Il provider di servizi di web hosting, in occasione del mese europeo per la sicurezza informatica, lancia una serie di best practice per la sicurezza online di imprese e professionisti.

mese europeo della sicurezza informatica

Ottobre è il “mese europeo della sicurezza informatica”, un appuntamento organizzato da Enisa, l’agenzia europea per la sicurezza delle informazioni, arrivato quest’anno alla nona edizione. L’iniziativa vuole essere l’occasione per promuovere comportamenti responsabili nel mondo digitale. Per questa nuova edizione, GoDaddy, l’azienda che supporta gli imprenditori di tutti i giorni fornendo gli strumenti necessari per avere successo online, lancia una serie di best practice per rendere più sicuro la vita online dei piccoli imprenditori.

L’Italia negli ultimi mesi è stata presa di mira da un gran numero di attacchi informatici. Secondo dati della società Verizon gli attacchi di phishing e ransomware sono aumentati rispettivamente dell’11% e del 6%, durante la pandemia di Covid-19, soprattutto a causa del telelavoro che ha costretto molti impiegati a lavorare al di fuori del perimetro aziendale, senza adeguate protezioni di cybersicurezza.

Sebbene secondo l’ultimo Osservatorio Piccole Imprese di GoDaddy, l’80% delle PMI attribuisca una grande rilevanza al tema della cybersecurity, sono ancora molti i comportamenti errati e la poca accortezza da parte delle persone sul tema della sicurezza informatica. Proprio per sensibilizzarle, in occasione del mese europeo della sicurezza informatica, GoDaddy offre una serie di suggerimenti su come padroneggiare al meglio gli strumenti digitali e garantire un buon livello di protezione.

Uno dei punti più vulnerabili sfruttati da cybercriminali resta la password, nonostante sia nota l’importanza di utilizzare password forti con una serie di caratteristiche e la necessità di cambiarle spesso. Eppure, oltre 2 milioni e 500 mila persone a livello globale pensano di proteggersi usando la sequenza 123456 o la famigerata parola password per ben 360 mila volte. Queste le cinque password più utilizzate al mondo nel 2020:

  • 123456: utilizzata 2.543.285 volte
  • 123456789: usata 961.435 volte
  • picture1: utilizzata 371.612 volte
  • password: usata 360.467 volte
  • 12345678, usata 322.187 volte

Quattro delle password appena elencate richiedono meno di un secondo per essere violate. L’unica eccezione è rappresentata da picture1 che richiede circa 3 ore di tempo perché composta sia da lettere che da un numero.

Oltre la password esistono una moltitudine di azioni da poter mettere in campo per massimizzare la sicurezza informatica della propria azienda, a partire dall’utilizzo di moderne soluzioni di antivirus. Tra le più fondamentali che GoDaddy consiglia in occasione del mese europeo della sicurezza informatica, è di attivare un backup automatico su cloud di tutti i documenti in esso contenuti, ed aggiornare costantemente il proprio software antivirus. Esiste, ad esempio, un servizio di monitoraggio, che permette di bloccare in maniera preventiva eventuali intrusioni e un criptaggio HTTPS del proprio sito.

Secondo i dati dell’Osservatorio Piccole Imprese 2021 di GoDaddy, nell’ultimo anno, complice anche un aumento degli attacchi informatici, si è assistito ad un incremento nell’utilizzo di sistemi antivirus da parte delle piccole imprese italiane. Si stima infatti che il 63% del campione analizzato ne faccia uso. Se da una parte questo dato rappresenta un buon livello considerata la bassa percezione del rischio informatico nel nostro Paese, dall’altra lascia ancora spazio a margini di miglioramento se comparato ad esempio al 77% di utilizzo che ne fanno le aziende tedesche.

Sempre secondo l’Osservatorio GoDaddy, il 41% delle imprese analizzate utilizza dei Firewall per la protezione dei propri dispositivi informatici, di poco sopra alle imprese francesi e spagnole, entrambe al 39%, ma ancora con margini di miglioramento se paragonate alle piccole imprese tedesche che si attestano al 54%.

Durante il mese europeo della sicurezza informatica è oltretutto importate ricordare che, oltre a garantire un alto livello di sicurezza del proprio web site, è importante proteggere anche il traffico da e verso il proprio sito web, e per questo GoDaddy consiglia soluzioni SSL (Secure Sockets Layer) che garantiscono la piena sicurezza della connessione Internet mediante crittografia, e protegge i dati scambiati tra l’utente ed il sito web.

In Italia l’adozione di soluzioni di crittografia da parte delle piccole imprese è ancora bassa, con solo il 18% del campione analizzato che lo utilizza, a confronto la Germania che primeggia con quasi 20 punti percentuali in più (37%).

La formazione resta lo strumento principale da mettere in campo contro le possibili intrusioni informatiche. A tale scopo GoDaddy, in vista del mese europeo della sicurezza informatica, ha avviato la School of Digital, un ciclo di lezioni gratuite nate con lo scopo di aiutare gli imprenditori e le piccole imprese a utilizzare il digitale in maniera più strategica e sicura.

Vivere in un mondo iperconnesso comporta naturalmente essere esposti ad un numero sempre più elevato di minacce informatiche. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Clusit, in Italia avvengono attacchi gravi ogni 5 ore, e parliamo solo di quelli di cui siamo a conoscenza. Nella nostra recente indagine abbiano tuttavia notato una maggior adozione di questi strumenti da parte delle piccole imprese nostrane, con più della metà delle imprese analizzate che utilizzano soluzioni antivirus”, spiega Gianluca Stamerra, Senior Director, Southern Europe di GoDaddy. “In qualità di azienda che si muove nel mondo digital, uno dei nostri obiettivi è fornire massima sicurezza ai nostri clienti, non solo attraverso i servizi offerti, ma anche con la formazione, l’arma più importante da utilizzare contro questi criminali. Sensibilizzare i cittadini su questi temi, spiegando loro come ogni azione della nostra vita quotidiana, dall’utilizzo del cellulare alla presenza sui social network, può avere ripercussioni in termini di sicurezza, deve essere una priorità per le società che come noi lavorano con il digitale”.