Scende in campo Consumerismo No Profit sul caso degli influencer virtuali, ossia quegli influencer creati dall’Intelligenza Artificiale. La richiesta fatta a Meta e alle altre società che gestiscono i social network è di adottare regole precise in materia, per evitare il “far west digitale” e una possibile deriva di illegalità.
“Il caso di Francesca Giubelli, influencer virtuale italiana creata tramite IA e che ha conquistato migliaia di follower su Instagram, evidenzia l’urgenza di attribuire una identità a tali nuove figure – spiega il presidente Luigi Gabriele – Il fenomeno degli Influencer digitali, grazie all’intelligenza artificiale, è appena esploso e si prospetta come la nuova forza che condizionerà mercato e istituzioni. Tuttavia, nonostante i social network siano il loro veicolo principale, l’identità dei creatori non è ancora certa a causa delle politiche dei colossi stessi”.
Infatti all’ora attuale chiunque può creare un Influencer digitale tramite l’IA senza avere alcuna responsabilità per ciò che dice o fa – evidenzia Consumerismo – Questo solleva preoccupazioni riguardo a coloro che potrebbero influenzare i consumatori a compiere comportamenti scorretti o a commettere reati, o addirittura spingere i giovani verso gravi fenomeni come la bulimia, l’anoressia o l’autolesionismo. Purtroppo, seguendo le attuali autoregolamentazioni dei social network, in particolare quelli del gruppo META, non è possibile risalire in alcun modo ai loro creatori e, di conseguenza, attribuire responsabilità legali.
“È per questo motivo che Consumerismo ha deciso di sostenere la causa di Francesca Giubelli e dei suoi creatori che, da mesi, stanno cercando il riconoscimento e la validità della pagina in maniera ufficiale – prosegue Gabriele – Tutto ciò avviene senza che il management di META mostri un reale interesse per le possibili conseguenze. In sintesi, i social network sembrano sempre più essere stati sovrani che decidono persino sulle identità umane e dei bot, senza assumersi alcuna responsabilità legale e morale”.