Negli ultimi anni un grande numero di investimenti del VC si è concentrato nell’ambito fintech e, nonostante alcune recenti battute d’arresto e ri-valutazioni del settore, il trend non sembra destinato a fermarsi. Il 2022, in particolare, sembra essere un periodo peculiare per il fintech: se da un lato c’è chi dice che non sia un buon anno, […]

Negli ultimi anni un grande numero di investimenti del VC si è concentrato nell’ambito fintech e, nonostante alcune recenti battute d’arresto e ri-valutazioni del settore, il trend non sembra destinato a fermarsi. Il 2022, in particolare, sembra essere un periodo peculiare per il fintech: se da un lato c’è chi dice che non sia un buon anno, in realtà, ad oggi, le fintech non hanno registrato numeri che indichino un declino sostanziale e generalizzato. C’è stato il “down round” d’entità importante della svedese Klarna, ma a parte questo, non si sono verificati molti altri round “down” o “flat” (come si può vedere nel grafico di seguito, elaborato coni dati di Pitchbook).

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Vediamo come mai, nonostante la situazione congiunturale globale, i mercati privati stiano performando ancora bene, e cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi per quanto riguarda gli investimenti nel fintech.

Lo scenario fintech dei prossimi mesi

Secondo gli analisti di Morgan Stanley, i mercati privati generalmente risentono dei down nel settore pubblico con una media di 18 mesi di ritardo: un eventuale abbassamento delle valutazioni dei primi è quindi ipotizzabile per luglio 2023. Dobbiamo quindi aspettarci dieci mesi con numeri in decrescita e round più piccoli, mesi in cui i fondi di VC saranno più selettivi e i founder meno disposti a diluire il capitale.

D’altro canto, vi è una buona disponibilità di capitale da allocare soprattutto da parte di quei fondi di venture capital che hanno raccolto negli ultimi 10 mesi e hanno deciso di frenare i loro investimenti per vedere in che direzione sarebbe andato lo scenario macroeconomico. In questo contesto però, se, com’è plausibile, l’analisi di Morgan Stanley è corretta, riteniamo non si possano attendere altri 18 mesi per riprendere gli investimenti in modo consistente: i veicoli rischierebbero di non rispettare le tempistiche concordate con i loro investitori perché non avrebbero una finestra temporale abbastanza ampia per distribuire il capitale disponibile.

I comparti del fintech dove investire adesso

Per capire dove investire, è necessario intercettare i trend e i comparti del fintech che stanno attualmente ottenendo risultati al di sopra della media, nonostante i vari scenari macroeconomici:

image.pngQuello dei servizi bancari per le PMI è l’ambito che ha registrato la maggiore crescita, in termini di investimenti, nel 2022. Il settore dei pagamenti rimane ancora il più gettonato, seguito da quello del “Buy now, pay later” (BNPL), pur avendo subito un calo rispetto al 2021.

Perché investire, ancora oggi, nel fintech?

Il mercato dei servizi fintech, in particolare quelli per le imprese e per le istituzioni finanziarie, è in espansione e continuerà ad esserlo nei prossimi anni. Vediamo perché.

Un numero sempre più alto di piccole e medie imprese sta pensando di affidarsi all’embedded finance, per ridurre le frizioni con le banche. Come riporta una ricerca del 2021 di Accenture, che ha preso in considerazione un panel di più di 2,5 mila PMI provenienti da tutto il mondo (in particolare da Europa e Stati Uniti):

  • il 41% delle PMI sarebbe interessato a servizi bancari forniti da provider digitali. Una percentuale che raggiunge il 52% con il crescere della dimensione dell’azienda in questione (50-250 impiegati);
  • il 44% delle PMI preferisce le piattaforme digitali che offrono servizi in partnership con le banche tradizionali. Un dato che scende al 30% quando aumenta la dimensione delle società considerate;
  • il 47% delle PMI sarebbe disposta a considerare una “tariffa premium” per avere servizi di embedded finance. Il valore raggiunge il 57% nel caso di business di maggiori dimensioni.

Le società avranno sempre più necessità di creare nuove fonti di ricavi, ad esempio fornendo servizi finanziari alle loro filiere di produzione, come se fossero loro stesse una banca. Un modo per aumentare, ad esempio, i margini d’investimento, e anche di garantire finanziamenti ai loro fornitori, con interessi che sono al momento solo poco superiori a quelli bancari.

Una delle compagnie nel portfolio di P101, Opyn, offre già questi servizi. Società leader nell’embedded finance, offre prodotti di “Banking as a Service (BaaS)” e supply chain finance. Mettendo a disposizione una suite completa di strumenti, permette ai suoi clienti di prendere in prestito denaro e anche esserne i finanziatori, secondo i loro bisogni.

Oltre a questo comparto del fintech, che si basa sull’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale per semplificare e velocizzare le operazioni finanziarie, ce ne sono altri che oggi i fondi di VC devono tenere sott’occhio. Si tratta di business SaaS (software as a service):

  • strumenti di risk management: ad oggi, non si trova per le PMI uno strumento per la gestione del rischio simile a quello che usano, ad esempio, i fondi di venture capital. Di conseguenza, molte compagnie non hanno un’idea chiara delle società con cui lavorano, ad esempio in termini di stabilità finanziaria;
  • soluzioni per la cybersecurity: prevengono le frodi e forniscono funzionalità di accesso biometrico e protezione;
  • strumenti per migliorare le procedure KYC (Know Your Customer) degli istituti finanziari.

Infatti, non solo le imprese, ma anche gli istituti finanziari sono sempre più interessati ai servizi fintech operanti nell’ambito SaaS e dell’intelligenza artificiale, perché permettono un risparmio sui costi di hardware, licenze e team interni dedicati. Forniscono servizi sempre aggiornati dal punto di vista tecnologico e di sicurezza, utilizzabili ovunque nel mondo, flessibili e ad alto valore aggiunto.

Insomma, riteniamo che i servizi fintech per le Pmi e per le istituzioni finanziarie andranno incontro a un sostanziale sviluppo nel prossimo futuro e che le società fintech che contribuiranno a livello tecnologico in tali ambiti probabilmente raggiungeranno lo status di “unicorno” nel giro di qualche anno.

A cura di Giorgio Pastarini – Investment Analyst di P101 & Giuseppe Donvito – Partner di P101

 

Fonti:

“Embedded finance for SMEs: the ultimate collaboration of banks and digital platforms” – Accenture 2021 (research on +2,5k interviews of SMEs in Italy, France, Germany, Spain, UK, US, Canada, Singapore, Australia, Brasil);

“The Fintech radar – Private versus Public markets, diverging trends” – Morgan Stanley, August 2022

Pitchbook, August 2022.