Le compagnie assicurative possono trasformare in opportunità i rischi per il cliente

Sicurezza informatica in azienda: quasi sempre è affidata all’IT

Le compagnie assicurative elaborano sofisticati modelli di calcolo per la previsione dei rischi, ma non sempre investono in misure per tenere i propri consumatori al riparo dal Cyber Crime. Secondo Affinion, nonostante il crescente uso dei social network e il dilagare di dispositivi IOT abbia aumentato la consapevolezza delle minacce, persistono le cattive abitudini dei clienti che spesso non sanno come proteggersi.

Il cliente non è al sicuro e le compagnie assicurative dovrebbero trasformare il rischio in opportunità. Investiamo ingenti somme di denaro in porte blindate, serrature di sicurezza o in sistemi di allarme, perché non proteggiamo i dispositivi che ci rendono ugualmente vulnerabili?

Nel 2017 circa 1 miliardo di persone in 20 paesi hanno subito crimini informatici, con un danno stimato di 500 miliardi di dollari come impatto mondiale del cyber crime.

In Italia oltre 16 milioni di persone, un terzo della popolazione, è stata vittima del crimine online nel 2017, con un danno pari a 10 miliardi di euro.

Siamo noi i primi ad immettere i nostri dati online

A causa dell’espansione dei social network siamo sempre più esposti. Quanti dati immettiamo volontariamente sul web? Creiamo ogni giorno oltre 2,5 quintilioni di byte di dati.

In Italia il 73% della popolazione utilizza Internet: 34 milioni di persone sono attive sui social media per circa 2 ore al giorno, dato destinato a crescere secondo alcuni studi, considerando che gli adolescenti spendono anche 9 ore al giorno sui social.

La connettività del mercato IOT moltiplica il rischio

Si amplia inoltre, come fa notare Affinion, il mondo dei dispositivi interconnessi.

Il mercato italiano dell’IOT vale in Italia circa 250 milioni nel 2017, in crescita del 35% rispetto al 2016. ll 38% degli italiani possiede già almeno un oggetto “smart” in casa e il 51% si dice preoccupato per i rischi legati alla privacy.

Con il diffondersi dei dispositivi interconnessi, si moltiplica il rischio. Un cyber criminale potrebbe entrare nella nostra casa attraverso la televisione o persino il condizionatore connesso ad uno smartphone.

Dove finiscono i dati rubati e quanto valgono nel Dark web?

Una volta rubati i nostri dati finiscono in un vero e proprio mercato nero, il cosiddetto Dark Web dove vengono scambiati su piattaforme volatili del tutto simili a quelle del trading online.

Una carta di credito o di debito si acquista sul Dark Web con cifre dai 5 ai 110 dollari, le informazioni come l’accesso ai servizi di pagamento (es. Paypal) vanno dai 20 ai 200 dollari, una patente di guida circa 20 dollari, e un passaporto intorno ai 1000-2000 dollari.

Le compagnie assicurative possono giocare un ruolo chiave nell’evoluzione della protezione Cyber e conseguente educazione lato cliente finale. L’assicurazione interviene ex post a danno avvenuto, mentre su questo ambito può agire anche in materia di prevenzione e mitigazione del rischio.

Secondo Antonio Di Salvo, Country Head Italia di Affinion: “Un nuovo approccio al tema cyber security può mitigare il problema prima che si manifesti al cliente e aiutare l’assicuratore a prevedere e ridurre il rischio. Per esempio, le compagnie possono offrire servizi per rilevare i segnali di attività sospette online, o la presenza di dati sul dark web. Tutti elementi chiave di differenziazione, fidelizzazione e prevenzione.”

Una scansione dei social media o del dark web potrebbero rilevare se i dati del cliente sono stati condivisi o compromessi prima che si abbia un problema serio.

Le opportunità diventano quindi: educare la sensibilità del consumatore ai rischi, ingaggiare il cliente in modo attivo per creare una relazione continuativa, che non si limiti alla stipula della polizza ma affianchi il consumatore nella sua vita quotidiana e diventare un punto di riferimento per la sua sicurezza.