In questo articolo scopriremo dove si sta muovendo la ricerca in ambito IA e cosa dobbiamo aspettarci da questo affascinante universo.

Per scelta o per necessità, la tecnologia è il futuro AI - L’Intelligenza Artificiale

Nel 2020, Elon Musk aveva lanciato la sua previsione: la singolarità avverrà entro il 2025. Il momento in cui un’intelligenza artificiale, ricondotta spesso al concetto di “robot” o computer, sarà in grado di superare quella umana e continuare ad accelerare il proprio percorso cognitivo a un tasso di crescita difficile da comprendere per “noi miseri mortali”. Al di là delle previsioni, probabilmente lanciate per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di norme proporzionate per regolare un fenomeno potenzialmente pericoloso, è indubbio che l’Intelligenza Artificiale sia una delle tecnologie con la maggior capacità di rottura rispetto allo status quo.

In questo articolo scopriremo dove si sta muovendo la ricerca in ambito IA e cosa dobbiamo aspettarci da questo affascinante universo.

La quiete prima della tempesta

Sebbene si faccia un gran parlare di IA, allo stato attuale non sono molte le applicazioni tecnologiche di intelligenza artificiale che hanno realmente inciso sulla società. 

Questo è il sunto dei dati raccolti in alcuni dei report degli ultimi anni. Moltissime società hanno mosso i primi passi per creare progetti pilota in ambito IA, non riuscendo però nel 55% dei casi (dati 2020) a rilasciare un modello verò e proprio o un prodotto finito frutto del lavoro di ricerca e design.

Gli enormi investimenti (come i 676 milioni raccolti dalla startup SambaNova, arrivata così a una capitalizzazione totale di 5 miliardi di dollari) e la macrotendenza che vede ridurre negli ultimi anni la percentuale di incapacità a tradurre la conoscenza in risultati pratici può significare solo una cosa: siamo a un passo dalla svolta. Lo sviluppo di modelli, anche in stato embrionale, e la formazione di risorse umane specializzate in ambito DevOps fra coding e machine learning non potranno che tradursi in un maggior numero di applicazioni pratiche.

I primi risultati e le prime innovazioni

Cominciano comunque a vedersi alcune delle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Ad esempio, nella piattaforma di Operis, che sfrutta proprio un algoritmo IA per raccogliere automaticamente informazioni dalla rete e generare contenuti di valore per gli utenti. Nel caso specifico si tratta di pagine relative a diverse figure professionali in Italia e in altri Paesi, ma tale tecnologia potrebbe essere utilizzata anche in altri ambiti per velocizzare le attività di ricerca in ambito accademico o medico.

In tale direzione sta infatti si sta muovendo il mondo dei large language models o LLM. Stanno infatti proliferando dei veri e propri linguaggi in grado di apprendere automaticamente informazioni da un determinato ambiente. Si prevede che tali applicazioni possano in un futuro prossimo internalizzare vere e proprie forme di comunicazione, intese anche in ambito biologico, umano o chimico.

L’impegno nella regolamentazione

Torniamo quindi al tema di apertura. La sensazione è che questa tecnologia abbia il potenziale di modificare rapidamente e in modo sorprendente il nostro tessuto sociale. Andando oltre gli anatemi fantascientifici di un mondo dominato dai robot, è evidente che i governi debbano prepararsi a intervenire per regolare il fenomeno. Anche l’UNESCO ha lanciato un monito in tal senso, chiedendo alle singole realtà nazionali di rendersi disponibili a creare piattaforme di cooperazione internazionale per lo sviluppo della tecnologia e delle misure di regolamentazione. L’obiettivo è fare dell’IA un trend globale, capace di ridurre e non acuire le differenze economiche fra i Paesi.