I nuovi prodotti, partner e programmi annunciati da Google Cloud supportano i clienti nell’adozione di strategie di sostenibilità.

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Secondo Google il percorso verso un futuro sostenibile inizia con le piccole decisioni che ogni individuo e ogni impresa intraprendono nel proprio quotidiano. Eppure le industrie, i governi e le aziende si trovano a dover prendere queste decisioni senza avere a propria disposizione i giusti dati o insight su cui basarsi. Anche una piccola scelta per un’organizzazione – quale materia prima scegliere per un nuovo prodotto, quando irrigare proattivamente le colture in vista di una siccità, in quali fondi green investire – richiede la comprensione di informazioni uniche e spesso complesse.

È ormai nell’interesse di tutti comprendere come diventare più sostenibili e intraprendere azioni che abbiano un impatto significativo. Basti pensare che quest’anno negli Stati Uniti la query di ricerca online “come ridurre la mia impronta di carbonio” è stata digitata come mai prima d’ora e le ricerche per approfondire “cos’è il greenwashing” sono quintuplicate negli ultimi dieci anni. Sia le aziende che i privati si chiedono come concretizzare le proprie ambizioni di sostenibilità.

In occasione del Google Cloud Sustainability Summit l’azienda annuncia il rilascio di nuove soluzioni per la sostenibilità e di nuovi set di dati, strumenti e programmi di partnership che possano contribuire a rendere la sostenibilità una scelta semplice, per tutti.

Fornire insight sul clima per qualunque organizzazione

Recentemente Google ha annunciato due nuove offerte di climate insight per il settore pubblico, per aiutare le istituzioni a comprendere meglio i rischi per le infrastrutture e le risorse naturali dovuti al cambiamento climatico. Questi approfondimenti possono aiutare i governi a trasformare il modo in cui gestiscono le risorse fisiche e naturali e a diventare più resilienti ai cambiamenti climatici. Ogni settore sta vivendo una nuova era di trasformazione orientata alla sostenibilità. Come in tutti i cambiamenti, la modalità, il motivo e l’oggetto della trasformazione devono essere supportati da dati accurati sullo stato attuale e sull’impatto potenziale delle proprie decisioni. Per contribuire a fornire questi insight a tutti i propri clienti, Google Cloud annuncia la disponibilità universale di Google Earth Engine su Google Cloud.

Google Earth Engine, lanciato originariamente per scienziati e ONG nel 2010, è una tecnologia di monitoraggio ambientale. Combina i dati provenienti da centinaia di satelliti e da altre fonti con le risorse di cloud computing geospaziale, per fornire informazioni tempestive, accurate, in alta risoluzione e rilevanti per prendere le giuste decisioni, sullo stato degli habitat e degli ecosistemi del mondo e su come stanno cambiando nel tempo. Grazie a uno dei più vasti cataloghi di dati pubblicamente disponibili e a un archivio globale che risale a 50 anni fa e si aggiorna ogni 15 minuti, è possibile individuare i trend e comprendere le correlazioni tra le attività umane e l’impatto ambientale in modo più preciso che mai.

Attraverso l’offerta di Google BigQuery, Google Maps Platform e Earth Engine, Google offre una potente combinazione di prodotti e soluzioni cloud geospaziali per soddisfare le esigenze di analisi location-aware dei propri clienti, indipendentemente dalla scala, dalla complessità o dal formato dei dati. Questo consentirà ad aziende come Regrow, startup attiva nel campo dell’agricoltura rigenerativa, di contribuire più facilmente alle sfide condivise in materia di cambiamento climatico e di affrontare le proprie, specifiche, sfide di business beneficiando di dati geospaziali.

Regrow mira a rendere l’agricoltura rigenerativa onnipresente a livello globale, con la missione generale di mitigare il cambiamento climatico. Questo lavoro è stato facilitato da Google Earth Engine, una piattaforma che ci ha permesso di scalare la nostra tecnologia e di incrementare la fiducia nei nostri dati e report”, ha dichiarato Juan Delard de Rigoulieres Mantelli, CTO di Regrow.

Condividere con i clienti le conoscenze sull’energia carbon-free

Quando Google si è posta l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a utilizzare energia carbon-free 24/7 nell’ambito di tutte le proprie attività a livello globale, l’azienda era consapevole di aver bisogno di strumenti migliori per monitorare il consumo e la produzione di energia. Dopotutto, non si può gestire ciò che non si è in grado di misurare e gli approcci attualmente esistenti al monitoraggio dell’energia pulita non sono stati progettati per tenere traccia dell’uso di energia per ogni singola ora. Negli ultimi 10 anni, insieme ai suoi partner, Google ha raccolto insight e conoscenze su come far progredire l’attività verso un futuro totalmente privo di emissioni di carbonio e adesso inizia a condividere con i suoi clienti, attraverso un nuovo programma pilota, utili insight sull’energia carbon-free 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Grazie all’accesso a dati storici e in tempo reale, con una granularità regionale e oraria, i clienti potranno avere un quadro chiaro del proprio profilo di emissioni elettriche. Il progetto pilota consentirà ai clienti di stabilire un punteggio di base per l’energia carbon-free (CFE) e la propria impronta di carbonio scope 2, aiutandoli a prevedere e pianificare un’offerta energetica ottimizzata e, infine, a operare tramite transazioni di energia carbon-free.

La condivisione di conoscenze come questa sarà fondamentale per aiutare la collettività a raggiungere l’ambizioso obiettivo net-zero. Ad esempio, aziende come Iron Mountain stanno aderendo al Carbon-free Energy Compact per accelerare la decarbonizzazione.

Nel 2021 abbiamo adottato lo stesso obiettivo di energia carbon-free 24/7 di cui Google è stata pioniera e riconosciamo che la chiave per progredire in questo senso è l’accesso a dati validi e la capacità di condividerli con i fornitori di soluzioni”, ha dichiarato Chris Pennington, Director of Energy and Sustainability di Iron Mountain. “I nostri primi passi verso l’obiettivo sono stati abilitati da partner chiave, come Google, che ci stanno fornendo le informazioni necessarie per valutare le nostre prestazioni attuali e identificare i prossimi passi nel nostro percorso. Attribuiamo grande valore alla collaborazione per ottenere risultati migliori, più rapidamente”.  

Ampliare la suite Carbon Sense

Con l’ultimo lancio della suite di prodotti Carbon Sense Google Cloud integra nuovi dati, amplia la copertura dei report e permette a cloud architect e amministratori di dare priorità alla sostenibilità con maggiore semplicità.

L’anno scorso l’annuncio di Carbon Footprint ha aiutato le aziende a misurare, segnalare e ridurre le emissioni lorde di carbonio derivanti dall’utilizzo dei servizi Google Cloud. E l’azienda è entusiasta del fatto che all’inizio del prossimo anno sarà lanciato Carbon Footprint per Workspace, per fornire una simile funzionalità di reporting per le emissioni associate a prodotti come Gmail, Meet, Docs e altri.

Per i team che si occupano di sostenibilità e che hanno l’esigenza di accedere ai dati di Carbon Footprint a scopo di reportistica, Google Cloud lancia un ruolo IAM dedicato a Carbon Footprint, che consentirà agli utenti non tecnici di accedere facilmente ai dati sulle emissioni e di utilizzarli per il monitoraggio o per le proprie comunicazioni. Non è richiesta alcuna expertise sul cloud computing per visualizzare ed esportare i dati sulle emissioni di anidride carbonica associati all’utilizzo del cloud.

I team di sostenibilità e IT di Shopify sono strettamente allineati sui loro obiettivi di sostenibilità. “Shopify ha la missione di diventare la piattaforma e-commerce a più basse emissioni di carbonio per milioni di imprenditori in tutto il mondo“, afferma Stacy Kauk, Head of Sustainability di Shopify. “Strumenti come Carbon Footprint consentono ai nostri ingegneri di comprendere l’impatto di carbonio delle nostre decisioni tecnologiche e ci permettono di continuare a progettare una soluzione commerciale veloce, resiliente e a basse emissioni“.

Non è parimenti essenziale essere esperti di sostenibilità per compiere scelte informatiche sostenibili. Per i team IT, gli amministratori e i cloud architect, Google Cloud introduce la modalità low-carbon, che consente di limitare le risorse cloud alle aree dell’infrastruttura con le minori emissioni di carbonio utilizzando i nuovi gruppi di valori delle località a basse emissioni di carbonio. Una delle azioni di maggior impatto che si possono intraprendere per ridurre le emissioni lorde derivanti dall’utilizzo di Google Cloud è quella di dare priorità alle sedi che utilizzano più energia carbon-free per alimentare la propria infrastruttura. Rispetto ad altre scelte, si stima che questo garantirebbe di ridurre le emissioni di carbonio dalle 5 alle 10 volte.

Un’azienda che sta consegnando i dati sulle emissioni ai propri ingegneri è Uber.
In Uber prendiamo sul serio la sostenibilità, a tutti i livelli”, ha dichiarato Michael Sudakovich, Sustainable Engineering Lead e Senior Security Engineer di Uber. “Dall’offrire ai rider scelte più sostenibili al fornire ai nostri ingegneri dati sulle emissioni del loro cloud con Carbon Footprint, supportare chiunque a compiere scelte più sostenibili è una priorità per tutti i nostri team e siamo al lavoro per rendere Uber una piattaforma a emissioni zero in Canada, Europa e negli Stati Uniti entro il 2030 e nel resto del mondo entro il 2040”.

Per finire, Carbon Footprint sta integrando ai propri dati di reportistica le emissioni scope 1 e scope 3. Si tratta degli importi ripartiti delle emissioni scope 1 e 3 di Google, associate all’utilizzo di Google Cloud da parte dei clienti. Le emissioni scope 1 provengono da fonti che un’organizzazione è in grado di controllare direttamente; le emissioni scope 2 sono associate alla produzione di energia utilizzata dall’organizzazione (queste erano già presenti in Carbon Footprint); e le emissioni scope 3 sono quelle indirette, provenienti da tutta la catena del valore. Per le aziende sarà presto possibile avere una visione completa delle emissioni associate all’utilizzo di Google Cloud.

In SAP, la sostenibilità è al centro della nostra cultura e delle nostre operation e ci assicuriamo che permei tutta l’organizzazione. La strategia di deployment di SAP Cloud si focalizza su data center sostenibili come ulteriore spinta verso il raggiungimento del nostro impegno di azzerare le emissioni entro il 2030. Ci serviamo di Carbon Footprint per comprendere, segnalare e ridurre le nostre emissioni lorde di carbonio associate all’utilizzo di Google Cloud. I data center di Google aiutano SAP e i nostri clienti comuni a rendere più sostenibili le loro intere catene del valore“, ha dichiarato Tom Lee, Head of Multicloud Products and Services di SAP.

Estendere il nostro ecosistema di sostenibilità

L’ecosistema dei partner Google Cloud focalizzati sulla sostenibilità continua a espandersi a un ritmo notevole. L’iniziativa, che riunisce i fornitori di tecnologia per aiutare le aziende e i governi di tutto il mondo ad accelerare i programmi di sostenibilità, conta ora diversi nuovi partner che propongono soluzioni innovative.

Google Cloud annuncia due nuovi programmi per rendere più semplice la partecipazione dei partner all’iniziativa e per consentire alle organizzazioni di trovare gli strumenti e le competenze necessarie per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità.

In primo luogo, Google Cloud Ready – Sustainability è un nuovo programma di convalida per i partner con una soluzione business-ready che aiuta i clienti a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. I partner con la designazione GCR-Sustainability offrono soluzioni che riducono le emissioni di carbonio, aumentano la sostenibilità delle catene del valore, aiutano le organizzazioni a elaborare i dati ESG o a identificare i rischi climatici e sviluppare, quindi, una maggiore resilienza.

Tra i partner che hanno già ottenuto la designazione Google Cloud Ready – Sustainability si annoverano Carto, Climate Engine, NGIS, GEOTAB, Planet, Atlas AI, Electricity Map. Molti di questi hanno competenze nelle tecnologie di nuova generazione che affrontano le sfide ESG, come i dati e le analisi geospaziali o climatiche. Fornitori come Dun & Bradstreet sono entusiasti di questo nuovo programma di convalida della sostenibilità.

Con l’aumento della portata e della frequenza degli eventi legati al clima, è indispensabile incorporare i dati climatici nella gestione dei rischi aziendali in tutte le sedi e le supply chain. Programmi come Google Cloud Ready for Sustainability accelerano l’accesso a soluzioni che possono guidare le trasformazioni ESG, come l’applicazione di fattori di rischio basati sul clima, accanto alle tradizionali considerazioni finanziarie”, ha dichiarato Rochelle March, Head of ESG Product di Dun & Bradstreet.

Cloud Ready for Sustainability fa parte di Google Cloud Partner Advantage, progettato per massimizzare il successo dei partner su modelli di business, requisiti dei clienti, metriche di successo e priorità strategiche.

In secondo luogo, Google Cloud rilascerà il Google Cloud Marketplace Sustainability Hub, che offrirà ai clienti un facile accesso a soluzioni di sostenibilità convalidate. Il Marketplace Sustainability Hub presenterà le soluzioni Google Cloud Ready for Sustainability, che potranno essere acquistate direttamente dal sito e sarà disponibile a breve.