Fornire l’elenco delle competenze richieste significa offrire una prospettiva limitante: la sfida per la società è l’economia collaborativa

Kill Skill

Secondo Kill Skill, il tredicesimo quaderno di Weconomy,le persone non possono essere riempite con competenze preconfezionate. Il progetto editoriale Logotel – che da 10 anni esplora le opportunità dell’economia collaborativa – affronta il tema delle competenze da un punto di vista sistemico. Perché, quando si parla di skill, in realtà si parla di sviluppo delle persone, di nuove modalità di lavoro. Tutto ciò coinvolge le strategie aziendali e i cambiamenti nella società.

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i cataloghi di skill “a prova di futuro”. Elenchi di competenze che – in teoria – preparerebbero le persone ad affrontare le sfide del mercato. È un tema urgente, perché il mondo del lavoro sta cambiando, sempre più in fretta. In questo numero, Weconomy ha scelto di “uccidere le competenze a catalogo”, perché concentrarsi su skill come problem solving o digital literacy è una prospettiva limitante. Il rischio principale: la promozione implicita di forme di apprendimento spersonalizzate, che trascurano i talenti individuali ed eludono la capacità delle imprese di auto-organizzarsi.

Per affrontare questioni cruciali per le organizzazioni come lo skill shortage (la mancanza di capacità per affrontare i nuovi lavori) o il reskilling (la necessità di aggiornare competenze datate), Weconomy propone un modello che, a partire dalle persone, crea un ecosistema che trasforma le abilità in qualcosa di naturale: i comportamenti. Le riflessioni su Weconomy sono nate dal confronto con esperti in metodologie di apprendimento, designer, psicologi e imprenditori e si basa su quattro attivatori: attitudine, motivazione, permesso e opportunità. Sono elementi imprescindibili per sviluppare nuove abilità in relazione al contesto di cui si fa parte e per mantenere vive le competenze già acquisite.

I contributi di Kill Skill sono frutto di un’esplorazione delle dinamiche che motivano le persone ad apprendere e a evolversi. Il punto di partenza è il know-how Logotel, la service design company promotrice del progetto che, da 25 anni, accompagna la trasformazione di persone e organizzazioni. Inoltre sono state coinvolte realtà di frontiera nel campo dell’intelligenza artificiale; grandi aziende che stanno affrontando profonde trasformazioni; startup che hanno costruito le proprie competenze per diventare imprese di successo. Questi contributi sono stati contaminati con la visione di esperti di fama internazionale, tra cui ricercatori del World Economic Forum, Donald H. Taylor (Learning Technologies, Londra) e Brian J. Robertson (fondatore del modello organizzativo Holacracy).

Il tredicesimo quaderno di Weconomy è distribuito con il numero di gennaio-febbraio 2019 di Harvard Business Review Italia e gratuitamente su weconomy.it, sull’app Android e iOS e in versione podcast.