Come il crowdfunding può aiutare gli editori a pubblicare storie che piacciono al pubblico

Crowdfunding
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Crowdfunding: lo strumento digitale al servizio dell’editoria

Crowdfunding, o in termini più tradizionali: raccolta fondi. Può essere la strategia giusta per aiutare gli autori esordienti a farsi conoscere dal pubblico, da un lato, e dall’altro gli editori a trovare storie che al pubblico già piacciono. Lo potremmo definire un investimento dal più alto rapporto rischio/rendimento: perché è il pubblico stesso che, partecipando alla raccolta fondi, sostiene subito quei costi che in genere vengono in prima battuta sostenuti solo dall’editore, prima che il libro venga distribuito e inizi a vendere.

Il caso di Bookabook

Il digitale non può che rendere il processo più semplice: sembra essere proprio questa l’idea di business di Bookabook, casa editrice milanese che valuta i manoscritti di tanti scrittori, filtra quelli che ritiene più meritevoli e pubblica sul proprio sito le relative campagne di crowdfunding.

In questo modo, dopo la prima scelta della redazione, la palla passa nelle mani del pubblico. I lettori, infatti, possono decidere di pre-ordinare i libri che ritengono più interessanti e permettere all’autore di raggiungere la soglia minima di copie che permette la pubblicazione: 200. Raggiunta questa soglia, Bookabook si occupa dell’editing, del progetto grafico, della pubblicazione e della distribuzione nazionale del manoscritto, e tutte le persone che hanno pre-ordinato il libro ne riceveranno una copia prima che il libro approdi in libreria.

Se questa soglia non viene raggiunta, Bookabook non pubblicherà il libro e restituirà i diritti all’autore, che potrà riproporre il manoscritto ad altri editori. Se però la campagna raggiunge la soglia di almeno 60 copie pre-ordinate, chi ha dato fiducia all’autore riceverà in ogni caso la propria copia. Se neanche la quota di 60 copie pre-ordinate viene raggiunta, invece, chi ha pre-ordinato il libro sarà rimborsato.

Non tornare, il libro di un ex redattore di BitMat

Questo è l’iter che sta seguendo anche Non tornare, il manoscritto dell’ex redattore di BitMat, ora redattore pubblicitario e social media manager freelance, Paolo Ottomano. Un’incursione nella narrativa per evadere dal quotidiano – non troppo, perché anche in pubblicità si raccontano storie. Storie diverse, da consumare in maniera più distratta e immediata, e non così intime e profonde come potrebbe essere un’opera prima.

Di cosa parla Non tornare?

Il protagonista è un uomo più immaturo di quanto non voglia ammettere. Per questo motivo decide di partire, di nascosto, lasciando la moglie e tornando nella sua città natale per chiudere un conto con il passato. Mette a rischio un presente tranquillo, fatto di certezze, per provare a rivivere un passato che potrebbe non tornare mai come lui se lo immagina.

Cosa ti ha spinto a cimentarti con la narrativa?

Leggo molto e nel mio percorso di studi ho imparato – in teoria – come si racconta una storia. Ho deciso di mettermi alla prova e vedere se tutto quello che penso di sapere lo possiedo davvero – e un editore e il pubblico possono smentirmi. Volevo capire se quello che volevo raccontare avrebbe potuto acquisire una forma compiuta, al di là del capriccio dell’essere pubblicato.

 Come si può partecipare al crowdfunding?

È possibile pre-ordinare una copia del libro da questo link. Insieme alla prenotazione, per chi volesse togliersi la curiosità in anteprima, sono disponibili anche le bozze non editate del manoscritto. I lettori più appassionati potranno leggere entrambe le versioni e farsi un’idea della differenza tra il prima e il dopo: come cambia una storia compiuta, ancora grezza, e la sua versione definitiva. Perché anche se un autore vorrebbe lavorarci all’infinito, limare e rimaneggiare, una storia bisogna lasciarla andare perché prenda vita.