La recente crisi energetica che si sta ripercuotendo sul settore delle TLC, sta impattando sul costo complessivo dei bit trasportati.
A tal proposito Dino Bortolotto, Presidente di Assoprovider, l’associazione che raggruppa i provider indipendenti dal Nord al Sud del Paese, denuncia: “Per fare un esempio, un operatore di prossimità che prima aveva un consumo energetico annuale di circa 4mila Kw/H, con un costo pre-crisi di 0,10 euro, per Kw/h pagava circa 400 euro l’anno, da ripartire su 10-20 clienti. Oggi con il costo a 1 euro Kw/h, parliamo di 4mila euro”.
Dino Bortolotto ha inoltre evidenziato come gli operatori di prossimità potrebbero essere spazzati via con questi costi. Nessuno potrebbe mantenere gli obblighi contrattuali di prima della crisi. I danni che questo potrebbe comportare per i servizi di connettività sarebbero enormi, specie nelle zone digital divise nelle quali l’attività degli operatori del settore TLC è fondamentale per far funzionare l’economia locale, le scuole e le istituzioni.
“Chiediamo pertanto al nuovo governo”, conclude Dino Bortolotto, “di garantire che gli operatori del settore TLC siano esenti da operazioni di razionamento e che il costo dell’energia erogata loro sia agevolato, come dovrebbe essere per tutte le tipologie di operatori”.