A cura di Michele Tajè, country manager Italia di EasyVista Poco tempo fa ho avuto l’occasione di leggere uno studio realizzato nel Regno Unito che ha visto coinvolti i CIO su diverse tematiche, tra cui la Gestione dei Servizi. Uno dei dati più interessanti emersi dallo studio consiste nel fatto che il 76% degli intervistati […]

A cura di Michele Tajè, country manager Italia di EasyVista

Poco tempo fa ho avuto l’occasione di leggere uno studio realizzato nel Regno Unito che ha visto coinvolti i CIO su diverse tematiche, tra cui la Gestione dei Servizi. Uno dei dati più interessanti emersi dallo studio consiste nel fatto che il 76% degli intervistati ha ammesso che aree come Risorse Umane, Servizi Generali o Customer Care, non erano stati in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati durante l’applicazione delle best practice nell’ambito della gestione dei propri servizi. Di conseguenza, le grandi aziende del Regno Unito stavano spendendo inutilmente centinaia di milioni di sterline in più rispetto a quanto già investito nella gestione dei servizi nell’area IT. Le best practice e gli standard applicati ai servizi IT durante questi ultimi 10 anni, sono riusciti a raggiungere una standardizzazione, ottimizzazione e qualità decisamente superiori rispetto a quelle presenti in altre aree. In conclusione, molti di questi CIO pensavano che le proprie aziende stessero perdendo un’importante occasione non applicando la gestione dei servizi IT anche al di fuori dell’ambito tecnologico.

È abbastanza consueto trovare aziende che gestiscono i propri servizi al di fuori dell’IT senza procedure ben definite e utilizzando strumenti non progettati a tale scopo. Tuttavia, la parte operativa della gestione dei servizi è concettualmente molto simile in qualsiasi parte dell’azienda: si generano richieste da vari canali – tra i quali le App per dispositivi mobili che stanno acquisendo sempre maggiore rilevanza – che vengono poi trattate in base a procedure definite in precedenza e che dipendono in gran parte dai diversi servizi pubblicati nel catalogo. Infine, i service desk gestiscono le richieste, le categorizzano in ordine di priorità graduate e forniscono la risposta definitiva all’utente. E questo può essere anche applicato ai servizi rivolti ai clienti o ai fornitori.

Le principali tendenze che abbiamo iniziato a osservare nei servizi IT, come l’ottimizzazione e la continuità della customer experience, il concetto di self-service, dove l’utente seleziona il servizio di cui ha bisogno o risolve direttamente l’incidente che sta subendo, e l’ubiquità per poter usufruire dei servizi da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e da qualunque dispositivo, sono applicabili ad altre aree all’interno dell’azienda e possono addirittura essere percepite come innovative, grazie a una minore maturità di tali servizi al di fuori dell’IT.

Al giorno d’oggi, dove tutto tende a essere offerto “come servizio”, la possibilità di estendere le best practice, le procedure e gli strumenti IT al resto dell’azienda, rappresenta un’opportunità unica affinché l’IT porti valore aggiunto, riesca a risparmiare sui costi e veda rafforzato il suo ruolo all’interno dell’organizzazione.