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    Opinioni

    Le società sanno gestire i cyber attacchi?

    By Redazione BitMAT25 Novembre 2015Updated:2 Marzo 20164 Mins Read
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    Non è più una questione di “se” si verrà attaccati, ma di “quando”

    A cura di Ivan Straniero, Territory Manager SEE Europe, Arbor Networks

    La complessità dei cyberattacchi continua ad aumentare, così come le capacità dei malintenzionati che ne sono responsabili: dunque è tempo che le aziende riprendano in considerazione le strategie di sicurezza legate alla disponibilità dei servizi. Le aziende tendono a concentrarsi parecchio sulla riservatezza e sull’integrità dei loro dati e processi di business investendo di conseguenza in infrastrutture ridondanti e pianificazione per il ripristino da disastri. Spesso tuttavia viene tralasciato l’elemento più evidente: la minaccia primaria alla disponibilità dei servizi, ovvero gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service).

    Secondo l’ultima edizione dello studio Worldwide Infrastructure Security Report (WISR) pubblicato da Arbor Networks, gli attacchi DDoS stanno continuando a crescere di dimensioni, complessità e frequenza: durante lo scorso anno, quasi metà delle aziende ha subìto un attacco DDoS. Con il settore dei servizi finanziari in cima alla classifica dei primi cinque comparti di attività più frequentemente colpiti, gli attacchi DDoS rappresentano un significativo rischio di business. Quel che sorprende è considerare tutto questo alla luce di una recente ricerca condotta da Ponemon Institute secondo la quale solo il 48% degli operatori di servizi finanziari si reputerebbe dotato di soluzioni capaci di contenere la minaccia DDoS.

    Secondo Market Watch, le società finanziarie devono affrontare minacce da parte di hacker che hanno ben compreso come molti servizi online offerti dalla comunità finanziaria siano una parte assolutamente vitale dell’economia. Portali per online banking, interfacce di compensazione, applicazioni di trading sono tutte componenti essenziali e in alcuni casi chi attacca ricatta le proprie vittime minacciando di mandare offline questi servizi. Chi sferra tali minacce sa bene che gli attacchi DDoS possono essere dirompenti e danneggiare un brand – un buon esempio ne è il recente attacco che ha colpito Natwest – e gli attacchi stessi possono essere lanciati facilmente risultando accessibili a chiunque disponga di un minimo di motivazione.

    E le motivazioni che si possono trovare dietro un attacco DDoS sono oggi numerose: l’estorsione come abbiamo visto può essere una, ma non dimentichiamoci l’hacktivismo ideologico o geopolitico né il crescente problema degli attacchi DDoS usati come cortina fumogena per nascondere altre attività cybercriminali. In crescita è anche la tendenza ad usare attacchi DDoS come distrazione nel corso di infiltrazioni di malware o esfiltrazioni di dati: un esempio a riguardo sembra essere quel che è capitato recentemente a Carphone Warehouse.

    Considerato quanto detto finora, è importante affrontare un attacco DDoS nel modo più “razionalizzato” possibile dal punto di vista operativo. Da questo flagello è possibile difendersi e, con i servizi, le soluzioni e i processi appropriati, anche in modo economico senza mettere a repentaglio altri aspetti della sicurezza.

    Per assicurare la protezione dalle minacce DDoS, le aziende hanno bisogno di una difesa multistrato. Le soluzioni che sfruttano una componente per il perimetro della rete integrata con un servizio di protezione DDoS basato su cloud sono considerate generalmente quelle che offrono la protezione migliore. La componente perimetrale può occuparsi sia degli attacchi invisibili più sofisticati, sia degli attacchi volumetrici più piccoli – il che significa protezione proattiva, nessuna interruzione operativa e nessun bisogno di dirottare il traffico verso un servizio cloud. Nel caso di attacchi di magnitudine superiore, invece, il dispositivo perimetrale o il cliente possono ricorrere al servizio cloud, a volte automaticamente, così da reinstradare e ripulire il traffico per mantenere la disponibilità e ridurre il rischio di costosi fermi operativi.

    Oltre a utilizzare i giusti servizi e le giuste soluzioni, le aziende dovrebbero anche accertarsi di disporre di un piano adatto ad affrontare un attacco DDoS. Idealmente, questo piano dovrebbe essere documentato e oggetto di regolari esercitazioni affinché tutte le persone coinvolte nella comunicazione, nelle attività e nell’escalation di un attacco siano pratiche delle procedure necessarie. Questo può ridurre lo stress in caso di attacco effettivo ed assicurare i migliori risultati.

    Per molte società del settore finanziario gli attacchi DDoS sono oggi una realtà frequente, e la preparazione una necessità. Se finora avete avuto la fortuna di non essere stati ancora bersaglio di un attacco, si tratta molto probabilmente di definire ‘quando’ piuttosto che ‘se’ questo potrà accadere in futuro.

     

    Arbor Networks cybercrime DDoS sicurezza
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