Il cambio di paradigma non può essere improvvisato: servono investimenti e programmazione. E soprattutto, ad oggi, la consegna al passo coi tempi è garantita solo nel food delivery: mancano i servizi generalisti. Se vogliono competere con Amazon, i grandi player hanno bisogno di partner capaci di crescere e adattarsi alle esigenze di mercato

Per stare sul mercato nessuno può pensare di prescindere dal digitale e dalla vendita online. Ma non è sufficiente. Oggi, la vera battaglia per la conquista dei clienti si gioca sulla capacità di fornire un servizio prime di assoluta efficienza. Un servizio capace di rispondere alle esigenze dei consumatori in tempo reale. Che possa garantire una consegna programmata senza alcun ritardo, ma che sia anche in grado di gestire ordini in giornata o in poche ore. Per farlo servono idee chiare e investimenti di medio periodo: infatti la partenza da zero può nascondere implicazioni e diverse incognite non facilmente prevedibili.

Le sirene del mercato

Amazon ha in qualche modo dettato le regole del gioco, abituando i consumatori a un servizio che è diventato un benchmark da raggiungere per tutti i competitor. Gli stessi che spesso si trovano spiazzati per non avere costruito una catena distributiva completa. D’altra parte, si spiega anche così l’accelerazione degli investimenti nel settore Food&Grocery con player come GorillasEverli e Getir: la prima ha chiuso un round di finanziamento da un miliardo di dollari con una capitalizzazione – secondo Bloomberg – di circa sei miliardi, la seconda ha da poco raccolto altri 100 milioni di dollari per spingere le consegne online mentre l’ultima ha raccolto circa 1.1 miliardi di capitale arrivando a una valutazione da 7.5 miliardi. Tutte queste realtà si impegnano a consegnare la spesa a casa dei clienti in pochi minuti e in giornata.

Sono valutazioni enormi, frutto delle nuove esigenze dei clienti e probabilmente alimentate anche dalla pandemia che ha accelerato la transizione digitale. Ma si tratta ancora di realtà per lo più legate al mondo del Food o a segmenti di mercato molto verticali. La sfida da vincere è quella di offrire un servizio generalista completo che accompagni negozi e brand, dai magazzini ai consumatori finali, nel minor tempo possibile. Senza distinzioni di prodotto o merce. Se per i grandi e-commerce è un’esigenza di mercato, per gli operatori della logistica è fondamentale per essere sostenibili ed efficienti nel lungo periodo. Non solo: è cruciale per attrarre capitali freschi a sostegno della crescita.

L’importanza della filiera

Chi parte oggi scommettendo solo sull’ultimo miglio, o sulle consegne rapide in aree molto limitate, deve essere in grado di saper quotare gli investimenti necessari a costruire una piattaforma logistica di primo livello. La sfida è quella di riuscire a creare un modello di business in cui è cruciale porre al centro l’efficienza del servizio ma anche la sostenibilità nel medio e lungo termine. Per questo, per essere davvero competitivi e in grado di fornire servizi prime è fondamentale potersi appoggiare a un’infrastruttura solida, capace di adattarsi alle evoluzioni del mercato senza inseguirle. Ma guidandole. Se è vero che c’è un buco sul mercato perché mancano strutture complete, è altrettanto vero che i volumi vanno cercati alla fonte, con l’obiettivo poi di sviluppare nel modo più capillare possibile la presenza sul territorio. E con la consapevolezza che – soprattutto nelle fasi iniziali dell’attività – si debba puntare sulle aree dove si concentra la domanda.

La copertura dell’ultimo miglio deve essere un servizio premium offerto al cliente che completa la logistica tradizionale, la cui filiera è composta generalmente dal trasporto overseas (mare – aereo); dall’arrivo delle merci in Europa in cui avviene lo sdoganamento, lo stoccaggio, il picking and packing; ed infine dalla ridistribuzione sul territorio europeo door to door (da magazzino a magazzino) via terra. E da qui fino alla consegna al cliente finale, possibilmente con soluzioni innovative.

Di Federico Pozzi Chiesa, Founder di Supernova Hub e Sendabox, CEO di Italmondo