Diversamente da come si possa pensare, le normative non sono considerate dai manager un elemento limitante del business. Anzi è proprio l’opposto: rappresentano un fattore critico di successo per l’innovazione digitale. Ad affermarlo sono più della metà dei 2550 decision maker di aziende europee intervistati da Ricoh.
In particolare, le normative ambientali e quelle relative alla privacy sono ritenute abilitanti al successo organizzativo rispettivamente dal 56% e 55% dei manager. Il GDPR e l’Accordo di Parigi risultano pertanto regolamenti la cui adozione è stata particolarmente apprezzata dalle aziende del vecchio continente.
E’ più facile immaginare le normative come dei veri e propri blocchi allo sviluppo del business; come qualcosa che sottrae risorse, tempo ed energie al proseguo delle attività aziendali specialmente in periodi di profondo cambiamento come quello attuale. A pensarla così è fortunatamente solo il 22% dei dirigenti intervistati. – ha spiegato David Mills, CEO di Ricoh Europe, secondo cui sorprende invece che i leader aziendali abbiano una visione molto più ottimistica in riferimento alla compliance. La ragione è semplice: i manager sono diventati consapevoli che comportamenti più etici aumentino certamente il valore del proprio brand agli occhi dei clienti.
Non è quindi un caso che la ricerca Ricoh riveli proprio che il 66% dei decision maker europei ritenga che la sostenibilità abbia un’importanza crescente con lo sviluppo del business. A giocare un ruolo chiave in questa direzione sarà proprio la tecnologia, in grado di poter agevolare la compliance. Il 67% dei manager del vecchio continente sta infatti investendo in soluzioni che rispettano l’ambiente. Il 64%, invece, è intenzionato ad acquistare dispositivi caratterizzati da ridotti consumi energetici. Particolare attenzione sarà fornita anche all’automazione dei processi che passa attraverso l’obiettivo di ridurre l’utilizzo della carta.
Nonostante i buoni propositi, ci sono ancora alcuni elementi su cui dover investire: molti segnalano che è ancora troppo difficile personalizzare le tecnologie in base alle proprie esigenze (61%) e il 62% non riesce a ridurre i tempi per la loro gestione. Non solo: altra problematica riguarda l’obsolescenza delle tecnologie stesse e i continui investimenti per tenere il passo con l’innovazione. Oltre due terzi (69%) delle imprese aggiornano le tecnologie almeno una volta l’anno con investimenti medi di circa 27 mila euro.
“Soltanto utilizzando tecnologie smart, efficienti e ben integrate è possibile trasformare la sfida della compliance da un mal di testa ad un punto di forza. Le normative diventano coì un trampolino di lancio per il successo del proprio business aziendale” ha concluso David Mills.