Influencer Marketing si o no?Matteo Polignani insieme a Capterra ha voluto esaminare la situazione sviluppando due strategia di scelta dell’influencer più adatto per le PMI.

Influencer Marketing
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Nel settore Marketing e Comunicazione, si parla spesso dell’utilità delle campagne che coinvolgono gli influencer per la promozione di un brand. Secondo quanto riportato dall’ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing), la cui mission è fare awareness sull’argomento e dare insight sull’influencer marketing, nel mercato italiano, nel 2019 oltre il 67% dei marketer si era ritenuto soddisfatto delle campagne realizzate, nonostante un’allocazione di budget limitata (meno del 10%) e solo tra 1 e 3 progetti, realizzati in un anno. Sempre nel 2019, i marketer avrebbero voluto aumentare la spesa, ma chiaramente la crisi pandemica ha cambiato le carte in tavola.

Infatti, il lockdown ha portato alla luce un’ulteriore punto di discussione quando è stata lanciata la campagna #IoLoFaccioACasa, alla quale hanno partecipato molti influencer per fornire informazioni utili riguardo le direttive del governo. Secondo quanto dichiarato da Buzzoole, sono quasi 6 milioni le persone raggiunte da questa. Questa iniziativa ha fatto intravedere come gli influencer non solo possano pubblicizzare prodotti, ma anche essere veicoli di valori per un brand.

Gli analisti di Capterra, comparatore di software online che presenta anche piattaforme per influencer marketing, hanno voluto esplorare insieme a Matteo Pogliani, esperto di influencer marketing e founder dell’ONIM, questa situazione.

A tal proposito, Polignani, nell’intervista integrale rilasciata per Capterra Italia, ha dichiarato:” la crisi sanitaria ha segnato un prima ed un dopo nel modo in cui l’influencer viene concepito e verrà, di conseguenza, utilizzato nel futuro”.

In termini di collaborazioni sponsorizzate, ciò che ha segnato il durante, fra Marzo ed Aprile, è stato sicuramente un calo delle collaborazioni commerciali e delle campagne sui social. Infatti, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale di Influencer Marketing, i post sponsorizzati in Italia, in pieno periodo di lockdown, sono stati più di 16.000, mentre a Maggio si è tornati ai livelli pre-crisi, con 20.000 post sponsorizzati al mese.

Tuttavia, stando a quanto dichiarato da Pogliani: <<La maggiore conseguenza registrata ha riguardato l’aumento di autorevolezza degli influencer, che hanno avuto un ruolo centrale durante la pandemia. Infatti, stando alle analisi di Global Web Index, le due necessità principali degli utenti sono state avere supporto informativo ed intrattenimento”

Spesso le collaborazioni rappresentano una spesa considerevole e, se per le realtà più strutturate il budget solitamente è più ampio, per le piccole realtà, la scelta delle persone influenti da inserire deve tenere in considerazione maggiori fattori ed essere molto più accurata.

Dunque, Capterra Italia ha chiesto l’opinione di Pogliani riguardo a come una piccola e media impresa può identificare l’influencer più adatto alle proprie necessità.

Le due strategie suggerite da Pogliani sono state:

  1. Osservazione della propria fanbase: ci sono fan, nei profili e nelle pagine social dei brand, che generano un’engagement più genuino rispetto ad una campagna implementata con un big influencer. Dunque, osservando la fanbase esistente ed individuando gli utenti più attivi e motivati si possono instaurare collaborazioni. I costi saranno ridotti ed il messaggio risulterà più sincero.
  2. Ricorso all’Employee Advocacy: con employee advocacy intendiamo il coinvolgimento diretto dei dipendenti nella diffusione dei contenuti, la cui condivisione avviene tramite i social media. Collaborare con i propri dipedenti permette di dare un volto umano all’attività.