L’azienda italiana realizza progetti innovativi e offre piattaforme cloud standardizzate basate su software Open Source

open source - sourcesense

L’Open Source costituisce un tassello fondamentale per il business delle imprese italiane tanto che, secondo una ricerca Nextvalue, il 73% delle organizzazioni del Belpaese utilizza soluzioni basate su software libero da vincoli di copyright. Visto l’importanza dell’Open Source abbiamo intervistato Marco Bruni, amministratore delegato e presidente di Sourcesense, azienda italiana che è attiva nella contribuzione e che lo utilizza nelle proprie soluzioni destinate al mercato enterprise sia tailor made per specifiche esigenze verticali che come piattaforme cloud disponibili in modalità SaaS.

Perché’ l’open source può portare dei vantaggi alle imprese?

L’open source è sinonimo di innovazione. Grazie all’esistenza di migliaia di progetti disponibili per tutti, questo paradigma basato su software liberi permette a milioni di sviluppatori facenti parte delle varie comunità mondiali di poter accedere a componenti già realizzate ed utilizzarle al fine di creare nuove soluzioni o miglioramenti ed integrazioni per applicazioni già esistenti. Negli anni questo movimento ha generato una costante innovazione ad una velocità che ormai nessuna singola azienda riesce a sostenere in autonomia e questo permette anche alle piccole realtà di poter accedere a tecnologie di ultima generazione, impossibili da creare singolarmente in-house. Tra le migliaia di progetti disponibili bisogna saper scegliere quelli utili al contesto di riferimento e saperli combinare per ottenere i risultati attesi.

In questo contesto quale è l’obiettivo di Sourcesense?

Sourcesense è nata con l’obiettivo di portare tecnologie Open source sul mercato enterprise ed usarle per creare piattaforme e soluzioni pensate per migliorare l’efficienza delle aziende e renderle più competitive. Tra le più recenti piattaforme offerte da Sourcesense ci sono Joyce e Vessel oltre ai più consolidati servizi su tecnologia Atlassian quali Care ed i plug-in.

Cosa è Joyce?

Si tratta di un data hub cloud native che consente di connettere diverse sorgenti di dati e renderle fruibili in maniera rapida e sicura. Joyce costituisce pertanto il fondamento ideale per la realizzazione di servizi di nuova generazione ed applicazioni. Joyce è stata progettata inoltre per risolvere i problemi di integrazione tra sistemi di back-end e prodotti digitali, mentre l’architettura event-driven garantisce scalabilità necessaria per il contesto attuale. Non solo: il data hub è in grado di abilitare l’offloading di sistemi legacy permettendo alle aziende di risparmiare molto tempo nella gestione dei dati e conseguentemente destinare risorse su altre attività.

Quali sono le caratteristiche di Vessel?

Vessel è una piattaforma che ha l’obiettivo di semplificare la gestione e l’utilizzo di cluster Kubernetes. In particolare, grazie alla sua architettura aperta ed estendibile, è in grado di integrare strumenti diversi, sia standard che custom, per verificare e monitorare real-time le piattaforme applicative operanti sui cluster Kubernetes, includendo in questo anche i security scan, le anomalie di configurazione e le vulnerabilità, il tutto grazie ad una dashboard di facile utilizzo e molto intuitiva. Vessel può essere utilizzato stand-alone sia all’interno di un cluster Kubernetes, anche in modalità federata, usando Helm chart che come operator e si presta a fornire un punto unico di accesso ai team di supporto specialistico DevOps on demand che analizzano gli eventi, identificano le problematiche e propongono azioni di miglioramento.

Cosa è Atlassian Care?

Disponibile in tre piani differenti, Atlassian Care è un servizio concepito per semplificare la vita delle imprese nella definizione e nella gestione dei propri flussi operativi basati sulle soluzioni Atlassian (Jira, Confluence, Bitbucket, Bamboo, …) dedicate all’application lifecycle e, più in generale, a qualunque processo aziendale. Gli esperti di Sourcesense accompagnano i propri clienti dal disegno dei flussi, alla configurazione dei permessi, all’erogazione delle istanze, al monitoraggio delle performance con l’obiettivo di adattare al meglio la tecnologia alle loro esigenze senza distrazioni, in sicurezza ed efficienza.

Cosa sono gli Atlassian Plugin?

Sono veri e propri prodotti commmercializzati sul marketplace digitale di Atlassian. Si tratta di estensioni, frutto dell’esperienza pluriennale di Sourcesense ed industrializzate per renderle fruibili in autonomia, indirizzate a risolvere specifiche problematiche verticali e facilmente scaricabili per completare il funzionamento delle piattaforme Atlassian.

Marco BruniA quali realtà vi rivolgete?

Sourcesense è focalizzata soltanto sulle imprese di classe enterprise. Attualmente l’azienda ha oltre 120 clienti di cui 80 in Italia e il restante locato in UK e USA. L’offerta innovativa di tipo prettamente tecnologico è rivolta ad una clientela variegata presente in tutti settori di mercato (telco, media, finance, insurance, luxury, gaming, …).

Quanto investite in innovazione?

Sourcesense investe ogni anno circa il 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. In particolare l’azienda si concentra sull’industrializzazione di piattaforme basate su tecnologie open source emergenti, affidabili e sicure attraverso uno scouting continuo di componenti Open Source ed applicando metodologie e pratiche all’avanguardia. Parte di questa attività è finalizzata anche alla contribuzione su progetti Open Source comunitari e/o nuovi con il fine ultimo di portare valore alle imprese.

Quali sono le peculiarità che contraddistinguono Sourcesense dai competitor?

La focalizzazione sull’innovazione con l’obiettivo di anticipare le tendenze del mercato e l’utilizzo dell’Open Source con il fine di proporre piattaforme cloud native performanti e resilienti che garantiscano a chi le adotta una forte indipendenza tecnologica.

La forte specializzazione costituisce la base fondante di collaborazioni puntuali (RTI) con i system integrator generalisti e finalizzate ad affidamenti di commesse di grandi dimensioni. Invece l’ampiezza della linea di offerta ci distingue da altri player di mercato di piccole dimensioni con offerta specializzata sull’Open Source.

Un altro elemento distintivo riguarda le collaborazioni che Sourcesense ha avviato con la rete di Partner internazionali di tecnologia che ha anche una valenza di marketing e di riconoscibilità sul mercato in cui operiamo.

Chi sono e perché sono importanti?

Abbiamo stretto alleanze con i più importanti vendor del mondo Open Source in modo da poter lavorare assieme per offrire alle aziende soluzioni innovative, integrate e supportate. Collaboriamo con Atlassian, Hashicorp, MongoDB, Red Hat, Alfresco, Cloudera e Liferay.

Per il 2022 avete in serbo qualche novità?

Siamo costantemente impegnati nell’ottimizzazione delle soluzioni già lanciate sul mercato e al tempo stesso continuiamo a realizzare nuove piattaforme. Nel prossimo futuro sarà resa disponibile un’evoluzione di Joyce dedicata alla transizione verso il Data Mesh.

In ottica di sostenibilità avete avviato qualche iniziativa?

Daremo ulteriore impulso alla scelta che ci ha portato nel 2020 a aderire all’UN Global Compact Network e pubblicheremo il nostro primo bilancio di sostenibilità nel quale ci impegniamo a formalizzare il nostro approccio nei confronti delle sfide ESG. Tra le iniziative adottate sono motivo di soddisfazione quelle di carattere ambientale quali una politica di approvvigionamento per ridurre i rifiuti, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ma anche l’assegnazione ai dipendenti di sole auto elettriche o ibride oltre che la concessione di punti di ricarica gratuita per le auto e i monopattini.