Le campagne di crowdfunding raggiungono l’obiettivo se non lasciano nulla al caso. Non ci si può affidare alla bontà del progetto, né all’impulso emotivo degli utenti. Elemento chiave, piuttosto, è una scientifica applicazione delle leve più avanzate che oggi offre il digital marketing.
A rendere evidente la correlazione che unisce le campagne di successo (numero di investitori e reazioni concrete dei singoli alle attività di marketing digitale messe in campo) è lo studio realizzato da Lucia Michela Daniele, Assegnista di ricerca presso l’Università della Campania, commissionato da Scai Comunicazione, agenzia italiana di equity crowdfunding con più di 90 campagne portate a termine in Italia e oltre 80 investimenti diretti nel capitale di rischio.
La ricerca evidenzia con chiarezza in che misura il numero degli investitori sia strettamente correlato alle interazioni digitali, alle riproduzioni dei contenuti video relativi all’offerta, al numero di utenti raggiunti tramite advertising mirato. Più è curato il marketing più il target della campagna risponde positivamente.
A spingere Scai Comunicazione a indagare scientificamente il mondo del “crowdfunding”, sono stati gli importanti risultati che la “raccolta fondi dalla folla” ha fatto registrare negli ultimi anni in Italia: dal 2012, anno di introduzione ufficiale nel nostro Paese ad oggi, la cultura intorno a questo strumento di finanza alternativa e i relativi volumi sono cresciuti costantemente, raggiungendo 77 milioni di euro raccolti nel solo 2020.
L’analisi esplorativa – che sarà presentata da Scai nella sua interezza nel corso dell’evento Crowd Generation in programma il prossimo 8 settembre – è stata condotta su un campione di 33 campagne italiane di equity crowdfunding, grazie alla collaborazione di alcune delle principali piattaforme italiane, Mamacrowd, Opstart, BacktoWork e 200crowd, coinvolgendo inoltre 23 società emittenti e raccogliendo informazioni da 1084 operazioni di investimento effettuate da persone fisiche e giuridiche tramite portali di equity crowdfunding.
“Questo studio – ha commentato Michele Franzese, Esperto di equity crowdfunding dell’agenzia – è per noi solo l’inizio di un percorso di indagine che fa chiarezza sul rapporto tra marketing e crowdfunding e si pone in un quadro più generale di divulgazione degli strumenti e delle piattaforme di equity crowdfunding per metterli a disposizione di un numero sempre maggiore di startup, pmi e investitori”.
Per gli addetti ai lavori – e non solo – la ricerca reca importanti conferme. Si dimostra che il crowdfunding, oltre ad essere ormai un prezioso strumento di finanziamento per trasformare idee in realtà è, a tutti gli effetti, un potente media digitale per dotarsi, attraverso i social media e le piattaforme di economia collaborativa, di capitale reputazionale e sociale, grazie alla diretta interazione con le diverse categorie di stakeholders.