Raggiungeranno 1 miliardo e mezzo entro il 2021. Abilitatore di questa crescita è il cloud. Restano però timori legati alla sicurezza!

Il mondo della applicazioni aziendali sta letteralmente esplodendo. Lo confermano i dati pubblicati dal Corriere della Sera, secondo cui le business application entro il 2021 diventeranno la terza economia mondiale con un giro d’affari che supererà i diversi billion di dollari: vi saranno infatti, secondo IDC, oltre 1 miliardo e mezzo di applicazioni business. Stiamo quindi entrando in quella che viene definita Application Capital, una nuova era nella quale le applicazioni rappresentano la risorsa più preziosa per un’azienda moderna e che devono essere perfettamente integrate con persone e processi per poter creare un ecosistema efficiente.

Il merito della proliferazione delle applicazioni è senza dubbio dovuto allo sviluppo del cloud: da tecnologia utilizzata 5 o 6 anni fa soltanto per garantire una riduzione dei costi, la nuvola è ora un fondamento del business delle aziende di tutto il mondo.

In passato, per rilasciare nuovi servizi, le imprese dovevano effettuare importanti investimenti, soprattutto in hardware e licenze, il che comportava conseguenti prolungate tempistiche relative al time to market delle applicazioni e degli aggiornamenti (solitamente le release avvenivano una o due volte l’anno). L’avvento del cloud ha invece ribaltato tutto ciò: in poco tempo e con costi ridotti, le imprese possono finalmente erogare servizi o effettuarne aggiornamenti, spesso giornalieri. Non solo: a poter beneficiare di un’elevata potenza computazionale ed alta flessibilità sono anche le piccole e medie imprese, prima escluse dal treno dell’innovazione soprattutto per ragioni economiche” ha spiegato Maurizio Desiderio, country manager Italia di F5.

MULTI-CLOUD IN ASCESA

Tra i modelli maggiormente adottati dalle imprese vi è certamente il multi-cloud: il 75% delle organizzazioni considera la nuvola l’elemento portante delle proprie strategie e molte si spostano verso il multi-cloud alla ricerca di agilità e modernizzazione, scegliendo sempre più soluzioni software defined e iperconvergenti. Addirittura, 9 aziende su 10, secondo uno studio F5, dispongono già di architetture multi-cloud, in gran parte guidate da strategie application-first. I dati di IDC, invece, mostrano che le organizzazioni si affidano ciascuna mediamente a 3 fornitori di cloud pubblico e 3 privato. In particolare, il 42% usa dai 2 ai 6 fornitori, l’11% dai sette ai dieci e il 4% da 11 a 20 secondo F5.

Il cloud è considerato un volano per la crescita e una leva per portare innovazione all’interno delle imprese: sono pochissime oggi le realtà con preconcetti negativi riguardanti il cloud, tanto che il 37% lo considera la prima opzione quando deve pensare alla soluzione di una problematica di business e il 47% lo valuta come valida alternativa alle soluzioni on-premise. Di pari passo con il successo della nuvola vi è anche la crescita degli investimenti in tecnologie DevOps poiché capaci di accelerare lo sviluppo delle applicazioni: per il 60% è una scelta obbligata e il 30% effettuerà investimenti in questa direzione nei prossimi anni” ha spiegato Giancarlo Vercellino, research & consulting manager IDC.

E’ evidente quindi uno spostamento verso una maggior automatizzazione e orchestrazione dei processi di sviluppo e deployment delle applicazioni, fattore questo diventato strategico per un’organizzazione che vuole avere successo.

SICUREZZA

Uno degli elementi critici nella scelta di una strategia cloud riguarda i timori legati alla sicurezza. Più di un terzo (35%) ha infatti indicato una “scarsa fiducia” nella possibilità di resistere ad un attacco a livello dell’applicazione in tutti e tre gli scenari off-premise: applicazioni SaaS, cloud pubblico e data center in colocation. Non è quindi un caso che la security sia considerata la ragione principale per quelle realtà che decidono di non erogare applicazioni nel cloud pubblico. Sono sempre di più infatti i cybercriminali che mirano alle API per poter introdursi indisturbati verso il cuore delle aziende. Le applicazioni devono essere pertanto sviluppate seguendo i più alti livelli di sicurezza anche perché la gestione del servizio non è imputabile al cloud provider, ma a chi offre il servizio.