Prevedere l’imprevedibile, un approccio human-centric e tecnologie digitali sono gli strumenti per vincere le sfide delle supply chain.

sfide delle supply chain

L’effetto Amazon nel mondo consumer, dove si può acquistare qualsiasi cosa in qualsiasi momento e riceverla il giorno successivo, si è esteso a tutto il mercato business-to-business, che si aspetta – qualunque sia il settore – gli stessi livelli di trasparenza, servizio e comunicazione. Se a questo si aggiungono poi un’ulteriore complessità che caratterizza l’ambito dei prodotti B2B e le sfide delle supply chain a livello globale, non è difficile capire il motivo per cui alcune aziende fatichino ad essere all’altezza di tali crescenti aspettative.

Chi avrebbe potuto prevedere che una delle navi cargo più grandi al mondo si sarebbe un giorno bloccata nel Canale di Suez, ‘congelando’ quasi $10 miliardi di scambi commerciali? O che la pandemia avrebbe portato ad un fermo della produzione di componenti, interrompendo le attività di molte industrie manufatturiere, dalla produzione delle automobili a quella dei cellulari, sconvolgendo gli equilibri e le operazioni nei trasporti e nella logistica? Eppure è stato lo stesso Einstein a dire: “Non possiamo risolvere tutti i problemi con lo stesso modo di pensare che abbiamo usato quando li abbiamo creati”. La realtà dei fatti è che le aziende devono costantemente cercare nuovi modi per soddisfare e, se possibile, persino superare, le aspettative dei clienti in qualsiasi circostanza, pena il rischio di rimanere tagliate fuori dalla competizione di settore.

Panasonic Connect Europe riflette sulla necessità di una comprensione più profonda di quelle che sono le reali esigenze del business e di come concretamente soddisfarle.

Spiega Jamie Rogers, Head of Operations: “Per rimanere competitivi e fornire valore, i produttori industriali e le organizzazioni B2B devono saper comprendere in maniera più profonda le esigenze dei propri clienti e offrire esperienze fuori dall’ordinario, senza sacrificare il livello di efficienza, faticosamente raggiunta, in termini economici e di adozione di pratiche lean/agile”.

Ciò che occorre per raggiungere il giusto equilibrio tra i costi e le esigenze di migliorare la reattività e l’esperienza cliente è oggi l’adozione di un approccio human-centric che sia supportato dalle più recenti potenzialità digitali e tutto deve partire da un’organizzazione accurata dei flussi di lavoro.

Se pensiamo ad esempio ai team di vendita”, spiega Jamie Rogers, “all’interno di ogni organizzazione essi devono valutare e rivalutare continuamente quali possano per i propri clienti le esperienze più rilevanti, considerando che tra l’altro esse possono variare a seconda dell’interlocutore che si intende approcciare, all’interno della stessa azienda. Per esempio, l’amministratore delegato, gli ingegneri, i team di procurement (uffici acquisti) e di vendita possono avere aspettative completamente diverse. È bene che i team di vendita puntino a trattare le aziende che approcciano come individui e non come entità, a conoscere cioè davvero il cliente e la ‘personalità’ della specifica organizzazione”.

Per far sì che soddisfare le esigenze mutevoli di un target sempre più vario sia sostenibile, è necessario che l’azienda doti le proprie forze vendita di strumenti e della trasparenza operativa di cui hanno bisogno.

Un’area di particolare attenzione oggi più che mai è la supply chain. Le sfide delle supply chain, a partire dalle tariffe di trasporto globali e dalle criticità logistiche, possono essere mitigate solo mediante comunicazioni proattive e maggiore trasparenza. Oggi molte organizzazioni si affidano alla tecnologia, in particolare al machine learning e all’intelligenza artificiale, come metodologie efficaci per scongiurare il rischio di interruzioni e ritardi nella catena di approvvigionamento, riducendo al minimo l’impatto delle criticità della supply chain sull’utente finale.

Per esempio, affidarsi all’intelligenza artificiale per l’analisi della domanda globale permette di apportare modifiche in tempo reale agli ordini della componentistica e alla pianificazione della produzione industriale. L’automazione dei processi di produzione contribuisce a rendere più efficienti le attività di acquisto e il processo di ordine e consegna per il cliente.

In altre aree della logistica l’evoluzione tecnologica è incentrata su applicazioni di deep learning, ad esempio nell’analisi del moto ondoso in ambito trasporti marittimi, dove risultano efficaci per prevedere con maggiore precisione gli arrivi dei prodotti e fornire informazioni ancora più accurate sui tempi di consegna all’utente finale.

Il progresso in ambito industriale sta innegabilmente contribuendo a favorire un miglioramento dei processi di pianificazione e di produzione e a superare le sfide delle supply chain, a tutto vantaggio dei clienti.

Prevedere l’imprevedibile”, conclude Jamie Rogers, “deve significare per l’industria assumere una maggiore capacità di prepararsi all’imprevisto e di essere competitiva. Può rivelarsi realmente strategico dotarsi della giusta mentalità, del giusto pensiero e approccio e certamente affidarsi alla tecnologia”.