I dati sono fondamentali per prendere determinate decisioni in un’organizzazione. Gli analytics nella supply chain aiutano a dare un senso a questi dati.

Analytics nella Supply Chain

In passato, gli analytics nella supply chain erano limitati ad analisi statistiche e i dati venivano memorizzati in fogli di calcolo che provenivano da diversi attori nella supply chain. Nel corso degli anni ‘90 le aziende hanno cominciato ad adottare sistemi EDI ed ERP per collegare e scambiare informazioni all’interno della supply chain, fornendo un accesso più evoluto e facilitato ai dati per fare analisi. Internet e le nuove tecnologie hanno, quindi, agevolato la condivisione delle informazioni tra i diversi attori e reso visibili i benefici e i risultati che nascono da un’integrazione ben orchestrata.

Arriviamo a oggi: anche se non esiste ancora una definizione univoca di supply chain management, in quanto si tratta di un insieme relativamente recente di metodologie gestionali che consentono di controllare, in modo efficiente, l’intera catena di distribuzione, le imprese stanno passando a soluzioni di software di analytics predittivo e di business intelligence che aiutano le organizzazioni ad acquisire una conoscenza più approfondita su come funzionavano le loro reti di supply chain, come ottimizzarle e come prendere decisioni migliori.

Le supply chain di norma generano enormi quantità di dati; gli analytics rappresentano la capacità di prendere decisioni dettate dai dati: in altre parole, gli analytics nella supply chain aiutano a dare un senso a tutti questi dati, scoprendo schemi, generando insight, orientando un’organizzazione verso decisioni più intelligenti, rapide ed efficaci.

La sfida oggi consiste quindi nel conoscere in che modo le imprese possono utilizzare al meglio le enormi quantità di dati generate nelle loro reti di supply chain.

La resilienza della supply chain grazie ad innovazione e digitalizzazione

Nell’attuale scenario di mercato la concorrenza è fortemente caratterizzata da incertezza e volatilità. In un’economia sempre più globale, le supply chain, in continua evoluzione, sono molto complesse e si ritrovano di fronte a fonti di variabilità che coinvolgono tutti i livelli dell’organizzazione. Ogni realtà aziendale opera in un determinato contesto economico, politico e sociale e si trova inevitabilmente esposta a determinati rischi, ragion per cui è necessaria l’attivazione di una gestione delle vulnerabilità gravanti sulla supply chain medesima.

Durante la pandemia le aziende che non sono state in grado di gestire efficacemente, o forse di salvare, la propria catena di approvvigionamento si sono ritrovate presto fuori mercato. Una delle alternative proposte come “arma di risposta” al Covid19 e, diremo, a qualsiasi altro evento imprevedibile, risulta essere la resilienza: una modalità di reazione grazie all’implementazione di innovazione, stabilità, flessibilità.

Una catena logistica che ingloba robustezza, adattabilità e resilienza viene presentata come migliore reazione e capacità di resistenza. A partire dalla componente di vulnerabilità logistica, ciascuna supply chain dovrà essere in grado di creare resilienza tramite innovazione e digitalizzazione: oggi la competitività è influenzata soprattutto dalla gestione strategica della supply chain. Un’efficiente gestione della catena di distribuzione, o supply chain management, si realizza con la digitalizzazione delle attività e la connessione delle fasi, dalla produzione alla distribuzione, in modo che tutti gli ingranaggi del processo logistico funzionino correttamente.

Per gestire in modo efficiente l’intera catena di distribuzione è necessario definire delle metodologie gestionali e adottare soluzioni software e processi capaci di snellire la produzione, minimizzando gli sprechi. Sarà proprio questa la tipologia di struttura di supply chain su cui dovrà tendere una catena logistica, pronta a resistere e ad adattarsi agli eventuali shock o interruzioni, che potrebbero compromettere la redditività e l’operatività dell’impresa stessa.

Solide relazioni con i fornitori sono alla base della resilienza della supply chain

La supply chain può essere definita come “l’arteria attraverso cui tutto scorre”, l’espressione più evidente dell’azienda per i clienti e i consumatori. È utile come semplice metafora, ma questa semplicità nasconde la difficoltà insita nel mantenere una catena di distribuzione “ad alte prestazioni”.

La supply chain richiede il coordinamento tra molte entità: rivenditori, grossisti, produttori, trasportatori, magazzini, ecc. Quanto più grande è la catena di fornitura e quanti più livelli di fornitori comprende, tanto più complicate sono le interazioni e il coordinamento tra i vari partecipanti. Una supply chain ben coordinata può aumentare i ricavi e ridurre i costi di inventario, per tutti i partecipanti, migliorando la soddisfazione dei clienti. Ma questo coordinamento richiede una comunicazione rapida, resa possibile da un flusso di dati costante e quasi in tempo reale tra tutte le parti. La gestione dei fornitori è decisiva per una supply chain efficace, correttamente ottimizzata e trasparente.

I fornitori, infatti, toccano ogni ambito di un’attività e per assicurare il buon funzionamento quotidiano dell’azienda è necessario garantire che il flusso di merci e di prodotti avvenga senza interruzioni. Se una supply chain non funziona a dovere, i danni per le organizzazioni che da essa dipendono possono essere enormi. Per limitare il rischio finanziario, commerciale e di reputazione, è fondamentale gestire correttamente i fornitori. Secondo la società di ricerche Gartner, questo processo “consente alle aziende di controllare i costi, aumentare la qualità del servizio e ridurre i rischi, ottenendo un aumento del valore aggiunto dai fornitori per tutta la durata del contratto”.

di Fabio Invernizzi, Sales Director EMEA South di Boomi