All’aumentare del valore degli insight ricavati dai dati assistiamo a un’evoluzione del calcio.

Calcio e social e big data analytics

Quella del 2021 è stata un’estate di sport come nessun’altra. Le Olimpiadi ci hanno conquistato con la loro esaltazione di forza, velocità e precisione, in concomitanza con il ritorno del campionato di calcio con la nuova stagione della Serie A.

Nonostante lo sport sia sempre più sotto i riflettori, è facile sottovalutare il ruolo che i dati rivestono nella preparazione di ogni squadra. Nell’era digitale la vittoria non dipende più solamente dalle prestazioni di un giocatore, ma trova un valido alleato anche nelle analisi che staff e allenatore effettuano sui dati raccolti in allenamento e in partita.

Dai club di Serie A fino alle divisioni minori, la strategia basata sui dati è diventata tanto importante quanto lo scouting, i trasferimenti, i passaggi di proprietà o il regime dietetico dei giocatori. Perché? Si calcola che 16 giocatori con 6 palloni possano generare circa 13 milioni di dati in soli 10 minuti – fornendo insight importantissimi su ogni aspetto, dalle percentuali di realizzazione di un giocatore fino ai tocchi di palla e ai passaggi. E questo solamente restando sul campo di allenamento.

In linea con le previsioni di IDC che parlano di una crescita irrefrenabile dei dati non strutturati entro il 2025, il calcio è oggi inondato di differenti stream di dati che hanno bisogno di essere gestiti in modo efficace dai club per poter produrre performance ottimali sui campi di gioco settimana dopo settimana, restando un passo avanti rispetto agli avversari.

Il nuovo dodicesimo uomo

All’aumentare del valore degli insight ricavati dai dati assistiamo a un’evoluzione del calcio. Dal punto di vista dei tifosi oggi siamo più vicini che mai alle nostre squadre e ai nostri giocatori preferiti, con accesso istantaneo a statistiche, quali rappresentazioni grafiche dei dati dei calciatori, mappe di calore e previsioni sui goal, fornite da aziende come Opta o Squawka. A livello di club, invece, assistiamo a un’emulazione delle moderne aziende tecnologiche – le squadre che surclassano i loro avversari possiedono una mentalità digitale e investono in robuste infrastrutture IT per gestire dati non strutturati capaci di produrre insight regolari per effettuare cambiamenti in tempo reale nel corso delle partite.

Ad esempio, l’esperienza di una neopromossa alla Premier League inglese dimostra il valore che comportarsi come un’azienda tecnologica può apportare. Nell’ultimo decennio la squadra del Brentford FC ha infatti rivisto completamente il proprio approccio ai dati con grande successo. Riconoscendo l’impatto che può avere l’analisi dei dati in tempo reale, il club ha tenuto sotto controllo come e quando i suoi giocatori passano la palla o tirano in porta, oltre che la struttura difensiva della squadra e i fuorigioco. Col supporto di questi dati smart, il club ha quindi trovato un nuovo vantaggio competitivo passando rapidamente dalla terza categoria alla massima divisione.

Tuttavia, una tale evoluzione di mentalità da team sportivo tradizionale a organizzazione tecnologica de facto non è semplice. In molti proveranno a emulare il successo di questo approccio, ma ben pochi saranno quelli che ci riusciranno, almeno in questa stagione, a meno che non capiscano realmente le sfide che vanno affrontate a livello IT.

Superare una legacy indesiderata

Con le infrastrutture IT legacy, la maggior parte delle squadre soffre oggi di performance lente e imprevedibili nelle query di ricerca, il che impedisce di accedere rapidamente ai data point che potrebbero fornire insight preziosi e che vengono in questo modo perduti. L’arte del monitoraggio dei giocatori produce inoltre silos di dati segmentati che possono creare inefficienze e interruzioni nelle pipeline delle informazioni, con la conseguenza di ottenere risultati imprecisi o poco efficaci. Queste strutture operative complesse e architetture di tipo legacy possono rallentare i miglioramenti attesi nelle prestazioni rendendo difficoltoso per i team ricavare insight utili da piattaforme analitiche tanto appesantite.

Sappiamo tutti quanto sia frustrante dover attendere il caricamento di un sito web con una connessione Wi-Fi lenta. È qualcosa che interrompe la concentrazione e, per coloro che si occupano di una professione pressante come quella degli sport di elite, ogni istante è importante. In nessun caso una squadra di calcio può lasciare che la sua tecnologia diventi un ostacolo.

Per poter sfruttare al massimo i dati a loro disposizione, le squadre e i loro data scientist si stanno rivolgendo a soluzioni infrastrutturali moderne come le piattaforme storage UFFO (Unified Fast File and Object). Lo storage UFFO è in grado di scalare linearmente rispetto all’enorme volume di dati prodotti dai sensori e dalle tecnologie che le squadre di calcio utilizzano, consolidando i dati – siano essi file piuttosto che oggetti – in un unico luogo per restituire dati uniformi e affidabili in tempo reale. A sua volta, questo permette agli staff di concretizzare valore e insight su cui basare strategie e tattiche più efficaci.

Il prossimo passo

Le squadre che vogliono approfittare dell’inizio della nuova stagione per intraprendere un percorso di trasformazione digitale devono sapere che riuscire a gestire il volume di dati disaggregati prodotti dal gioco moderno non è una sfida insormontabile.

Per questo possono prendere d’esempio l’evoluzione messa in campo da una squadra inglese, il Southampton FC. Lavorando con Pure, questo club sta conseguendo risultati importanti nelle operazioni sportive, come in quelle commerciali, dopo che i suoi sistemi precedenti stavano esaurendo lo spazio storage disponibile e che i requisiti legati alla raccolta intensiva dei dati imponevano un approccio del tutto nuovo. Ora la squadra si avvale di Pure per combinare i dati provenienti da ogni aspetto della vita del club, ottimizzando le performance dentro e fuori dal campo di gioco.

Tra i diversi miglioramenti conseguenti il rifacimento dell’infrastruttura legacy, si può notare un aumento medio delle performance applicative pari al 37%. Questo, in pratica, sostiene l’obiettivo del club di essere in grado di analizzare, misurare e ottimizzare ogni aspetto delle proprie operazioni, dalla scoperta delle nuove promesse calcistiche nelle proprie squadre giovanili fino al taglio dei tempi di recupero dagli infortuni per i giocatori più anziani. Per il club, questo è un modo per differenziarsi dai propri avversari.

I dati come playmaker del successo

Con l’inizio del nuovo campionato, i club che vogliano massimizzare le proprie possibilità di successo devono disporre di una strategia di gestione dei dati che sia moderna ed efficace. Le squadre della Serie A e degli altri campionati professionistici possono guardare oltremanica, dove club come il Brentford e il Southampton costituiscono eccellenti esempi del motivo per cui la capacità di gestire efficacemente stream di dati differenti, ridurre i silos e produrre costantemente analisi in tempo reale può trasformare le tattiche di gioco e condurre a performance ottimali.

A cura di James Petter, VP International, Pure Storage