Le BUFALE, ossia quelle notizie false o inverosimili volte ad ingannare il pubblico, presentando per reale qualcosa di falso o costruito virtualmente, crescono sempre di più.

A cura di Massimo Chirivì ICT Consultant / IT Security Expert

Giornalmente, la nostra interazione con i social, o meglio con l’intero web è compromessa continuamente da notizie false di ogni genere.

Da annunci di personaggi famosi che muoiono improvvisamente a messaggi che vengono diffusi tramite WhatsApp per richieste di sangue, o allerte varie per fermare presunti criminali che rubano dei soldi chiamando i cellulari.

Vi segnalo due tipi di messaggi che mi sono pervenuti tramite WhatsApp negli ultimi giorni:

 Sabato mattina whatsapp diventerà a pagamento! Se hai almeno venti contatti manda questo messaggio a loro. Così risulterà che sei un utilizzatore assiduo e il tuo logo diventerà blu e resterà gratuito (ne hanno parlato al tg). Whatsapp costerà 0,01€ a messaggio. Mandalo a dieci persone.

Salve, siamo Andy e Jonh, i direttori di whatsapp. Qualche mese fa vi abbiamo avvertito che da quest’estate whatsapp non sarebbe stato più gratuito; noi facciamo sempre ciò che diciamo, infatti, le comunichiamo che da oggi whatsapp avrà il costo di 1 euro al mese. Se vuole continuare ad utilizzare il suo account gratuitamente invii questo messaggio a 20 contatti nella sua rubrica, se lo farà, le arriverà un sms dal numero: 123#57 e le comunicheranno che whatsapp per LEI è gratis!!! GRAZIE…. e se non ci credete controllate voi stessi sul nostro sito (www.whatsapp.com). ARRIVEDERCI.

PS: quando lo farai la luce diventerà blu (se non lo manderai l’agenzia di whatsapp ti attiverà il costo ).”

 C’È bisogno di sangue A RH negativo, per una bambina che sta molto male.. Aiutate a diffonderlo. La referente é Elisa Montagnoli tel. 3450857172 mandalo ai tuoi contatti di WhatsApp per favore

Mentre attraverso i social, gli ultimi che ho notato sono stati questi:

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Soffermiamoci un attimo e cerchiamo di capire quanto accade con il fenomeno BUFALE:

Ormai è diventato semplicissimo informarsi su qualsiasi cosa attraverso il web, come anche il metodo di diffondere le notizie è cambiato, prima era molto più difficile e riservato a pochi addetti ai lavori. Facebook,

Twitter ed il web in generale con strumenti semplici da utilizzare diventano ambienti in cui è possibile veicolare notizie di qualsiasi genere in pochissimi minuti, senza avere nessuna testata giornalistica e nessun tipo di autorizzazione particolare. Di riflesso più funziona la veicolazione delle notizie più aumenta il guadagno che il “falso giornalista” può fare.

E’ abbastanza normale che alcuni tipi di notizie attirino più lettori. Questo è sempre successo, anche con i media tradizionali, ad esempio: una notizia di cronaca nera attira più di una di cronaca rosa.

Prima bisogna andare in edicola a comprare il giornale, poi bisognava andare sui siti delle varie testate giornalistiche per leggere le notizie, ora le notizie ci scorrono davanti attraverso i social network e diventa impossibile non vederle.

Le bufale diventano ogni giorno sempre più clamorose e l’utente medio, non conoscendone il funzionamento del fenomeno e le potenzialità di un semplice “condividi” continua a cliccarci su e condividerne il contenuto aumentandone esponenzialmente la diffusione.

Negli ultimi anni sono diventati sempre più bravi a confondere gli utenti facendo nascere siti che sfruttano similitudini ortografiche per ingannare gli utenti, quindi bisogna prestare la massima attenzione nella lettura dell’indirizzo web.

Quindi, più utenti arrivano sul sito contenente la notizia, maggiore è la possibilità di aumentare i propri guadagni: banner o link pubblicitari che attraverso la piattaforma di Google Adsense pagano ogni volta che un utente ci clicca su.

Non voglio entrare nello specifico dei problemi legali che si possono avere divulgando notizie false, perché questo è argomento che riserviamo agli esperti del settore, ma come informatico mi preme sottolineare il fatto che il web deve essere utilizzato diversamente dagli strumenti di comunicazione tradizionale: ogni utente ha la possibilità di leggere ed informarsi sulla veridicità o meno della notizia con molta semplicità.

Per scoprire se effettivamente un personaggio VIP è morto e scoprire quindi se si tratta di una bufala o meno basta digitare su google il nome del personaggio seguito dalla parola bufala, ad esempio: MARIO ROSSI MORTO BUFALA. Il web è bello anche per questo, perché con la stessa facilità con cui le bufale vengono divulgate, allo stesso modo vengono anche scoperte. Ad esempio, quando mesi fa uscì la bufala che raccontava di un ragazzo di Catania bruciato vivo perché era cristiano, è stato semplice scoprilo scrivendo su google: BUFALA Catania 15enne bruciato.

Io, per esperienza, non condivido e non divulgo mai una news senza avere la certezza che sia vera. Negli ultimi giorni si sta parlando di leggi adeguate, di strumenti di controllo del web, e di altro che a mio modesto parere non servono a nulla, il fenomeno delle BUFALE esiste perché esistono i lettori di BUFALE che permettono a questi “falsi informatori” di fare guadagni importanti. In ogni processo esiste sempre un fornitore ed un fruitore, basterebbe agire nella formazione dei fruitori come si è agito per altri temi più importanti, come ad esempio il problema del FUMO; non si è abolita la vendita delle sigarette, ma si è aumentata la formazione ai clienti con delle campagne esplicative.

Una legge antibufala, potrebbe condizionare l’informazione mondiale. A chi andrebbe il potere di dire se una notizie è vera o falsa?

La cultura, nel presente, ma di più nel prossimo futuro, si propagherà con la condivisione di conoscenze e informazioni. Sarebbe meglio utilizzare tutte le energie per creare delle leggi adeguate a rieducare velocemente gli utenti al nuovo mondo tecnologico. Sono sempre convinto che i problemi non si risolvono con le limitazioni, ma con l’educazione e la formazione.