Il 92% delle aziende dell’indice S&P 500 ha approcciato in qualche modo le piattaforme. Solo il 30% di queste sta però sfruttando appieno le opportunità offerte dal Platform Thinking. Le piattaforme non sono proprie solo di aziende tech della Silicon Valley, possono essere lo strumento per abilitare la trasformazione digitale di qualsiasi impresa

Oggi con Spotify è possibile ascoltare la musica senza acquistare un cd, con Airbnb alloggiare in una città senza usare un albergo, con Facebook o Google informarsi senza un quotidiano… insomma, le piattaforme sono diventate parte integrante della vita quotidiana, rimodellando il modo in cui si comunica, si fanno acquisti, si accede all’intrattenimento. In questo contesto, il “Platform Thinking” è la capacità di utilizzare meccanismi basati su piattaforme per la trasformazione del business di un’azienda di qualsiasi tipo.

Una strategia di innovazione che interessa già 9 imprese su 10 dell’indice S&P 500. Il 92% ha infatti sviluppato un’iniziativa in qualche modo legata a una piattaforma, ma di queste solo una su tre sta veramente sfruttando appieno le opportunità derivanti dal Platform Thinking.

Il Rinascimento delle piattaforme

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Platform Thinking Hub della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi al convegno “Il Rinascimento delle piattaforme: come le aziende S&P500 stanno innovando attraverso il Platform Thinking”.

“La parola piattaforma è entrata nel linguaggio comune grazie alla diffusione di una miriade di servizi digitali. Ma le piattaforme non sono un fenomeno moderno, riservato a startup e aziende tech, radicato esclusivamente nella Silicon Valley – dice Daniel Trabucchi, responsabile scientifico e direttore dell’Osservatorio Platform Thinking HUBLe piattaforme sono strumenti per la trasformazione del business, applicabili a organizzazioni di qualsiasi tipo. Il Platform Thinking è la capacità di comprendere le dinamiche e le logiche di innovazione dei casi di successo digitali mettendo la loro scalabilità ed efficacia a disposizione di tutte le imprese per attivare e supportare il loro processo di Business Transformation”.

“Anche le aziende tradizionali italiane possono adottare un approccio di Platform Thinking – continua Tommaso BuganzaÈ possibile trarre insegnamento dalle esperienze di successo per promuovere l’innovazione secondo un nuovo paradigma. Quella del Platform Thinking è una prospettiva universalmente applicabile, dal settore manifatturiero ai servizi, dai nuovi arrivati digitali alle imprese collaudate nel tempo, dalle imprese a conduzione familiare alle multinazionali. Vedere un’opportunità di innovazione per le imprese esistenti, piuttosto che un semplice modello di business per le startup, permette di entrare in una nuova epoca, un vero e proprio “Rinascimento” per le piattaforme”.

La diffusione del Platform Thinking

Per analizzare quanto e come il Platform Thinking sia già utilizzato tra le aziende, l’osservatorio ha studiato le prime 500 aziende dell’indice Standard & Poor. Escludendo le sole 16 realtà con piattaforme “native” (come ad esempio Google, Meta, Apple), ben il 92% delle imprese (445) ha sviluppato una o più iniziative promuovendole come “piattaforma”. Ma nella maggioranza dei casi si tratta semplicemente di servizi lineari digitali, senza le caratteristiche che identificano le vere e proprie piattaforme, cioè gruppi di clienti multipli e interdipendenti ed effetti di rete trasversali, per cui la presenza di un gruppo di utenti aumenta il valore della piattaforma di un altro. Solo il 30% di queste aziende (135) sta sviluppando vere e proprie piattaforme, con queste caratteristiche sfruttandone l’efficacia e scalabilità.

È interessante notare come questo 30% di imprese realizzi ben il 34% delle vere iniziative di piattaforma tra quelle analizzate. Questo indica che applicare il Platform Thinking può essere molto complesso nella fase iniziale, ma una volta che il meccanismo viene decodificato, implementato ed appreso, esso viene replicato con successo.