Un tema su cui le aziende si interrogano regolarmente è quello del legame tra dati e trasformazione culturale. È un dato di fatto che l’approccio stesso ai dati in azienda stia cambiando rapidamente, con l’emergere di nuovi set ed ecosistemi di dati che rappresentano nuovi livelli di valore per le organizzazioni nel loro complesso. In altre parole, la gestione e l’utilizzo dei dati stanno diventando uno sport di squadra.
Sono due le evoluzioni principali che stanno spingendo questo cambiamento. La prima a livello macro, di quadro generale. Le aziende si affidano sempre più ai dati per prendere decisioni aziendali critiche. Quasi tutte le aziende puntano a diventare data-driven, ma riuscirci nella pratica sta diventando sempre più complicato. Il volume di dati disponibili sta esplodendo e le aziende devono alimentare centinaia di iniziative, spesso contemporaneamente, con ogni iniziativa che richiede di accedere esattamente ai dati giusti al momento giusto.
La seconda tendenza evolutiva è a livello micro, all’interno di ogni azienda ma anche di singolo team. Le moderne organizzazioni data-driven hanno capito che il controllo dei dati deve avvenire a livello locale, all’interno di piccoli team agili. Ciò richiede una mentalità differente e legata al prodotto in sé, decentralizzando il controllo dei dati e riducendo le dipendenze, tutto senza sacrificare la sicurezza e la governance. Questi team più piccoli sono ora in grado di collaborare più facilmente con altri team di piccole dimensioni, creando maggiore efficienza e una superiore capacità di scalare. Con questa collaborazione nella gestione e nell’utilizzo dei dati, team più agili sono ora in grado di risolvere meglio i problemi aziendali reali con i dati, perché hanno un accesso rapido e self-service a dati affidabili, ovunque risiedano e qualunque sia la fonte. È proprio questo livello di accesso all’interno dell’organizzazione a generare valore reale per le aziende.
Il fondamento tecnologico di tutto ciò è la possibilità di avere una visione unica dei dati, in ogni linea di business, in ogni paese e in ogni dispositivo in cui questi dati vengono utilizzati. Una volta creati i processi e l’infrastruttura per sfruttare tutte le fonti di dati a cui si ha accesso, si è pronti per passare a ecosistemi connessi e collaborativi. Un esempio è quello di un cliente assicurativo di Cloudera che offriva assicurazioni auto solo su fasce di copertura molto specifiche, come 150.000 o 300.000 Euro, perché per decenni i loro modelli operativi erano stati impostati solo per questo. La sfida che lanciata è stata: “E se potessimo offrire a un cliente una copertura di un importo differente, magari richiesto esplicitamente in fase di contratto?”. E ancora: “E se potessimo regolare le tariffe a livello di singolo Comune e non di Provincia o Regione?“. Dietro queste domande c’erano enormi ipotesi sui volumi di dati da elaborare e sulla reattività richiesta ai modelli analitici. Comprendendo i loro obiettivi di business, siamo stati in grado di aiutarli a progettare una strategia di dati su misura.
Che cos’è un ecosistema collaborativo di dati? Si tratta di una piattaforma che combina i dati di numerosi fornitori e crea valore attraverso l’uso di set di dati elaborati. Questi set di dati possono provenire da fonti di dati aperte o da più parti all’interno di un settore, oppure possono essere trasversali a settori, domini di dati e catene di valore. Tutto questo è possibile oggi e questa trasformazione culturale sta avvenendo proprio ora.
Ovunque ci si trovi nel proprio percorso di gestione e utilizzo dei dati, la collaborazione è fondamentale, proprio come negli sport di squadra. Qualunque sia il lato dello scambio di dati in cui ci trovi, è fondamentale collaborare a livello di organizzazione e tra i vari team, ma anche all’esterno, con i fornitori di dati e di servizi cloud. Ogni componente di questo ecosistema ha il suo ruolo in questo processo, quando più efficace è la collaborazione tra i diversi elementi, tanto più efficace sarà il risultato finale. Proprio come quando si gioca insieme, in squadra, con lo stesso obiettivo complessivo.
di Fabio Pascali, Regional Director di Cloudera