Il Competence Centre, organizzato da CeTIF in collaborazione con OASI, ha permesso di valutare l’opportunità e la convenienza, per le banche, di partecipare attivamente a SPID, il Sistema Pubblico per l’Identità Digitale. Alla ricerca, oltre a CeTIF e OASI, hanno partecipato Banca Popolare di Milano, BPER Banca, BPER Services, CartaSi, Cedacri, Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, UBI Sistemi e Servizi e Veneto Banca.
In modo particolare, si è presa in esame la possibilità, per le banche, di svolgere il ruolo di gestore dell’identità digitale e di fornitore di servizi, così come previsti dalla normativa e dai Regolamenti AgID, costruendo inoltre due possibili modelli attuativi. E’ stato dunque tralasciato il ruolo di gestore di attributi qualificati, considerato di scarso interesse per le banche.
“Fatta eccezione di questo elemento, le banche hanno specificità tali da poter svolgere, nel contesto dello SPID, sia la funzione di gestore dell’identità digitale, sia quella di fornitore di servizi. La loro storia, la loro immagine, i loro network e la loro conoscenza del cliente rappresentano asset fondamentali per acquisire una posizione di vantaggio competitivo, rispetto ad altri operatori, nel campo dell’identità digitale”, ha commentato Chiara Frigerio, Segretario Generale di CeTIF e Professoressa di Organizzazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Il mercato bancario è sicuramente tra i più pronti ad operare in un sistema digitalizzato – continua Andrea Agosti, Responsabile BU Sicurezza ICT e Controlli Interni di OASI. “L’evoluzione della clientela e del contesto competitivo hanno infatti già da tempo determinato scelte strategiche improntate all’innovazione e all’efficientamento dei processi, con una speciale attenzione ai sistemi di sicurezza e riconoscimento digitale. Siamo quindi certi che, anche in ambito SPID, le banche sceglieranno di giocare un ruolo da protagoniste, per coglierne appieno tutti i vantaggi, a beneficio dei propri Clienti”.
Un ulteriore elemento di vantaggio competitivo per le banche è rappresentato dal fatto che i loro sistemi di identificazione della clientela sono de facto conformi ai requisiti posti dallo SPID dal momento che ottemperano agli obblighi derivanti dalla normativa sull’antiriciclaggio e da altre previsioni di vigilanza prudenziale. Naturalmente, esistono altri operatori dotati di infrastrutture tali da consentir loro di entrare nel nuovo mercato delle identità digitali che si va delineando, tra cui gli identity service provider, le grandi catene della distribuzione organizzata, gli operatori dei servizi postali, i social network, i mobile network operator. Alla luce di ciò, il fattore tempo assume una rilevanza critica per la decisione in merito a quale ruolo assumere nel contesto dello SPID.
Nel complesso, si è valutato che l’adesione a SPID ha la possibilità di fornire alle banche alcuni benefici. La proposizione di valore, se pure con alcune differenze tra i ruoli di gestore dell’identità Digitale e fornitore di servizi, dipende fondamentalmente da:
- ampliamento della gamma dei servizi fruibili o sottoscrivibili in modalità digitale;
- ampliamento del parco clienti grazie al segmento di clientela ad elevato tasso di digitalizzazione;
- possibilità di promozione del brand della banca;
- incremento del grado di fidelizzazione della clientela esistente per effetto della nuova gamma di servizi e delle ampliate modalità di fruizione;
- promozione del brand della banca, in grado di favorire la sottoscrizione di nuovi prodotti (cross- selling);
- incremento di efficienza operativa. Nel verificare quale modello possa risultare più opportuno per le banche, è stata definita una doppia possibilità. Nella prima, la banca instaura una partnership con un soggetto terzo già accreditato come gestore dell’identità digitale. Secondo questo modello attuativo, i clienti intenzionati a diventare titolari di un’identità SPID potrebbero farne richiesta alla banca, che trasferirebbe al soggetto terzo gestore la richiesta e i dati rilevanti per il riconoscimento del richiedente. La seconda possibilità è unicamente relativa alla fornitura di servizi. L’attuazione, da parte della banca, di questo modello di servizio implica la realizzazione dell’infrastruttura necessaria per l’accettazione delle identità SPID. Nel complesso, entrambi i modelli presi in esame sono caratterizzati da una proposizione di valore che appare in linea con le strategie di posizionamento delle banche partecipanti al tavolo di lavoro, pur nella difficoltà, allo stato attuale, di determinazione dei costi.