Collaborazione fra team, superamento della struttura gerarchica, decisioni decentrate e informazioni più facilmente fruibili

Sirti

I cambiamenti socio-economici degli ultimi trent’anni hanno posto alle organizzazioni sfide sempre più complesse, percepite da molti leader aziendali come ostacoli alla loro performance organizzativa.

Quali caratteristiche, pratiche e cultura permetterà alle aziende di avere successo nella complessità che ci riserva il futuro? Per rispondere a questa domanda, Asterys ha sviluppato, in collaborazione con ResearchNow, il progetto di ricerca quali-quantitativa Organization 3.0. L’azienda del futuro, che ha compreso interviste a CEO e dirigenti di grandi aziende multinazionali per analizzare i limiti che essi percepivano essere correlati alla struttura e ai processi della loro organizzazione, e successivamente un’indagine quantitativa su un campione di 800 tra dipendenti, manager ed executive di aziende in Italia, Europa e USA.

“Ai partecipanti all’indagine è stato chiesto di immaginare come sarà l’azienda ideale del futuro – spiega Giovanna D’Alessio, Partner Asterys – presentando loro alcuni scenari e invitandoli a scegliere quello che dal loro punto di vista avrebbe meglio caratterizzato un’organizzazione capace di apprendere e cambiare, di tirar fuori il meglio da chi lavora per essa, un’azienda che prospera nonostante l’incertezza, il cambiamento continuo e le sfide che il suo ambiente le presenta. Negli ultimi 16 anni trascorsi a fianco di aziende in diverse parti del mondo e in vari settori industriali, abbiamo potuto verificare che le sfide organizzative interne sono comuni al di là della dimensione, settore o geografia e riguardano principalmente la struttura, i processi e la cultura della propria organizzazione.

Burocrazia, gerarchia, compartimenti stagni, mancanza di collaborazione, avversione al rischio, accumulo di informazioni sono gli elementi che hanno un impatto maggiore sul modo in cui le persone lavorano, collaborano e raggiungono i loro obiettivi, influenzando così anche le performance organizzative e la capacità di innovare e cambiare”, conclude D’Alessio. Dai dati analizzati da Asterys sono emersi 7 risultati chiave che delineano un quadro di alto livello su come le organizzazioni in futuro dovranno essere strutturate e lavorare non solo per sopravvivere ma per prosperare e avere successo negli anni a venire.

  1. La collaborazione oltrepassa i confini del team

    In futuro, gli ambienti di lavoro collaborativi saranno sempre più richiesti e necessari e la collaborazione diventerà più pervasiva, andando oltre i singoli dipartimenti e funzioni, connettendo in modo più efficace i team delle diverse aree. Il 74% del campione intervistato in Italia ritiene che la collaborazione fra team, anche di diversi dipartimenti, sia un fattore fondamentale di successo e crescita. La percentuale passa all’84% fra i millennial. Il dato del campione totale (71% se si considerano tutti i Paesi coinvolti nell’indagine), aumenta al crescere della dimensione dell’azienda di appartenenza, raggiungendo il 91% fra i manager di imprese con un numero di dipendenti compreso tra i 5.000 e i 10.000.

  2. Le decisioni si spostano dal vertice alla periferia

    I risultati del sondaggio supportano l’idea che il processo decisionale è più efficace se gestito dalle persone più prossime al problema o alla situazione per cui la decisione è richiesta. Infatti, emerge con forza l’aspettativa di una maggiore autonomia decisionale dei dipendenti: il 56% del campione italiano (il 59% di quello complessivo) si aspetta che, nell’organizzazione del futuro, le decisioni vengano sempre più decentralizzate e prese a livello di team. Rispetto agli intervistati europei e statunitensi, gli italiani hanno, però, meno fiducia nel fatto che i dipendenti avranno la capacità di prendersi rischi e portare avanti decisioni in autonomia (42% contro il 54% del campione globale).

    Per quanto riguarda la gestione organizzativa all’interno dei team, il 51% del campione italiano e il 48% di quello totale, si aspetta che i team abbiano la responsabilità di definire la propria strategia e i propri obiettivi in autonomia.

  3. Verso il superamento della struttura gerarchica

    Il modo in cui i team si relazionano al sistema più ampio e il loro livello di autonomia, possono avere un impatto significativo sulla capacità di qualsiasi organizzazione di creare un ambiente caratterizzato da velocità, agilità, innovazione ed empowerment. I risultati sull’aspettativa di un’accresciuta autonomia dei team sono supportati dal fatto che la maggior parte degli intervistati crede che l’azienda di successo del futuro sarà basata su un network di team con un forte livello di autonomia e non su una struttura gerarchica. Il 56% dei rispondenti italiani crede, infatti, che le aziende di successo adotteranno un modello basato su un network di team, contro il 44% che prevede la permanenza della piramide gerarchica. Un dato molto interessante è l’emergere della self-governance: un quarto del campione (24% campione totale, 23% campione italiano, che sale al 30% nella fascia 25-35 anni) si immagina una struttura basata su un network di team che si coordinano da soli, ovvero senza un leader formale, e che operano attraverso dei principi condivisi, dove tutti i componenti del team sono co-responsabili per i risultati del proprio team.

  4. Le informazioni diventano sempre più accessibili

    Nella vita di tutti i giorni le persone sono sempre più abituate a disporre liberamente delle informazioni in ogni momento e in tempo reale. Nelle organizzazioni, il flusso e la disponibilità dei dati sono spesso ostacolati da numerose complessità. Dalla survey emerge che il 64% dei rispondenti – 58% degli italiani – vorrebbe libero accesso a tutte le informazioni presenti in azienda. Nello specifico, il 31% degli italiani intervistati si aspetta che tutte le informazioni, a eccezione dei dati sensibili (finanziari, stipendi e ciò che viene definito tale per legge) siano disponibili a tutti; il 27% preferirebbe che tutte le informazioni, con la sola esclusione di ciò che non è consentito dalla legge, vengano rese accessibili a chiunque in ogni momento. Solo il 17% si aspetta che le informazioni vengano fornite dal proprio superiore o dalla dirigenza in base all’effettiva necessità.

  5. Il lavoro diventa più semplice

    Nonostante la proliferazione di soluzioni che cercano di promuovere una collaborazione agile e di rendere la vita delle persone in azienda più semplice, la burocrazia e i processi non efficaci sono ancora percepiti come un problema per la maggior parte delle organizzazioni e per i loro dipendenti. La semplificazione del lavoro è considerata cruciale per l’azienda del futuro: il 57% del campione italiano e il 59% di quello internazionale crede che l’ambiente di lavoro sarà semplificato con l’adozione di sistemi dinamici e processi snelli. Oltre al bisogno di lavorare in un ambiente meno burocratico e più agile, dinamico e innovativo, il campione si esprime in larga maggioranza a favore dello smart working: ben il 77% infatti vede l’ufficio come solo uno dei possibili luoghi di lavoro.

  6. Il focus si allarga dal cliente a una platea più ampia di stakeholder

    Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una crescente attenzione da parte di tutti i tipi di organizzazioni nell’assicurarsi la lealtà dei propri clienti, in particolare con l’esplosione dell’e-commerce e ancor di più dopo l’avvento di sistemi di feedback online. Oggi è tuttavia aperto il dibattito sulla necessità per le aziende di andare oltre la mera attenzione ai clienti e abbracciare una prospettiva più ampia, che tenda alla creazione di valore per un gruppo allargato di stakeholder. Nonostante il 60% degli intervistati ritenga che i clienti restino un target cruciale, il 54% del campione totale e il 53% del campione italiano si aspetta che le aziende siano attente ai bisogni di tutti gli stakeholder chiave (dipendenti, clienti, azionisti, fornitori, ecc.). In Italia, i giovani (25-35 anni) e i manager fanno registrare percentuali più alte, rispettivamente 63 e 64%.

  7. Cambia la metodologia di valutazione delle performance

    Di recente molti dirigenti di grandi organizzazioni e professionisti delle risorse umane hanno messo in discussione l’efficacia degli attuali strumenti di gestione delle performance dei dipendenti, valutando metodi alternativi ai colloqui annuali di valutazione della performance. Il 52% degli italiani (percentuale che passa al 64% fra i più giovani) si aspetta che la valutazione e la revisione delle performance individuali siano sostituite da un feedback continuo sia individuale che di team tra pari livello e dall’assenza di un sistema strutturato di misurazione annuale.

“I risultati della ricerca dimostrano come la maggior parte dei dipendenti nei maggiori Paesi occidentali richieda cambiamenti che migliorino la loro vita lavorativa e che rendano le aziende più agili.” ha commentato Stefano Petti, partner di Asterys. “Per rimanere competitive e crescere, le aziende sono chiamate ad accogliere il cambiamento modificando il proprio assetto organizzativo diventando più snelle ed efficienti, rendendo la circolazione delle informazioni più fluida, semplificando il lavoro e lasciando maggiore autonomia decisionale ai propri dipendenti e ai propri team. In Asterys, che nel gennaio scorso ha lanciato AEquacy, un innovativo modello organizzativo, siamo convinti che sia necessario un cambio di paradigma, un passaggio dalla struttura tradizionale a un design organizzativo senza gerarchia e centrato sull’uomo, che stimoli maggiore accountability, collaborazione e innovazione, consentendo ai dipendenti di esprimere appieno il proprio potenziale e mantenere elevato il proprio benessere”.