• BitMAT
  • BitMATv
  • Top Trade
  • Linea EDP
  • Itis Magazine
  • Industry 5.0
  • Sanità Digitale
  • ReStart in Green
  • Contattaci
Close Menu
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    Trending
    • Attacchi web a +33% e API obiettivo numero uno. L’analisi di Akamai
    • Infrastrutture critiche: la sicurezza è un imperativo
    • IA e Cybersecurity governano le strategie di investimento aziendali
    • Twin4Cyber e Maticmind alla Camera per parlare di cybercrime
    • Cybersecurity: ecco perché affidarsi a operatori italiani
    • Secure Workload Access di CyberArk protegge le identità a 360°
    • NIS2 e infrastrutture critiche: 4 passaggi da fare per essere pronti
    • Attacchi informatici: un 2024 all’insegna di ransomware e IA
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    BitMAT | Speciale Sicurezza 360×365
    • Attualità
    • Opinioni
    • Ricerche
    • Soluzioni
    BitMAT | Speciale Sicurezza 360×365
    Sei qui:Home»Featured»Sicurezza IoT: a che punto sono le imprese italiane?
    Featured

    Sicurezza IoT: a che punto sono le imprese italiane?

    By Redazione BitMAT2 Novembre 20215 Mins Read
    Facebook Twitter LinkedIn Tumblr Reddit Telegram WhatsApp Email

    Una ricerca di Palo Alto mostra notizie incoraggianti: Il 98% afferma di avere visibilità sui dispositivi IoT connessi alla rete aziendale

    IoT

    La pandemia globale che ci ha colpito nell’ultimo anno e mezzo ha portato a molti cambiamenti nel modo di lavorare delle aziende e una delle conseguenze più sottovalutate è data dall’esplosione dell’IoT: perché se è vero che oggi i device che comunicano in rete sono fondamentali è altrettanto vero che crescono per le aziende anche i rischi legati alla loro sicurezza.

    A fare luce sul fenomeno una recente ricerca di Palo Alto Networks dal titolo “The Connected Enterprise: IoT Security Report 2021” realizzata in collaborazione con Vanson Bourne (QUI LA RICERCA COMPLETA). L’indagine, che ha coinvolto 100 IT decision maker di aziende italiane con oltre 1.000 dipendenti, fa parte di uno studio globale basato sulle risposte di 1.900 decisori IT in 18 paesi.

    Mauro Palmigiani
    Mauro Palmigiani, Country Manager di Palo Alto per l’Italia

    “A sorpresa l’Italia registra un ottimo riscontro in termini di consapevolezza – esordisce Mauro Palmigiani, Country Manager di Palo Alto per l’Italia –. Il 78% degli intervistati dichiara di sapere di avere apparati IoT connessi alla rete aziendale e il 98% dei rispondenti sa che è necessario agire per proteggere questo tipo di dispositivi. Sulla base di questa osservazione il 50% delle aziende ha messo in atto una segmentazione della rete rispetto all’IoT mentre un 25% è andato più in profondità mettendo in atto tecniche di micro segmentazione dei device in aree di sicurezza dedicate”.

    La situazione nel nostro Paese

    Un primo approccio alla protezione e alla tutela dei device IoT sta sempre prendendo più piede anche a fronte della crescita nel numero degli incidenti IoT (il 78% ha affermato che sono aumentati). Se infatti prima la questione era relegata prevalentemente al mondo industriale oggi con il lavoro flessibile il dipendente si connette alle risorse aziendali tramite la propria rete, a cui sono connessi tutta una serie di dispositivi intelligenti e connessi che però sono nati per essere venduti all’interno di un mercato consumer (dove si richiedono sì funzioni smart ma che impattino il meno possibile sul costo, mettendo quindi all’angolo le problematiche relative alla security).

    A partire da questo scenario il 96% delle aziende coinvolte sono consapevoli che ci vuole un approccio migliore sulla parte IoT, che deve svilupparsi verso una protezione dalle minacce in termini di prevenzione (per il 59%) e deve prendere in considerazione logiche di risk assessment (55%). Gli intervistati evidenziano anche la necessità di creare un ambiente dedicato ai dispositivi IoT per i team di sicurezza (55%) e di aumentare la visibilità sui dispositivi connessi.

    A questo proposito il 98% dei rispondenti italiani afferma di avere visibilità sui dispositivi IoT connessi ma una medesima percentuale del 98% è anche consapevole che l’approccio alla sicurezza IoT va potenziato. Tra gli incidenti più temuti troviamo il data breach di dispositivi di IIoT – Industrial IoT (per il 57%), attacchi DDoS (per il 54%), e la violazione dei dispositivi connessi in ambito sanitario – IoMT (per il 42%).

    Tra i dispositivi più bizzarri connessi in rete il report segnala invece: piccoli elettrodomestici da cucina (38%), tecnologia per gli animali domestici (32%), attrezzature sportive (30%) e console e kit di gioco (30%).

    Umberto Pirovano
    Umberto Pirovano, Senior Manager System Engineering di Palo Alto Networks

    “L’esplosione del lavoro da remoto ha favorito l’ingresso improvviso di un numero elevato di nuovi dispositivi IoT in azienda, aumentando il livello di rischio per le organizzazioni,” continua Umberto Pirovano, Senior Manager System Engineering di Palo Alto Networks. “È fondamentale continuare a sottolineare l’importanza della definizione di un piano di sicurezza IoT per far sì che anche il restante 18% delle aziende proceda con la segmentazione della rete e incrementi ulteriormente visibilità e protezione dei dispositivi, riducendo rischi e vulnerabilità.”

    I consigli per una sicurezza IoT più efficace

    Nel suo ruolo di partner per le aziende che vogliono mettere in sicurezza l’IoT Palo Alto ha anche suggerito delle buone pratiche da mettere in atto sia da parte del dipendente che dell’azienda, perché la sicurezza di questi dispostivi è una responsabilità condivisa. Il dipendente connettendosi da casa alle risorse aziendali utilizza la rete di terze parti della cui configurazione e gestione resta responsabile. Il primo consiglio è quindi quello di avere una maggiore confidenza con il proprio router: si inizia configurando il router cambiando le impostazioni predefinite e si prosegue crittografando la rete e semplicemente aggiornando le impostazioni del router a WPA3 Personal o WPA2 Personal. Il passo successivo è quello di controllare i dispositivi che sono connessi alla propria rete e passare poi a una segmentazione della rete domestica creando un WiFi per gli ospiti al quale collegare i dispositivi IoT, mentre gli altri utilizzeranno la rete principale. Si raccomanda inoltre di utilizzare l’autenticazione a due fattori e di abilitare tutti gli aggiornamenti di sicurezza.

    L’azienda dal canto suo deve partire dalla conoscenza dell’ignoto ottenendo visibilità completa su tutti quelli che sono i dispositivi IoT connessi alla rete aziendale, inclusi quelli di cui non si è a conoscenza o che ci si è dimenticati. Il secondo passo riguarda invece la capacità di controllare quali dispositivi sono connessi e applicare una strategia basata sullo Zero Trust per implementare policy di accesso con privilegio minimo. E’ inoltre importante agire rapidamente per prevenire le minacce note e non note ed, infine, implementare, una rilevazione veloce e una risposta rapida alle minacce sconosciute.

     

     

     

    Iot palo alto networks sicurezza
    Share. Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email
    Redazione BitMAT
    • Website
    • Facebook
    • X (Twitter)

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Correlati

    Attacchi web a +33% e API obiettivo numero uno. L’analisi di Akamai

    23 Aprile 2025

    Infrastrutture critiche: la sicurezza è un imperativo

    18 Aprile 2025

    IA e Cybersecurity governano le strategie di investimento aziendali

    18 Aprile 2025
    Newsletter

    Iscriviti alla Newsletter per ricevere gli aggiornamenti dai portali di BitMAT Edizioni.

    BitMATv – I video di BitMAT
    Transizione 5.0: vuoi il 45% sui software?
    Stormshield: Zero Trust pilastro della security aziendale
    RENTRI: regole pratiche per uscirne vivi
    Vertiv: come evolve il mondo dei data center
    2VS1 incontra GCI: focus sulle competenze
    Tag Cloud
    Acronis Akamai attacchi informatici Axitea Barracuda Networks Bitdefender Check Point Research Check Point Software Technologies CISO cloud Commvault CyberArk cybercrime Cybersecurity cyber security DDoS ESET F-Secure F5 Networks FireEye Fortinet Hacker Identity Security infrastrutture critiche intelligenza artificiale (AI) Iot Kaspersky malware minacce informatiche palo alto networks phishing Proofpoint ransomware Security SentinelOne sicurezza sicurezza informatica Sicurezza It SOC Stormshield Trend Micro Vectra AI WatchGuard Technologies Zero Trust Zscaler
    Chi Siamo
    Chi Siamo

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Facebook X (Twitter) Instagram Vimeo LinkedIn RSS
    Navigazione
    • Attualità
    • Opinioni
    • Ricerche
    • Soluzioni
    Ultime

    Attacchi web a +33% e API obiettivo numero uno. L’analisi di Akamai

    23 Aprile 2025

    Infrastrutture critiche: la sicurezza è un imperativo

    18 Aprile 2025

    IA e Cybersecurity governano le strategie di investimento aziendali

    18 Aprile 2025
    • Contattaci
    • Cookies Policy
    • Privacy Policy
    • Redazione
    © 2012 - 2025 - BitMAT Edizioni - P.Iva 09091900960 - tutti i diritti riservati - Iscrizione al tribunale di Milano n° 295 del 28-11-2018 - Testata giornalistica iscritta al ROC

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.