Nella sua ultima ricerca Akamai esamina il panorama della pirateria, svela i trend settoriali e regionali e rivela l’elevata domanda di prodotti piratati.

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Akamai, la piattaforma per la protezione e la delivery di experience digitali, ha pubblicato una nuova ricerca che analizza nel dettaglio la persistenza della pirateria online.

“Pirateria allo scoperto” è l’ultimo report sullo Stato di Internet – Security di Akamai ed esamina il panorama della pirateria in costante evoluzione, che, secondo il GIPC (Global Innovation Policy Center) della Camera di Commercio degli Stati Uniti, costa alla sola economia statunitense 29,2 miliardi di dollari in perdita di ricavi ogni anno. Il nuovo studio nasce dalla collaborazione tra Akamai e MUSO, che ha fornito i dati sull’attività di streaming e download in diversi settori.

La ricerca illustra come la pirateria online continui a essere prevalente e finanziariamente dannosa per una varietà di settori. Tra gennaio e settembre 2021, la domanda globale di prodotti piratati, misurata dalle visite ai siti web che offrono l’accesso a film e programmi televisivi, direttamente tramite un browser o un’applicazione mobile, nonché dai download di torrent, ha raggiunto 3,7 miliardi di visualizzazioni e download illegali. Secondo il report, il 61,5% degli utenti ha visitato i siti di pirateria tramite accesso diretto e il 28,6% li ha cercati attivamente.

La battaglia alla pirateria è una lotta continua e non esiste una soluzione magica per porre fine a questo fenomeno. Nonostante gli sviluppatori di contenuti stiano potenziando sempre più le difese, i criminali a loro volta adattano i propri metodi di accesso ai contenuti protetti”, ha affermato Steve Ragan, Security Researcher di Akamai e autore del report. “L’impatto della pirateria va ben oltre il furto di film e altri contenuti. Il vero costo è nascosto dietro le quinte e sta causando la perdita dei mezzi di sussistenza di chi si occupa della creazione di serie tv e pellicole cinematografiche, libri e software che tutti consumiamo”.

La portata della pirateria online delineata nello studio presenta una delle questioni più difficili e complesse da affrontare per le aziende. In un momento in cui le società di media, editoria e altri servizi digitali si stanno concentrando sulla protezione dei ricavi a causa del cambiamento del comportamento dei consumatori, è fondamentale comprendere il panorama delle minacce per mitigare con successo i rischi. Il fenomeno in questione pone un problema di sicurezza sia all’interno delle organizzazioni sia costituendo un altro potenziale vettore di attacco da cui è necessario proteggersi per evitare violazioni contro la proprietà intellettuale (IP).

Esaminando la pirateria a livello globale e in tutti i settori – cinematografico, televisivo, del software, dell’editoria e della musica, appare chiara la vasta scalabilità del fenomeno. L’aspetto forse più preoccupante è che in molte aree essa è ancora in crescita, con un aumento complessivo del 16% rispetto ai nove mesi precedenti”, ha affermato James Mason, CTO di MUSO. “Come evidenziato dalla nostra partnership con Akamai in questo report, la collaborazione è essenziale per comprendere a fondo le ultime tendenze all’interno dell’ecosistema in continua evoluzione, così da creare strategie antipirateria efficaci, invece di combatterla in silos”.

Analisi dei trend della pirateria

Oltre alla domanda incessante di prodotti piratati, il report ha rivelato diversi altri punti salienti:

  • Tra gennaio 2021 e settembre 2021 si sono verificate in totale 132 miliardi di visite a siti web di pirateria.
  • I principali settori piratati sono stati la televisione (64 miliardi di visite totali), l’editoria (30 miliardi di visite totali), i film (14,5 miliardi di visite totali), la musica (10,8 miliardi di visite totali) e il software, che include videogiochi e moderni software per PC (8,9 miliardi di visite totali).
  • A livello globale, gli Stati Uniti (13,5 miliardi), seguiti da Russia (7,2 miliardi), India (6,5 miliardi), Cina (5,9 miliardi) e Brasile (4,5 miliardi) sono stati i primi cinque paesi di origine delle visite ai siti web pirata.