L’analisi post Covid-19 evidenzia come le conseguenze della pandemia preoccupino non solo a livello sanitario, ma anche dal punto di vista economico e finanziario con importanti ripercussioni in ambito IT.

IT Manager
IT Manager

In questo contesto, si comprende il ruolo chiave dei responsabili IT. Infatti, essi dovranno prendere decisioni che potrebbero influenzare pesantemente la stabilità e la resilienza delle imprese nei prossimi anni. Il mercato si sta adeguando alle mutate condizioni e gli IT manager devono essere in grado di effettuare investimenti non rischiosi e che non impattino negativamente sull’azienda.

Ciò vale soprattutto per i sistemi di storage già acquistati, in quanto spesso è più complesso riutilizzare la capacità di archiviazione rispetto alle risorse computazionali.

In questo scenario, per le aziende è indispensabile evitare di disperdere risorse nell’acquisto di infrastrutture e valutare gli investimenti nella tecnologia, considerando ciò che deve essere mantenuto in locale e ciò che può essere trasferito in cloud oltre ad una gestione strategica degli acquisti. Il tema della revisione degli approvvigionamenti è il principale cruccio degli IT manager che devono essere in grado di assicurare la continuità aziendale e la possibilità di dare il via a nuovi progetti. I nuovi investimenti dovranno essere pochi, ma strategici all’interno di un piano ben studiato, al fine di garantire il massimo rendimento per l’azienda.

Ma quali sono i pro e i contro di questa situazione?

1: Evitare ingenti costi iniziali

Il rischio di effettuare piccoli acquisti in modo tattico e di utilizzare un numero sempre maggiore di servizi o applicazioni cloud è quello di creare silos di dati isolati, determinando un rallentamento nel reperimento delle informazioni e nella comunicazione aziendale.

 

2: Evitare impegni a lungo termine

Adottare questo approccio può portare le aziende a spostare più risorse in cloud. Ciò consentirà maggiore agilità, ripartendo i costi in un periodo di tempo più lungo. Tale scelta, tuttavia, peserà di più sui costi aziendali, poiché i servizi cloud sono estremamente gravosi. Inoltre, obbligherà l’organizzazione a optare per spese OpEx (operative e di gestione) più pesanti nel tempo: i costi CapEx del cloud pubblico, infatti, non possono essere rivisti al ribasso.

Il CFO di Zoom è diventata famosa per aver dichiarato apertamente di voler frenare le spese del cloud, investendo nel proprio data center o nell’infrastruttura di colocation dell’azienda. Questa dichiarazione è conseguente ad un periodo di rapida crescita reattiva, durante la quale si è ritenuto che la rotta “più veloce” di Zoom verso una maggiore capacità, fosse l’acquisizione di servizi aggiuntivi a un prezzo complessivo più elevato.

 

3: Ridurre tutti i costi possibili

Questa strategia è rischiosa, perché tiene conto solo delle esigenze operative contingenti e a breve termine, senza prendere in considerazione le possibili evoluzioni future.

Tuttavia, per un team esperto, ciò potrebbe anche rappresentare l’occasione ideale per presentarsi sul mercato in modo proattivo, al fine di rivedere fornitori e offerte.

 

4: Evitare acquisti discrezionali

Sebbene evitare acquisti discrezionali possa sembrare sensato dal punto di vista commerciale, spesso questo si traduce in un livello di investimento davvero minimo, frutto di una scorretta valutazione.

I costi nascosti, di solito, aumentano il TCO effettivo, quando le funzionalità critiche vengono considerate un “nice to have”.

5: Evitare rischi controllabili

Quando si considerano le carenze di competenze sul mercato, il rischio controllabile può influire sulla volontà di cambiare fornitore, portando ad effettuare scelte dettate dall’inerzia. Questo, però, oltre ad una riduzione del personale IT, può causare una diminuzione della produttività per l’azienda.

Esistono, tuttavia, alternative che consentono di reagire e controllare il rischio, garantendo al contempo l’agilità e un controllo dei costi.

Dal punto di vista di Infinidat, i modelli di consumo flessibili on-premises rappresentano una soluzione molto valida. Il vantaggio immediato è che i clienti non devono pagare la “tassa sul cloud”, a seguito del picco dei carichi di lavoro. Inoltre, si possono rapidamente rimuovere i costi associati di distribuzione su più cloud. Altrettanto interessante è il fatto che ulteriori processi di approvvigionamento sono minimi poiché il sistema è già in situ e, qualora necessario, è sufficiente richiedere la riduzione della capacità aggiuntiva.

Per garantire che le aziende traggano un vantaggio a lungo termine, i manager IT devono, dunque, riuscire ad ottimizzare i costi dalla propria infrastruttura, concentrandosi sulla riduzione di storage e garantendo contestualmente un risparmio a lungo termine, grazie ad una maggiore automazione e una più alta efficienza operativa. Anziché pianificare in anticipo la capacità di acquistare, è necessario affidarsi a fornitori di storage che offrano la massima flessibilità, usando CapEx o OpEx, a seconda delle preferenze.