Le grandi sfide aziendali che siamo stati costretti ad affrontare nel 2020 potrebbero farci ripensare al modo in cui utilizziamo la tecnologia nel nostro lavoro e nei rapporti sociali?

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Nonostante gli incredibili progressi tecnologici degli ultimi dieci anni gli economisti si stupiscono del fatto che questa innovazione non sia riuscita a portare progressi rivoluzionari sul fronte della produttività e del PIL, come invece molti avevano previsto. Senza dubbio ci sono stati numerosi avanzamenti tecnologici che hanno cambiato in meglio il modo in cui viviamo e lavoriamo. In qualità di leader europeo di un’azienda globale di mobile computing ho visto molti esempi di come laptop, tablet e PDA possano evitare attività ripetitive, tagliare i costi, migliorare la produttività e il customer service.

Tuttavia, i miglioramenti tecnologici che ci circondano sono ben lontani dall’offrire una crescita e un cambiamento paragonabili a quelli della rivoluzione industriale. Certamente non stiamo vivendo nel futuro utopico propagandato durante la mia giovinezza, in cui le faccende quotidiane sarebbero divenute obsolete e avremmo passato le giornate a chiederci come riempire il nostro tempo libero.

Mentre emergiamo da quello che è stato l’anno più travagliato e tragico che io ricordi, mi chiedo: un piccolo aspetto positivo delle sfide aziendali che siamo stato costretti ad affrontare potrebbe essere il modo in cui, d’ora in avanti, useremo la tecnologia per vivere e lavorare?

Il passaggio rapido e forzato al lavoro da casa è stato, per un’ampia percentuale di lavoratori, uno shock stressante per il sistema, che ha turbato la vita di molte famiglie e lavoratori. Man mano che la situazione si è stabilizzata, alcuni cambiamenti hanno avuto un impatto interessante sul work-life balance.

Nel mio ruolo di manager, ho dovuto imparare a rimanere in contatto, a comunicare in modo diverso con il mio team (tra lavoratori chiave in azienda e altri colleghi che lavorano da casa), ma tutti ci siamo adattati. Abbiamo anche dovuto imparare a fidarci di più l’uno dell’altro. Molti hanno dovuto cambiare la loro giornata lavorativa, ad esempio adattandosi a lavorare con i bambini a casa. Tutti abbiamo trovato nuovi modi di lavorare adatti alle nostre personali circostanze. Alcuni iniziano la giornata prima e si prendono poi, nell’arco della giornata, del tempo da dedicare alla famiglia o per il proprio benessere personale, come ad esempio l’esercizio fisico. Ad altri piace invece lavorare più tardi, quando le distrazioni legate alla gestione famigliare si sono risolte. La chiave, ho notato, sta nell’assicurarsi che tutti abbiano un brief chiaro e lasciare che svolgano i loro compiti nel modo che meglio gli si adatta.

I meeting (anche se un po’ caotici nella prima fase di riorganizzazione) sono diventati meno frequenti, più brevi ed efficaci; i viaggi internazionali, che prima erano consuetudine sia per riunioni interne che per incontrare i clienti, sono stati quasi eliminati. Perché passavamo due giorni in viaggio per una riunione di due ore che avremmo potuto tenere in videochiamata?

Gli eventi di settore sono diventati digitali: di recente abbiamo tenuto il nostro primo Panasonic TOUGHBOOK Innovation Forum in modo interamente virtuale. Ero preoccupato dell’impatto che il cambiamento da fisico a virtuale avrebbe avuto sulla partecipazione, ma è stata una vera rivelazione. Sono aumentati i partecipanti e le sessioni a cui hanno partecipato, sentendosi più liberi di entrare e uscire dagli incontri come desideravano. Il feedback in questo caso è stato incredibilmente incoraggiante e il costo dell’evento, in termini di tempo e investimenti, si è rivelato notevolmente inferiore.

Non sto ovviamente suggerendo che non si lavorerà più in ufficio, non ci si sposterà per andare a un evento di settore o per incontrare i clienti di persona. Se non altro in questo momento sarebbe un cambiamento rigenerante, ma penso che ormai questa abitudine sia andata persa.

Questi cambiamenti forzati nel nostro comportamento (e indubbiamente ce ne saranno altri che ancora non abbiamo identificato) ci hanno fatto dubitare del perché continuiamo a svolgere le nostre attività nella stessa vecchia maniera. La tecnologia per organizzare riunioni virtuali esisteva ben prima della pandemia, ma la usavamo raramente. Adesso ci rendiamo conto che funziona, è relativamente facile da implementare e veloce da apprendere. Non è un sostituto perfetto, ma rappresenta un’alternativa perfettamente adeguata nella maggior parte dei casi.

I risultati di un migliore utilizzo della tecnologia sono il risparmio di tempo e i benefici a livello ambientale, grazie alla riduzione di viaggi in aereo, treno e auto. Il mio sospetto è che il mancato incremento di produttività economica riscontrato nei nostri ultimi progressi tecnologici, non fosse dovuto dovuto a problemi con la tecnologia stessa, ma alla riluttanza delle aziende e dei loro manager a voler cambiare il modo tradizionale di lavorare.

Forse ora saremo più aperti a sfruttare tutti i vantaggi che il progresso tecnologico ci offre. Forse potremo migliorare il nostro equilibrio tra lavoro e vita privata, aumentare la produttività nel modo in cui immaginavamo oltre a garantire un futuro più sostenibile. Mi torna in mente la frase: “The future is made, not discovered, and yet we are constantly confounded by the future as it becomes the present”. Con l’inizio del 2021 spero che inizieremo a utilizzare maggiormente la tecnologia per plasmare il nostro futuro in modo positivo attraverso il modo in cui lavoriamo e viviamo.

Articolo a firma di Kevin Jones, Managing Director di Panasonic Mobile Solutions Business Europe