Secondo il parere del CEO di Deloitte Fabio Pompei le competenze STEM femminili sono carenti ma non per mancanza di capacità.

competenze STEM femminili

Si è tenuto lo scorso novembre, a Milano, la Digital Talet Fair, l’evento dedicato alla promozione della cultura STEM (Science, Technology, Engeneering and Mathematics) e della parità di genere. In tale occasione ha preso la parola il CEO di Deloitte, Fabio Pompei che ha così dichiarato: “Se vogliamo un’Italia più competitiva, dinamica e capace di guardare al futuro non possiamo rinunciare al talento delle donne. E soprattutto, non possiamo rinunciare alle competenze Stem femminili: ne avremo sempre più bisogno e anche per questo dobbiamo incentivare le ragazze ad avvicinarsi a questo mondo”.

Secondo l’Osservatorio sulle materie Stem di Fondazione Deloitte, in Italia le aziende da anni sperimentano una scarsità di competenze Stem: nel 2020 almeno il 23% delle imprese italiane aveva già riscontrato almeno una volta il problema di non riuscire a trovare i profili professionali Stem di cui aveva bisogno.
Un dato allarmante e che rischia di aggravarsi se non ci sarà una netta inversione di rotta: secondo il nostro osservatorio, nel 2020 solo il 27% degli universitari era iscritto a facoltà tecnico-scientifiche. Ma il dato è ancora più allarmante quando si scopre che solo un quarto degli universitari iscritti a percorsi Stem è donna”, dice Fabio Pompei.

A spiegare il gap di competenze Stem femminili sarebbero bias e stereotipi, che ancora oggi influiscono sulle scelte di bambine e ragazze nei momenti cruciali in cui si determinano i percorsi di studio e lavoro.
Dal nostro studio risulta che le laureate Stem in Italia, in media, conseguono il loro titolo di studio con una votazione superiore a quella dei colleghi uomini, oltre che in meno tempo”, continua Fabio Pompei. “Eppure le ragazze, rispetto ai coetanei maschi, spesso pensano di non essere abbastanza brave o interessate alle materie tecnico-scientifiche per intraprendere un percorso Stem. Altro dato significativo della nostra ricerca: un giovane occupato in ambito Stem su tre ritiene che il proprio lavoro sia più adatto alle capacità degli uomini”.

In futuro le competenze Stem femminili e non saranno quelle più richieste dal mercato del lavoro: già oggi esiste un gap tra domanda e offerta, ma nei prossimi anni il problema potrebbe diventare strutturale, compromettendo la competitività complessiva della nostra economia”, osserva Fabio Pompei. “Per questo tutti gli attori in gioco – dalle imprese, alle istituzioni – devono unire gli sforzi per cambiare rotta e investire con decisione sulle competenze Stem, con particolare attenzione all’inclusione delle donne all’interno di questi percorsi di studio e professionali. Una sfida su cui Deloitte ha deciso di impegnarsi attivamente con l’Osservatorio Stem e su cui vuole continuare a lavorare per dare il proprio contributo”.