Nel 2020, in Italia, il PIL scenderà a -11,2% e Paolo Galassi ha commentato: “Dobbiamo agire, altrimenti del patrimonio industriale italiano non resterà nulla!”

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Nel 2020, in Italia, il PIL scenderà a -11,2%, il peggior calo dell’Unione Europea, per risalire a 6,1% nel 2021. Queste rappresentano le nuove stime sulla crescita, diffuse dalla Commissione UE e dovute all’emergenza Covid-19. Il commento di Bruxelles ha evidenziato che si tratta di “una recessione ancora più profonda” e con “divergenze più ampie”. Il PIL della zona euro scenderà a -8,7% nel 2020, per risalire nel 2021.

A tal proposito, Paolo Galassi, presidente di A.P.I. ha, così, commentato: «I dati diffusi, sul PIL italiano, sono allarmanti e disarmanti. Infatti, ci aspettano altri anni di sacrifici e di tenuta dell’economia e dell’occupazione. Chi se ne occuperà? Come sempre, gli imprenditori e imprenditrici delle PMI, che sono impegnati in esercizi di equilibrio per gestire la burocrazia, la ricerca di nuovi clienti, la mancanza di un’adeguata connettività per garantire la digitalizzazione e l’industria 4.0, la difficoltà di competere, con gli altri Paesi, per il peso del fisco e il costo del lavoro e l’impossibilità di avere leggi, norme chiare e strumenti facili da usare. Non scegliamo mai di agire e sistemare gli errori del passato! In Italia, la pandemia ha evidenziato i problemi di un’economia già in crisi. Lo Stato continua, infatti, a mettere le “pezze” senza credere nella necessità di tutelare il patrimonio imprenditoriale italiano e soprattutto senza investire nel creare fonte di lavoro e ricchezza. Oltre a salvaguardare la salute, dobbiamo garantire la sussistenza delle persone e, quindi, l’occupazione e il benessere dell’economia, accelerando le riforme, rendendo i decreti e i fondi stanziati accessibili, smettendo di discutere e stendendo un piano d’azione”.