Il recente studio di FPA sarà presentato a Firenze il prossimo 17 ottobre in occazione di ICity Lab

Future of Connected Living: come cambierà la vita nel 2030? Smart Cities

FPA, società del gruppo Digital360, ha recentemente condotto un’indagine sulla presenza, l’uso e la performance sui social network di 107 comuni capoluogo di provincia. Uno dei 100 indicatori contenuti nel Rapporto ICity Rate 2018, che sarà presentato il prossimo 17 ottobre a Firenze alla manifestazione ICity Lab (Firenze Fiera, Palazzo degli Affari, 17-18 ottobre), con la classifica delle città più smart e sostenibili d’Italia.

Anche se il numero di città italiane attive sui social network cresce, la maggior parte li usa soprattutto per informare e comunicare, mentre è scarsa la propensione a coinvolgere, interagire e dialogare. I comuni capoluogo con almeno un canale social sono 99, contro i 94 del 2017 – mentre sono solo 8 quelli che non hanno ancora attivato alcuno strumento.

Le città più presenti sui social (per numero di canali attivi) nel 2018 sono Reggio Emilia (che ha scalzato Torino, in testa lo scorso anno), Bologna e Ferrara (che si confermano sul podio). Roma, Milano e Torino sono le città con più fan e follower su Facebook e Twitter, ma se si considerano il numero di seguaci in rapporto alla popolazione spiccano le performance di Firenze, che su Twitter è seguita dal 24,6% della popolazione, Verbania, Crotone e Pesaro, che su Facebook hanno un seguito rispettivamente pari al 41,5%, al 36,9% e al 34,5% della popolazione. Napoli, Cesena e Monza sono state invece nell’ultimo anno le città più attive su YouTube.

Se la presenza dei comuni sui social media è mediamente aumentata, non mancano casi di account poco aggiornati o addirittura fermi e si registra ancora una bassa interazione con la propria community.

“I nostri dati rivelano ancora una certa difficoltà da parte delle amministrazioni a sfruttare appieno le potenzialità dei social media, anche a causa di una distanza culturale e di una mancanza di competenze diffuse – sottolinea Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA. Sono aumentati i social media manager all’interno delle amministrazioni, ma nella maggior parte dei casi si tratta di professionisti in staff al sindaco, mentre restano ancora pochi gli altri dipendenti formati a una comunicazione 2.0. Questo spiega perché la maggior parte dei comuni capoluogo presenti sui social è online soprattutto per raccontare l’operato politico. Per interagire con i cittadini sui social, utilizzandoli come strumento di trasparenza, dibattito e democrazia, servono invece consapevolezza, competenze, una conoscenza diffusa delle potenzialità dei social network.”

I risultati della ricerca

Il social media più amato dalle città è ancora Facebook, scelto come canale di comunicazione da 82 comuni capoluogo (tre in meno rispetto al 2017), seguito da Twitter con 79 città presenti (73 lo scorso anno), YouTube con 71 (67 nella precedente rilevazione) e Instagram con 26 (in crescita rispetto ai 21 del 2017). Stabile, invece, l’uso di Google+ (15), mentre cala la presenza delle città su Flickr (da 15 a 13) e su Pinterest (da 5 a 4). Ci sono anche alcuni comuni che hanno sperimentato canali inediti, come WhatsApp (Reggio nell’Emilia, Bologna, Rimini, Siracusa e Ancona) e LinkedIn (Roma Capitale e Pavia). La sfida dell’instant messaging, tuttavia, non è ancora pienamente accettata: nella maggior parte dei casi i cittadini possono ricevere informazioni o messaggi dal Comune in modalità broadcast, ma non chiedere informazioni o interagire.

L’uso di Facebook – Sono le grandi città a vantare il maggior numero di “like” su Facebook: in testa Roma, con 401.338 like, seguita da Milano, con 143.711, e Torino, con 119.130. Roma si porta anche in seconda posizione per numero di like guadagnati nel 2018 (+19.498) alle spalle di Bologna (+32.056) e davanti a Napoli (+18.750). Ma se si considerano i like in rapporto alla popolazione sono le piccole città a occupare le prime posizioni, con Verbania (41,5% della popolazione) a guidare la classifica, seguita da Crotone (36,9%) e Pesaro (34,5%). Anche il tasso di engagement premia i piccoli comuni, con Viterbo in prima posizione (31,2%), seguita da Pordenone (19,7%) e Aosta (10,9%).

Le città su Twitter – Analizzando la presenza dei comuni su Twitter, emerge un quadro estremamente eterogeneo: si passa da città come Bologna, con 65.800 tweet, totali o Roma con i suoi 37.000, a città come Fermo che sono bloccate a una sessantina di post totali oramai da oltre un anno. Se osserviamo in particolare gli ultimi 12 mesi, ci sono città davvero attive e altre che hanno una presenza meno efficace. Passiamo infatti da Venezia, la città che più si è data da fare nell’ultimo anno pubblicando 6600 tweet in soli 12 mesi, con una media di circa 127 post la settimana, a città che hanno fatto meno di 5 post alla settimana (ben 19 città sulle 79 che hanno un account twitter).

Per quanto riguarda le community dei cittadini, le più grandi sono senza dubbio Roma, con 446mila follower (15,5% della popolazione), Milano, con 332mila (24,3%), e Torino, con 216mila (24,5%). Roma e Milano sono la prima e la seconda città anche per numero di follower guadagnati nel corso dell’anno, rispettivamente 60mila (+16%) e 35mila (+12%), seguite da Napoli con 14.200 (+14%). Ma la città che vanta la community più ampia rispetto alla propria popolazione è invece Firenze, che è seguito da un numero di followers pari al 24,6% della propria cittadinanza.

La presenza su YouTube – Negli ultimi 12 mesi sono Napoli, Cesena, Monza, Genova e Roma, le città che hanno usato più intensamente il canale YouTube. Anche su questo social, molto ampio il divario fra le città più attive, come Napoli che ha pubblicato in totale oltre 5mila video, e quelle più assenti, come Padova, Mantova, Gorizia, Brescia e Vercelli, ferme a meno di cinque video pubblicati. E non mancano casi di città con canali aperti ma inutilizzati da oltre un anno, come Latina, Sondrio, Prato, Pistoia, Matera, Gorizia, Forlì, Pisa, Ancona, Rieti e Salerno.