L’Infrastructure as Code (IaC) sta emergendo come una pratica per le aziende orientate all’ottimizzazione e alla modernizzazione delle proprie infrastrutture

Nel panorama dinamico dell’attuale scenario digitale, l’Infrastructure as Code (IaC) emerge come una pratica fondamentale per le aziende orientate all’ottimizzazione e alla modernizzazione delle proprie infrastrutture.

L’Infrastructure as Code: di che si tratta?

Si tratta di un approccio all’amministrazione e alla configurazione delle risorse di infrastruttura che avviene mediante codice. Con la scrittura di codice, gli addetti ai lavori possono descrivere in modo dettagliato l’intera infrastruttura – dai server alle reti, dai database ai servizi cloud – in maniera riproducibile e scalabile, eliminando procedimenti manuali e, potenzialmente, riducendo gli errori umani.

I vantaggi dell’Infrastructure as Code

L’adozione della pratica IaC porta tre ordini di vantaggi:

  • automazione e riproducibilità
  • efficienza operativa
  • scalabilità e flessibilità.

Innanzitutto, l’IaC permette l’automazione del provisioning e della gestione delle risorse, assicurando in ogni istante la riproducibilità dell’ambiente di produzione. Ciò non solo incrementa la coerenza, ma semplifica anche la gestione dell’intera infrastruttura. L’infrastruttura, infatti, è espressa tramite codice come fosse un applicativo interno e quindi possono esistere nei repository aziendali diverse versioni della stessa: questo permette di poter “tornare indietro” (rollback) in caso di situazioni contingenti e allo stesso tempo di poter provare soluzioni nuove in maniera molto veloce e flessibile.

La riduzione delle attività manuali si traduce in una maggior efficienza operativa: i team IT possono concentrarsi sull’innovazione e sulla risoluzione di problematiche, anziché impiegare tempo su compiti ripetitivi, contribuendo ad aumentare la produttività aziendale. Associando il paradigma dell’IaC a quello DevOps, inoltre, è possibile automatizzare molte delle richieste di nuovi ambienti, database, deployment e addirittura configurazioni di macchine fisiche.

L’IaC, infine, semplifica notevolmente il lavoro quando occorre scalare l’infrastruttura per rispondere alle mutevoli esigenze aziendali: l’aggiunta di nuove risorse o la creazione di nuovi ambienti è resa possibile da poche righe di codice, garantendo la totale flessibilità dell’infrastruttura. Invece, in una organizzazione che non adotta l’IaC, quanto tempo passa da quando si fa, ad esempio, la richiesta di un database di sviluppo al momento in cui questo è effettivamente disponibile? O quanto tempo occorre per aggiungere nodi a un server applicativo o cambiare i parametri operativi, come la memoria o la potenza di calcolo, di un endpoint mission- critical?

Con l’IaC tutte queste attività vengono gestite tramite codice ed è possibile creare un nuovo database, modificare il layout di un application server o i parametri operativi di un endpoint semplicemente eseguendo la nuova versione del codice.

L’approccio di Axiante all’IaC

In questo scenario di trasformazione digitale, migliorare l’efficienza operativa è un imperativo per le aziende. L’Infrastructure as code consente di configurare rapidamente l’intera infrastruttura, evitando il rischio di errori connesso ai processi manuali, rendendo più efficiente l’intero ciclo di vita di sviluppo del software e riducendo i costi.

Per implementarla nel modo migliore, è importante affidarsi a professionisti esperti. Axiante si propone come partner privilegiato per guidare le aziende nell’implementazione dell’IaC, affiancando il cliente nella creazione di codice infrastrutturale robusto e personalizzato secondo le specifiche necessità dell’organizzazione.

di Marco Ferretti, Senior Java Architect di Axiante