Il “dilemma dell’innovatore” mette in evidenza i problemi posti a qualsiasi azienda che voglia innovare, ma nello scenario attuale si sta sempre più affermando la modernizzazione dei processi di integrazione.

dilemma dell'innovatore
dilemma dell'innovatore

L’affermarsi del digitale ha spinto anche le aziende più scettiche ad accelerare la propria modernizzazione applicativa.

Tale accelerazione ha portato ad una consapevolezza diffusa, che però spesso incontra quello che il Professor Clayton M. Christensen ha definito “il dilemma dell’innovatore“, teorizzato nel libro “The Innovator’s Dilemma: When New Technologies Cause Great Firms to Fail“.

Il “dilemma dell’innovatore” mette in evidenza la difficile scelta che si pone a qualsiasi azienda che voglia innovare: in che modo dedicare risorse finanziarie e umane a tecnologie innovative che sono diventate fondamentali per stare al passo con la concorrenza da un lato e garantire la continuità di un’attività ben avviata dall’altro?

Questo dilemma è ancora più complesso nell’IT, tanto che esiste il cosiddetto “debito tecnico”, un concetto relativo allo sviluppo del software e al suo impatto sull’azienda, che dobbiamo all’informatico americano Ward Cunningham: “Il debito tecnico è il lavoro che deve essere ancora fatto per poter considerare totalmente completata una singola attività di sviluppo. Quando si inizia una modifica a un progetto di sviluppo software, spesso devono essere apportati cambiamenti in altre parti di codice”.

Le competenze messe in campo e i budget impegnati vengono, quindi, monopolizzati a scapito dell’innovazione.

Come risolvere questo dilemma? Come ridurre il debito tecnico senza rivedere le fondamenta del sistema informativo e rischiare un sovraccarico?

Spesa IT: verso un nuovo paradigma?


Tradizionalmente, le organizzazioni hanno speso tra il 70% e l’80% del loro budget IT per la manutenzione operativa. Tuttavia, secondo i CIO che abbiamo intervistato in Europa ed Asia, in una recente ricerca, questa cifra, ad oggi, si aggira intorno al 35%, permettendo di liberare risorse per la modernizzazione e l’innovazione.

 Le grandi aziende affrontano la modernizzazione delle applicazioni

I sistemi ERP (Enterprise Resource Planning), cuore applicativo della maggior parte delle aziende, hanno ricevuto ingenti investimenti negli anni. Si è, inoltre, sviluppato un ampio ecosistema di processi ed applicazioni che, sempre più spesso, ha purtroppo reso l’evoluzione complessa e faticosa.

Per questi sistemi ERP, basati su ambienti IT ibridi e/o tecnologie legacy, la portata ed i rischi legati al processo di modernizzazione preoccupano i decisori.

Gli utenti si trovano quindi ad affrontare il dilemma tra investire in soluzioni ERP cloud, per stare al passo con la concorrenza, o rimandare l’inevitabile trasformazione a un momento successivo. Il cosiddetto “dilemma dell’innovatore”.

Le aziende interpellate affermano che gli sviluppi nei prossimi 12 mesi si svolgeranno nel cloud e il 56% ritiene che, tra un anno, il loro intero ERP sarà in cloud.

Nessuna modernizzazione delle applicazioni è possibile senza la modernizzazione della loro integrazione

 La maggior parte delle aziende ritiene che la modernizzazione di un sistema informativo non possa essere effettuata senza modernizzare i processi di integrazione.

Un ERP, ad esempio, deve essere in grado di operare in ambienti IT ibridi che combinano il cloud e l’on-premise e di ricevere dati da una grande varietà di fonti e dispositivi (es. IoT, Edge, Mobile). Infatti, proprio qui entra in gioco il concetto di capacità di integrazione di tutto l’ecosistema digitale di un’azienda.

La mancanza di integrazione, per il 51% delle aziende rappresenta addirittura il principale vincolo all’evoluzione.

Per superare queste difficoltà, le aziende si stanno già orientando verso l’adozione di strumenti moderni come l’iPaaS (Integration Platform as-a-Service), spesso da affiancare (e in alcuni casi anche a sostituire sul medio/lungo termine) agli attuali sistemi ESB (Enterprise Service Bus).

Queste piattaforme iPaaS sono inizialmente utilizzate per casi d’uso: progettazione e diffusione su larga scala delle API (per il 23%), miglioramento dell’attività di una rete di partner (per il 19%) e sincronizzazione di dati in tutta l’azienda per accrescere il business.

In conclusione, analizzando lo scenario attuale appare evidente come i decisori IT stiano convergendo verso un’idea che sta progressivamente guadagnando terreno in tutte le aziende: la modernizzazione dei processi di integrazione.