Nei settori industriale e manifatturiero, le aziende utilizzano più applicazioni e sistemi per le diverse attività di business, questo purtroppo significa avere molti dati sparsi su varie piattaforme e non organizzati. Una situazione confermata anche dal MuleSoft Connectivity Benchmark Report (pubblicato nel febbraio 2022) che vede la maggior parte delle imprese utilizzare mediamente 976 applicazioni diverse, ma connesse tra loro solo nel 29% dei casi. Questa mancanza di collegamento tra la rete di applicazioni, i processi e i reparti può portare a inefficienze operative che influiscono negativamente sulla crescita e sulla stabilità del business. Ecco che diventa importante disporre di una soluzione di data integration. Ma perché?
In un ambiente aziendale in cui il volume dei dati cresce rapidamente e per questo motivo, disporre di una piattaforma di integrazione unificata, diventa fondamentale. Infatti, mentre i clienti sono alla ricerca di esperienze connesse e integrate, i dipendenti necessitano sempre più di un’unica fonte di informazioni per gestire progetti di gruppo e individuali. In un’ottica di modernizzazione dei sistemi, l’integrazione è la soluzione ottimale per le aziende che vogliono essere competitive, perché garantisce la continuità della user experience grazie alla disponibilità costante dei dati.
Secondo il rapporto di MuleSoft, le aziende che hanno già implementato la data integration in una strategia di trasformazione digitale hanno migliorato le performance aziendali coinvolgendo ulteriormente i clienti (54%), aumentando il ROI (48%), implementando tecniche di automazione (45%) e dando maggiore visibilità delle operations (54%). Inoltre, il 40% delle organizzazioni ha affermato di aver registrato una crescita del fatturato derivante dall’utilizzo di API.
Orchestrazione e microservizi
Collegare tutti i sistemi aziendali in una soluzione di data integration è stato per molto tempo un obiettivo difficile da raggiungere, soprattutto perché implica un nuovo approccio, più moderno e integrato.
Le applicazioni possono essere progettate in blocchi funzionali e, grazie all’orchestrazione, connettersi tra loro in modo più flessibile per essere più scalabili e resilienti. Per raggiungere questo livello di orchestrazione, le aziende devono investire nello sviluppo di un’architettura basata su microservizi, focalizzata sulla creazione di risorse riutilizzabili e sulla composizione di una rete flessibile, pronta a scalare quando necessario. Si rende quindi necessario rivedere le classiche modalità di integrazione che negli anni molte realtà aziendali hanno adottato, concentrandosi sull’arrivare a un risultando semplicemente “congiungendo i fili”, costruendo così una matassa ingarbugliata di connessioni non riutilizzabili e difficilmente manutenibili.
Il vantaggio di questo tipo di architettura è quello di poter utilizzare i servizi per integrare i sistemi mission-critical o legacy che sono difficilmente sostituibili. Le applicazioni e i device possono, in questo modo, ottenere una nuova vita e nuove funzionalità fruibili da tutta l’azienda. Un altro aspetto positivo dei microservizi è legato all’aumento dell’agilità aziendale. Ciò può essere particolarmente importante per i moderni dipartimenti IT, dove i team lavorano duramente ogni giorno per cercare di soddisfare le varie esigenze del business. Piuttosto che implementare nuove e dispendiose integrazioni point-to-point, è possibile sostituirle con microservizi basati su API. In questo modo si creano API e asset riutilizzabili che, grazie a una semplice composizione, possono essere facilmente inseriti, gestiti, monitorati e protetti.
Uno dei benefici spesso trascurati dell’adozione dell’approccio basato su microservizi è l’impatto sulla mole di lavoro di un team IT, rendendo più rapida l’implementazione di nuovi servizi e riducendo l’IT Delivery Gap. Questo porta a un’effettiva diminuzione dei costi per l’azienda e un’ottimizzazione delle risorse IT, che possono quindi dedicarsi ad attività a più alto valore aggiunto.
Significativo è l’esempio di Bucci, azienda del settore delle automazioni, della robotica industriale e dei nuovi materiali compositi avanzati che, riorganizzando la propria infrastruttura adottando una soluzione di data integration, ha potuto implementare numerosi servizi riutilizzabili in grado di potenziare i sistemi del gruppo. Introducendo un approccio API-led connectivity si è facilitato lo scambio dati tra i sistemi e la scalabilità dei servizi, sia batch che real-time, raggiungendo nuovi obiettivi e funzionalità, grazie ai dati a disposizione.
In conclusione, utilizzando le API e i servizi web, si creano dei building block riutilizzabili che possono essere aggiunti alle integrazioni o uniti tra loro per aumentare velocemente l’efficienza operativa e l’agilità aziendale.
di Francesco Andronio, Solution Architect & MuleSoft Expert di Atlantic Technologies