorino la qualità di vita delle persone, della società e del pianeta intero. Il nostro lavoro sarà sviluppare algoritmi che trovino soluzioni per arrivare a questa sostenibilità».