L’eGovernment Benchmark Report 2017, promosso dalla Commissione Europea, rivela come l’Europa stia migliorando in termini di disponibilità di servizi online per il cittadino e di accessibilità dei siti web pubblici da dispositivi mobili. Per il terzo anno consecutivo il Politecnico di Milano ha contribuito all’elaborazione del report, mettendo a punto insieme alla Commissione Europea un nuovo modello di analisi che muove il tradizionale benchmarking verso un’azione di benchlearning.
“La domanda che ha guidato la costruzione del modello è: come possono le caratteristiche di un Paese influenzare lo sviluppo dell’eGovernment e, di conseguenza, la definizione di una strategia di azione efficace?” spiega Giuliano Noci, Prorettore del Politecnico di Milano e responsabile del gruppo di ricerca sull’eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano. Il modello infatti parte dal presupposto che le performance in eGovernment di un Paese siano il frutto delle strategie che i Governi attuano nel proprio contesto di riferimento, caratterizzato da fattori come la propensione dei propri cittadini all’utilizzo di internet, la diffusione della banda larga sino anche alla reputazione e alla credibilità degli Enti pubblici. “Attraverso l’utilizzo di tecniche statistiche – continua Michele Benedetti, responsabile della Ricerca per il Politecnico di Milano – il modello di benchlearning cerca di evidenziare questi fattori abilitando così un potenziale confronto tra le strategie di eGovernment di Paesi che hanno caratteristiche simili”.
In particolare, il modello è partito da una fotografia delle performance di una Nazione nello sviluppo dei servizi di eGovernment, misurate attraverso due indicatori. Il primo è Penetration che misura il grado di diffusione del canale online tra gli utenti che hanno la necessità di utilizzare i servizi pubblici, calcolato come la percentuale di cittadini che utilizzano il canale online tra quelli che hanno la necessità di rivolgersi alla Pubblica Amministrazione: la media Europea è 52% ma si registra una grande variabilità della percentuale tra i diversi Paesi europei. Il secondo è Digitisation che rappresenta la capacità della Pubblica Amministrazione di sfruttare adeguatamente le potenzialità offerte dall’ICT e riunisce i quattro “top-level benchmarks”: user centricity, transparency, cross-border mobility, key enablers. La media Europea è 65%, con una differenza più contenuta tra i diversi Paesi, se comparata all’indicatore di Penetration.
Il passaggio successivo è stato quindi quello di individuare e analizzare i fattori di contesto che possono influenzare positivamente o negativamente lo sviluppo dell’eGovernment in un Paese e quindi di mettere a confronto gli indicatori assoluti di performance (Penetration e Digitisation) con queste variabili.
Dalle analisi l’Estonia risulta essere l’unico Paese con performance significativamente superiori alla media (“outperforming”) rispetto al resto dei Paesi Europei con caratteristiche di contesto simili. Danimarca, Finlandia, Olanda e Romania sono sovra-performanti relativamente all’indicatore di Penetration e con performance in linea rispetto alla Digitisation. Al contrario, Austria, Lettonia, Malta e Spagna hanno performance superiori alle aspettative in termini di Digitisation e in linea con gli altri Paesi con caratteristiche simili per quanto riguarda la Penetration. Il Portogallo è l’unico Paese europeo sovra-performante in Digitisation ma contemporaneamente sotto-performante (“underperforming”) in Penetration. Francia, Lituania, Polonia, Slovenia e Svezia hanno performance in linea con le caratteristiche specifiche del Paese. Belgio, Cipro, Italia e Germania sono sotto-performanti esclusivamente in Penetration. Bulgaria Croazia, Grecia, Irlanda, Slovacchia e Regno Unito sono sotto-performanti in Digitisation ma con risultati in linea per quanto attiene alla Penetration. Repubblica Ceca, Lussemburgo e Ungheria sono i tre Paesi europei che risultano con performance sotto le aspettative sia per quanto riguarda la Digitisation, sia la Penetration.
L’Italia è caratterizzata dal più basso livello di Penetration in Europa: solo il 19% dei cittadini che necessitano di inviare moduli ufficiali alla Pubblica Amministrazione utilizzano servizi di eGovernment. Il livello di digitalizzazione (Digitisation) è invece di poco inferiore alla media europea, facendo posizionare l’Italia nella categoria “Non-consolidated eGov”, dove sono inclusi tutti quei Paesi che non sono ancora riusciti a sfruttare al meglio le potenzialità offerte dall’ICT per migliorare i servizi pubblici. D’altra parte, l’analisi dei fattori di contesto evidenzia come l’Italia sia caratterizzata da un ambiente che non facilita lo sviluppo dell’eGovernment. Soltanto l’apertura di dati e informazioni (indicatore Openness all’interno del report) e il grado di digitalizzazione del settore privato (Digital in the private sector) sono in linea con la media Europea, mentre tutti gli altri indicatori di contesto (Digital Skills, ICT usage, Quality and Connectivity) risultano bassi se paragonati al resto dell’Europa. Qui entra in gioco il potenziale confronto con altri Paesi nell’ottica del benchlearning: il livello di “Digitisation” risulta infatti in linea con quello di Paesi Europei con caratteristiche di contesto simili. Diversa invece la situazione sul livello di “Penetration”: l’Italia risulta sotto-performante anche in termini relativi.
“La sfida per l’Italia, come sembrano aver ben compreso il Team Digitale di Piacentini e l’AgID, è innanzitutto quella di promuovere l’utilizzo dei servizi di eGovernment”, afferma Giuliano Noci, “partendo dal miglioramento della loro usabilità e accessibilità”.