Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Cyber Security Italy Foundation e Camera Penale di Roma hanno sottoscritto ieri pomeriggio il protocollo d’intesa “per la diffusione della cultura cibernetica, delle competenze digitali negli Istituti penitenziari e l’introduzione alle professionalità specifiche con certificazioni informatiche”. Introdurre competenze digitali e cultura della cybersicurezza nelle carceri, sensibilizzare i detenuti sui rischi delle tecnologie e sulle misure di sicurezza, fornire risorse e formazione per promuovere comportamenti responsabili online e prevenire il cyberbullismo, la pedopornografia e la falsificazione d’identità, sviluppare competenze digitali trasversali orientando i detenuti verso una formazione specialistica per un futuro professionale nel settore: questi gli obiettivi dell’intesa.
Il progetto per i detenuti
Alla firma del protocollo, nella sede del DAP, erano presenti il capo del Dipartimento Giovanni Russo, il presidente della Fondazione Marco Gabriele Proietti e il presidente della Camera Penale di Roma Gaetano Scalise.
Il progetto, ideato e promosso dalla Cyber Security Italy Foundation, la prima fondazione no profit in Italia sul mondo cibernetico, nasce con l’obiettivo di fornire alle persone detenute l’opportunità di apprendere e sviluppare competenze che possano essere consolidate durante la permanenza in carcere e utilizzate, una volta conclusa la detenzione, nel processo di reinserimento nella società e prenderà il via in due istituti penitenziari di Roma.
“Il tempo della detenzione non può essere tempo sprecato – dichiara il senatore Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega al trattamento dei detenuti, commentando il Protocollo – Per questo plaudo ad ogni iniziativa che consenta ai ristretti di formarsi e avviarsi al mondo del lavoro. Nel progetto della Cyber Security Italy Foundation, tuttavia, c’è di più: perché insieme alla formazione del detenuto si promuove un percorso educativo e disincentivante rispetto alle numerose attività fraudolente ed illegali che possono essere commesse in rete, a danno di cittadini adulti e minori. La funzione svolta da questa iniziativa, di cui ringrazio vivamente i promotori, è quindi duplice: formare per avviare al lavoro e informare dei rischi che comporta l’assumere comportamenti vietati sul web”.
“Con questo progetto qualifichiamo ulteriormente la nostra offerta formativa in favore della popolazione detenuta su un tema ormai importantissimo come quello della cultura cibernetica”, ha affermato il capo del DAP Russo. “La firma di questo accordo con la Fondazione Cyber Security Italy e la Camera Penale di Roma rappresenta un segno di fiducia e di riguardo per i cambiamenti che stiamo portando avanti nell’Amministrazione Penitenziaria”.
“Il progetto che oggi inauguriamo – spiega il presidente della Cyber Security Italy Foundation Proietti – rappresenta un passo fondamentale per la diffusione della cultura cibernetica e delle competenze digitali negli Istituti penitenziari. Un’iniziativa che non solo vuole offrire conoscenze tecniche e certificazioni informatiche, ma anche gettare le basi per una prospettiva di vita differente. La Cyber Security Italy Foundation è orgogliosa di portare avanti la propria missione, anche in contesti complessi come quello carcerario, dove il digitale può diventare uno strumento di riscatto e di nuova progettualità personale. Ringraziamo tutte le istituzioni e le realtà coinvolte che hanno creduto in questo protocollo, collaborando per trasformare una sfida in un’opportunità concreta per il futuro”.
“Questo progetto – evidenzia infine il presidente della Camera Penale di Roma Scalise – rappresenta un passo importante verso l’inclusione digitale e la riabilitazione dei detenuti, offrendo loro una concreta opportunità di acquisire competenze utili per il futuro reinserimento nella società e nel mondo del lavoro. Riteniamo che la diffusione della cultura cibernetica negli istituti penitenziari sia utile per creare nuove possibilità e ridurre la recidiva, promuovendo valori di responsabilità e consapevolezza nell’era digitale”.