Il nuovo sistema, detto REM (Registered Electronic Mail), estenderà i benefici della PEC a livello UE

PEC europea

Pare che, finalmente, la tanto invocata PEC europea sia dopotutto in fase di arrivo. Nel 2022 si sono infatti compiuti passi importanti a livello comunitario per la definizione di uno standard unico europeo in materia, aprendo le porte all’utilizzo della posta elettronica certificata in ottica transnazionale.

Il nuovo sistema, detto REM (Registered Electronic Mail), estenderà i benefici della PEC a livello UE, assicurando il valore legale dei messaggi inviati con questo standard e semplificando notevolmente la gestione documentale all’interno di un continente sempre più connesso.

Storia della PEC e della PEC europea

La posta elettronica certificata nasce in Italia nel 2005, nel contesto del cosiddetto codice dell’amministrazione digitale, una serie di disposizioni normative volte a favorire l’utilizzo degli – allora – nuovi strumenti digitali per semplificare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.

Con il passare del tempo la PEC si è rivelata una soluzione piuttosto efficiente. Riuscendo ad assicurare il valore legale delle comunicazioni digitali ha ben presto iniziato a soppiantare l’utilizzo della carta. Prima nelle comunicazioni tra enti pubblici, poi in quelle tra aziende, liberi professionisti ed enti pubblici, arrivando persino – infine – ad essere utilizzata dai privati cittadini nei loro rapporti con enti pubblici, amministrazioni e anche aziende.

Il suo limite però è quello del valore legale riconosciuto solamente in Italia. Nonostante fosse nata all’interno di un progetto dalla vocazione comunitaria, non essendoci un quadro normativo e di uno standard unico a livello europeo, la PEC come strumento è rimasta confinata all’interno dei confini del Bel Paese.

Il passo avanti del 2022

Negli ultimi anni, piano e in sordina, però le cose hanno continuato ad evolversi.

Nel 2014 è stato emanato il regolamento comunitario UE n° 910/2014 o eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) per la definizione di uno standard minimo e comune per garantire interazioni elettroniche sicure e autenticate tra cittadini, imprese ed enti pubblici.

Sulla base dei requisiti definiti all’interno di questo regolamento, AgID (Agenzia per l’Italia digitale), AssoCertificatori, controparti europee ed ETSI (European Telecommunications Standards Institute) si sono messi al lavoro per definire un nuovo standard per garantire l’interoperabilità della posta elettronica certificata a livello europeo.

Il 14 giugno 2022 si è concluso l’iter con definizione del nuovo standard ETSI EN 319 532-4 e dei requisiti della Common Service Interface (interfaccia di servizio comune) che renderà possibile la comunicazione tra imprese, cittadini ed enti degli Stati dell’Unione Europea.

Il nuovo standard europeo garantirà l’integrità del messaggio, la data certa di invio e ricezione, e l’identità del possessore dell’indirizzo PEC, indipendentemente dal paese.

La verifica dell’identità rappresenta uno sviluppo anche per la PEC nostrana: attualmente infatti gli account di posta elettronica certificata non richiedono agli utenti un’autenticazione dell’identità ai loro titolari. Quindi un account PEC può essere attualmente utilizzato da chiunque ne possieda le credenziali.

Il passaggio alla PEC europea cambierà anche questo, portando a standard di sicurezza più elevati.

La PEC scomparirà?

L’avvento dello standard REM non comporterà particolari problemi per certificatori e utenti. Al di là delle operazioni tecniche necessarie per rendere interoperabili le caselle PEC esistenti, agli utenti sarà semplicemente richiesto di associare al proprio account la propria identità digitale e attivare l’autenticazione a due fattori.

“L’italiana PEC” – si legge nel comunicato ufficiale Agid – “si evolverà in un sistema di recapito elettronico certificato qualificato utilizzabile anche a livello europeo per lo scambio sicuro di comunicazioni elettroniche dotate di valore probatorio.”

Tranquilli anche i fornitori dei servizi per la gestione delle varie utenze. In Pec Organizer, società che si occupa di fornire ad aziende e studi professionali un software proprio per la gestione ordinata di diverse caselle pec, si dicono tranquilli: “Il passaggio alla PEC europea non rappresenterà un problema per i nostri utenti. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento e abbiamo sviluppato il nostro software tenendo conto che questo sarebbe stato il punto di arrivo. Siamo pronti” – aggiungono “a cogliere le possibilità che questa svolta europea può portare”.