Secondo quanto emerso da uno studio di YouGov commissionato da Matrix42, provider per il digital workspace e l’enterprise service management, le aziende dovrebbero supportare i lavoratori ed in modo costruttivo per far sì che questi riescano a gestire autonomamente il proprio tempo ed evitare, in questo modo, il burnout dei dipendenti. Questa considerazione, valida sia che si parli di modelli di lavoro ibridi, da casa o più in generale da remoto, svolti tramite qualsiasi dispositivo, è uno dei punti fondamentali su cui si baserà il workplace del futuro.
Nonostante circa la metà degli italiani non intenda rinunciare ai vantaggi del lavoro da casa o da remoto, riconosce anche che i nuovi modelli di lavoro presentano alcuni rischi. Questi includono, per esempio, la sovrapposizione tra lavoro e vita privata (70%), eventuali carichi di lavoro aggiuntivo (49%) e la mancanza di relazioni dirette con i colleghi (40%).
“Esperienza totale” come concetto aziendale integrato
Per questo motivo, secondo Rocco Inga, Country Manager Italia di Matrix42, il compito principale di un’azienda è quello di accogliere organicamente le nuove tecnologie di lavoro “dal livello C ai reparti specializzati”. Questo è l’unico modo per garantire un’esperienza veramente unitaria e scongiurare il burnout dei dipendenti: “L’esperienza del dipendente e del cliente coincidono, poiché solo dei dipendenti soddisfatti garantiscono clienti altrettanto felici. È fondamentale”, aggiunge il Country Manager, “concedere ai dipendenti un’autonomia quasi totale per lavorare da qualsiasi luogo, indipendentemente dal modello di lavoro adottato. Questo permette loro di creare l’ambiente di lavoro che si adatta meglio alle loro esigenze pur all’interno di un quadro gestito. Oltre ad un’attrezzatura IT moderna e sicura è importante, per annullare il burnout dei dipendenti, offrire ai propri lavoratori strumenti digitali in grado di sollevarli da tutti quei processi manuali che potrebbero essere soggetti a errori e consumare molte risorse. Ad esempio, attività dove completare fogli di calcolo a mano su carta, trasferire dati manualmente, o fornire abitualmente informazioni standard”.
Processi manuali: dispendiosi in termini di tempo e soggetti a errori
“È qui che entra in gioco il concetto di iperautomazione, ovvero l’automazione standard dei singoli sottoprocessi”, continua Rocco Inga. In questo caso, si potrebbe ricorrere ad applicazioni ad alte prestazioni basate su potenti motori AI e sull’apprendimento automatico, combinando così insieme l’analisi dei dati, le funzioni di chatbot o i collegamenti agli ambienti robotici. I dipendenti hanno così la possibilità di creare un ambiente adatto al lavoro creativo e innovativo e questo li motiva e garantisce che siano soddisfatti del loro lavoro.
“Nel recruiting di risorse, la employee experience e quindi l’iperautomazione possono senz’altro evitare che il lavoro diventi ripetitivo e opprimente e scongiurare, in questo modo il burnout dei dipendenti “, conclude Rocco Inga.
Meno pendolarismo per un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata
Dallo studio di Matrix42 è emerso che i nuovi modelli di lavoro ibridi sono stati accolti molto bene soprattutto perché offrono un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, riducendo in questo modo il burnout dei dipendenti. Circa il 47% degli intervistati italiani ha infatti segnalato un progresso in questo ambito. Il 62% degli intervistati in Italia è contento di non dover fare il pendolare per recarsi al lavoro, mentre la maggioranza degli intervistati (91%) a livello globale attualmente si è detto soddisfatto del supporto IT ricevuto durante il lavoro remoto.