
TikTok, Facebook e Instagram sono ormai le vetrine digitali più seguite di sempre. Ma cosa succederebbe se un giorno dovessero scomparire?
In un’epoca dominata da algoritmi mutevoli, visibilità sempre più limitata e piattaforme sempre più affollate, cresce tra aziende e professionisti una domanda cruciale: cosa accadrebbe se da un giorno all’altro i social network smettessero di funzionare?
Uno scenario estremo, ma non così improbabile. La vera questione è: chi possiede davvero i contatti del proprio pubblico?
La risposta arriva da uno strumento spesso sottovalutato ma oggi più che mai strategico: la newsletter.
Il declino della visibilità organica, il ritorno della posta elettronica e della newsletter
Secondo dati Statista 2024, solo il 5,2% dei follower visualizza organicamente i contenuti pubblicati su Instagram, e meno del 3% su Facebook.
Al contrario, le newsletter aziendali in Italia registrano un tasso medio di apertura del 38%, con punte ancora più alte nei settori business e editoriali.
Parallelamente, la creator economy si sta spostando verso modelli basati sull’e-mail. Secondo Substack, nel 2025 oltre 3 milioni di utenti nel mondo pagano per ricevere contenuti via newsletter. Tra i casi italiani più noti, Selvaggia Lucarelli, che ha lanciato una propria newsletter a pagamento e professionisti come Valerio Bassan (ellissi) o Francesco Oggiano (Digital Journalism), che hanno trasformato la newsletter in un mezzo editoriale di relazione e approfondimento.
Una nuova abitudine: abbonarsi a contenuti selezionati
Oggi le persone scelgono di iscriversi a newsletter per le stesse ragioni per cui, in passato, si abbonavano alle riviste: per stile, contenuti, tono e valori.
La newsletter è tornata a essere uno spazio personale e stabile, non filtrato da algoritmi o feed, dove il lettore riceve contenuti rilevanti in modo diretto e volontario.
Active Powered: aiutare brand e professionisti a costruire mailing list di valore
Secondo Active Powered, che affianca oltre 1200 clienti tra PMI, brand e professionisti, sta emergendo una tendenza chiara: chi investe in una mailing list proprietaria costruisce un asset duraturo, capace di generare valore anche in scenari di crisi.
Fondata nel 2018, l’azienda è uno dei maggiori partner europei di ActiveCampaign e ha raggiunto un fatturato di 2 milioni di euro nel 2024. Dal 2024 ha iniziato a vendere anche la propria infrastruttura tecnologica ad altri operatori del settore, confermandosi punto di riferimento nel panorama europeo della marketing automation.
Una newsletter ben progettata oggi, dunque, non è solo uno strumento di marketing, ma un canale di relazione, identità e contenuto.
Dichiarazioni
“I social sono utili, ma rappresentano uno spazio preso in prestito”, afferma Roberto Tarzia, COO di Active Powered, il primo sistema di marketing e Customer Experience Automation in Italia “Le aziende che vogliono costruire una relazione stabile con il proprio pubblico devono tornare a investire in canali diretti e proprietari, come l’e-mail”.
“Nel momento in cui i social si fanno più affollati, costosi e imprevedibili, la differenza tra comunicare e costruire relazioni passa dalla casella di posta. Chi possiede una lista di contatti attiva e curata potrà continuare a dialogare con il proprio pubblico in ogni contesto. Gli altri rischiano di dover ricominciare da zero”, dichiara Roberto Tarzia, COO e co-fondatore di Active Powered.