Nuove competenze per alunni, docenti e volontari e ritorni economici sulla società sono il risultato del programma “Impresa in azione” di Junior Achievement Italia.

Impresa in azione

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede quasi 31 miliardi per l’ambito istruzione e ricerca, questo perché gli investimenti in educazione hanno implicazioni fondamentali sia per il breve che per il lungo periodo, influenzando il benessere sociale ed economico dei cittadini di domani.
Sul domani della scuola, Junior Achievement Italia, organizzazione non profit che prepara i giovani all’imprenditorialità e al loro futuro lavorativo, si interroga costantemente per fornire gli strumenti più appropriati. Per questo, la sua impact community, insieme a Human Foundation, ha avviato un percorso pluriennale di valutazione d’impatto sociale del suo programma “Impresa in azione”, basata sulla metodologia SROI (Social Return on Investment). La SROI permette di quantificare e assegnare un valore monetario al cambiamento generato e di misurare l’acquisizione e la crescita delle competenze nei diversi stakeholder del programma: studenti, volontari e docenti.

In 18 anni, Impresa in azione ha coinvolto oltre 115 mila studenti italiani, di cui oltre 12 mila nell’anno scolastico 2020/2021, e oltre 400 mila ogni anno in tutta Europa. Le classi partecipanti costituiscono delle mini-imprese a scopo formativo e ne curano la gestione, dal concept di un’idea al suo lancio sul mercato. A guidarli in questo percorso ci sono il/la docente e un/a volontario/a, d’azienda o libero professionista, con il ruolo di “dream coach” che condivide le sue esperienze e capacità personali e professionali con il team di studenti. Questo processo, ricco di contenuti e strumenti consolidati, offre un’esperienza professionalizzante a stretto contatto con le aziende e il mondo esterno. Per la sua praticità e vicinanza alla realtà, agevola lo sviluppo di un set di competenze tecniche e trasversali, fondamentali per tutti i giovani, indipendentemente dai loro interessi lavorativi futuri. La metodologia di apprendimento, che segue logiche esperienziali di learning-by-doing, è in grado di appassionare e coinvolgere attivamente tutti i partecipanti.

La valutazione d’impatto sociale si è concentrata nel primo anno di studio sui beneficiari diretti dell’intervento, ovvero su un campione di 500 studenti delle scuole secondarie di secondo grado (53% istituti tecnici, 35% istituti professionali e 12% licei) partecipanti a Impresa in azione 2017/2018, analizzando gli effetti attesi e inattesi, positivi e negativi, del modello promosso di educazione imprenditoriale.

Il programma ha generato sugli studenti un impatto positivo statisticamente significativo su quattro dimensioni di cambiamento che includono: competenze trasversali (il 37% dichiara di aver sviluppato una migliore capacità di lavorare in team), conoscenze tecniche (il 59% afferma di aver acquisito competenze finanziarie di base), attitudini (il 21% ha preso coscienza dei propri punti di forza e di debolezza e si è dichiarato determinato a perseguire i propri obiettivi) e propensione sul proprio futuro post-diploma (con il 74% che ha trovato la motivazione nel proseguire gli studi).

Human Foundation ha calcolato che per ogni euro investito nel programma Impresa in azione a favore degli studenti, il ritorno economico per la società è di 4,30 euro.

Nel 2018/2019, l’analisi ha preso in considerazione anche il ruolo dei volontari, prendendo in esame un campione di oltre 100 dream coach, rispetto ai quali la partecipazione a Impresa in azione genera un atteggiamento positivo di almeno il 40% su 5 dimensioni di cambiamento che includono competenze trasversali, di coaching e leadership, attitudine all’adattamento, cittadinanza attiva e rapporto con il proprio lavoro. Tra i principali benefici generati vi è il rafforzamento della capacità di adattarsi a contesti nuovi e sfidanti e delle abilità di team coaching e di leadership legate allo sviluppo degli strumenti per comunicare, motivare gli studenti, guidando e alimentando le loro idee. Per ogni Euro investito attraverso il volontariato d’impresa vi è un ritorno sociale di più del doppio, pari a 2,46 euro, con una durata di due anni.

Il report concentra poi l’analisi sul ruolo degli insegnanti all’interno di Impresa in azione, nel più recente biennio 2020-2021, coinvolgendo un campione di oltre 120 docenti iscritti a Impresa in azione. Fra i docenti i partecipanti, la maggioranza è di genere femminile (56%) e Il 70% del campione ha tra i 45 e i 65 anni, mentre il 29% ha tra i 25 e i 44 anni. La distribuzione geografica degli Istituti scolastici dove i professori svolgono la loro attività professionale, invece, evidenzia percentuali similari per il Nord e il Centro Italia, rispettivamente 40% e 37% e una percentuale inferiore per il Sud Italia (23%).

Per quanto riguarda la tipologia del campione raggiunto in relazione al profilo professionale, la maggior parte degli educatori (59%) insegna in Istituti tecnici, il 23% in Istituti professionali mentre il restante 18% in Licei.

Secondo i dati rilevati, il programma Impresa in azione è in grado di generare numerosi cambiamenti nella figura del docente. Grazie al programma, gli insegnanti riescono ad affrontare la propria professione con maggiori strumenti e ad acquisire un maggior livello di imprenditività e questo successo si è mantenuto su livelli alti anche in DAD.

L’aspetto maggiormente apprezzato del programma Impresa in azione è il percorso della creazione della mini–impresa, che si pone al centro dell’implementazione di tutto l’intervento; quasi la metà del campione (48%) infatti, ha optato per questa opzione di risposta. Altri aspetti giudicati in modo positivo dai docenti sono, invece, l’affiancamento del dream coach (27%) e la realizzazione delle competizioni promosse da JA Italia (18%). Al quesito sull’imprenditività, ovvero cosa i docenti avrebbero fatto per migliorare le skill in ambito economico e finanziario in assenza del programma, l’opzione maggiormente condivisa riguarda la partecipazione a un altro progetto similare (28%). Il quesito ha raccolto percentuali in linea per le altre due opzioni di risposta, ovvero, corso di formazione su tematiche imprenditoriali (22%) e studio da autodidatta (20%).

Grazie a Impresa in Azione il corpo docente apprende nuove metodologie innovative di insegnamento che non si limitano alla didattica teorica ma che abbracciano anche la pratica. Inoltre, il professore può partecipare ad esperienze condivise con altri colleghi in una logica di arricchimento reciproco.

La metodologia learning-by-doing permette non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti di vivere l’esperienza imprenditoriale sul campo. In questo modo, i docenti possono beneficiare dei cosiddetti learning outcome: attitudini imprenditoriali, quali lo spirito di iniziativa e la fiducia in sé stessi, skills imprenditoriali, come la creatività, la pianificazione necessaria per definire un progetto imprenditoriale che possa durare nel tempo, la gestione del rischio e le conoscenze imprenditoriali, come la valutazione delle diverse opportunità di business.

La collaborazione tra docenti ed esperti d’azienda offre al professore l’opportunità di migliorare le proprie capacità relazionali, creare nuovi network e consolidare quelli già esistenti.

Dal processo valutativo emerge come il rapporto tra i cambiamenti emersi nei docenti inclusi nel programma Impresa in azione nel 2020-2021 rappresenti un elevato valore sociale complessivo. Per ogni euro investito nel programma, infatti, vi è un ritorno sociale più che raddoppiato di 2,71 euro.

L’analisi complessiva evidenzia come il programma Impresa in azione riesca a generare cambiamenti in maniera significativa non soltanto attraverso l’acquisizione di competenze di natura tecnica, che contribuiscono a migliorare il percorso di crescita professionale e umana dei docenti attraverso l’acquisizione complessiva di maggiore imprenditività, ma anche da un punto di vista umano, andando a impattare in maniera positiva nell’ambito del rapporto con gli studenti, nella capacità di coinvolgerli e nel riuscire a stabilire con loro relazioni positive a arricchenti capaci di durare nel tempo.

È l’arte suprema dell’insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza, citava Albert Einstein e i risultati di questo studio mettono in evidenza proprio questo. Mai come oggi, il ruolo dei docenti è fondamentale nella crescita educativa dei ragazzi e delle ragazze. Un ruolo importantissimo e di grande responsabilità che troppo spesso non viene valorizzato, dichiara Miriam Cresta, CEO di Junior Achievement Italia. “Con il nostro programma Impresa in Azione vogliamo mettere a disposizione dei docenti non solo strumenti pratici e utili per trasferire i concetti dell’imprenditorialità ma anche offrire loro un sapere lungo tutto l’arco della propria vita che gli consenta di empatizzare e creare dialogo con i propri alunni e promuovere un approccio alla realtà che vada oltre il semplice studio”.