A cura di Federico Pozzi Chiesa, Founder di Supernova Hub
“Alexa, che tempo farà domani a Verona?”. “Siri, chi ha scritto la poesia l’Infinito?”. Domande che stanno ormai entrando nel quotidiano di ognuno di noi. “Dov’è la mia consegna, Cortana?” oppure “Alexa, mi fai la spesa?” saranno il prossimo step.
Gli assistenti virtuali sono sempre più diffusi, ci affidiamo a loro con sempre più richieste, soprattutto in casa. Già nel 2016 il 20% delle ricerche fatte su Google erano ricerche vocali, ma secondo comScore nel 2020 la percentuale salirà al 50%. Se “rivolgersi a un telefono” in mezzo alla gente ci fa sentire strani, a disagio e anche un po’ maleducati, farlo nelle proprie quattro mura è lecito e anche divertente. E infatti al CES di Las Vegas 2019 il trend principale è stato l’intelligenza artificiale applicata a dispositivi e tecnologie casalinghe.
I dati lo confermano. Secondo un sondaggio di PwC (1.000 persone intervistate negli Stati Uniti. Febbraio 2018) il 72% delle persone intervistate ha usato gli assistenti virtuali e solo il 10% di essi non ne ha mai sentito parlare. Le persone che fanno un uso più consistente dell’assistente vocale hanno tra i 25 e i 49 anni: il 65% degli intervistati appartenenti a questa fascia d’età ha dichiarato di parlare all’assistente vocale del proprio smartphone almeno una volta al giorno.
L’AI ci segue in viaggio e negli acquisti
Persino quando si viaggia si incomincia ad affidarsi agli assistenti virtuali. Nell’Aeroporto di Napoli, ad esempio, la startup Zoro.ai (nata nel 2016 all’interno dell’incubatore Supernova Hub e acquistata solo dopo due anni dal gruppo di Information Technology Citel Group) ha sviluppato un chatbot – il primo del suo genere in Italia – che risponde alle domande di tutti i passeggeri nazionali e internazionali, dando informazioni sui voli, su come raggiungere il gate, sui controlli di sicurezza, sui servizi utili presenti dentro e fuori l’aeroporto.
Stando all’ultima edizione dello studio How Popular is Voice Search? (gennaio 2019) di HigherVisibility, dal 2017 al 2018 sono leggermente aumentate le ricerche vocali quotidiane (dal 22 al 23%), ma più interessanti sono le motivazioni principali che spingono a usare questa tecnologia: facilità (33%), velocità (26%) e impossibilità a digitare (26%).
Ma il dato più interessante è che il 50% degli intervistati ha già effettuato un acquisto utilizzando il proprio assistente vocale e un ulteriore 25% pensa di farlo in futuro. Per ora, la maggior parte degli articoli comprati in questo modo sono cose che si possono comprare senza doverle necessariamente vedere (un libro, un detersivo, qualcosa che si è già acquistato in precedenza…), ma il trend fa pensare che presto gli assistenti vocali verranno utilizzati anche per acquisti più complessi.
AI per l’e-commerce: il potenziale c’è, ma deve essere sviluppato
Secondo un altro report di PwC (PwC’s Global Consumer Insights Survey), se nel 2017 le vendite tramite voce negli Stati Uniti avevano raggiunto il valore di 1,8 miliardi di dollari, la cifra è destinata, secondo le proiezioni, ad arrivare a 40 miliardi entro il 2022. Anche se non sappiamo se queste proiezioni siano esatte, il potenziale è enorme.
Secondo le analisi e l’esperienza di Supernova Hub, l’incubatore legato a ITLM, il Gruppo che controlla Italmondo – da 65 anni tra i leader del settore dei servizi logistici italiani ed internazionali – l’intelligenza artificiale sarà il futuro del retail. Non solo per i consumatori, ma anche per i player del settore. Ma come? Che implicazioni possono avere l’intelligenza artificiale e i comandi vocali nel mondo del retail, delivery e logistico?
Le aziende di logistica dovranno concentrarsi sul “fitness digitale”, come dice PwC, per poter soddisfare le aspettative degli acquirenti. Ciò significa: efficienza dei costi, produttività degli asset e innovazione. I clienti di oggi vogliono servizi veloci, flessibili e affidabili perciò le aziende di trasporto e logistica dovranno costruire e perfezionare queste capacità e renderle scalabili. Oggi quasi il 12% del totale delle vendite al dettaglio nel mondo avviene attraverso e-commerce B2C, ma le spedizioni rimangono ancora troppo spesso un problema per i rivenditori.
La strada, però, è ancora lunga. Il motivo principale per cui non compriamo ancora su larga scala attraverso Alexa o Google Home è la mancanza di fiducia. Finché si tratta di informazioni, riteniamo gli assistenti virtuali affidabili e accurati, ma se ci sono di mezzo i soldi cambia tutto.
La logistica intelligente
Se gli utenti si stanno ancora abituando a questa modalità, le aziende di logistica più innovative invece si stanno già muovendo per integrare questa tecnologia nella propria quotidianità è il settore logistico, con grandi vantaggi. Grazie all’integrazione vocale, per esempio, un responsabile delle spedizioni o delle vendite potrà verificare la posizione o lo stato di qualsiasi consegna, veicolo o agente in transito.
Ne è un esempio la startup americana AVRL che integra nelle tradizionali piattaforme industriali di IT funzionalità conversazionali. Prima dei più recenti progressi tecnologici di riconoscimento vocale e IA, gli strumenti esistenti erano statici, si limitavano al riconoscimento di parole chiave e comandi fissi. Inoltre, questi sistemi erano limitati in termini di interazione, supportando solo un numero limitato di lingue, accenti e dialetti. La tecnologia vocale di AVRL, invece, il sistema può interpretare il significato semantico di una frase e creare collegamenti con le informazioni contenute in un sistema ERP, WMS o TMS. Ciò consente agli operatori logistici di interagire in modo colloquiale con i propri sistemi IT proprio come farebbero con un altro essere umano, utilizzando un linguaggio colloquiale o informale. La capacità di automatizzare input, memorizzare e recuperare informazioni tramite l’interazione vocale riduce i tempi e semplifica i processi.
Il futuro – della casa, degli acquisti e della logistica – è fatto di parole.