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    Il comportamento dei “Millennials” mette a rischio la sicurezza dei sistemi federali

    Di Laura Del Rosario30 Ottobre 2016Lettura 3 Min
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    Un’’indagine sulla crescente forza lavoro del nuovo millennio rivela una generazione più propensa alla produttività digitale che alla cautela

    Forcepoint, azienda nella sicurezza informatica, ha rilasciato i risultati di una ricerca che spiega come i componenti della generazione lavorativa del nuovo millennio, ossia i nati tra il 1977 e il 1994, utilizzino la tecnologia e rivela come il loro comportamento – se non correttamente gestito – potrebbe compromettere in modo significativo la sicurezza dei sistemi informatici del governo federale degli Stati Uniti. La ricerca mostra come sia necessaria un’azione rapida per evitare un passaggio generazionale tale da ribaltare le attuali posizioni di sicurezza informatica delle agenzie federali, dato che centinaia di migliaia di baby boomer raggiungeranno l’età pensionabile nel prossimo anno.

    Lo studio di Forcepoint evidenzia una serie di atteggiamenti e comportamenti a rischio raccolti su oltre 670 intervistati. L’uso regolare proprio dei Millennials di Wi-Fi pubblico non protetto, la condivisione di password e la convinzione che la sicurezza informatica sia solamente responsabilità del reparto IT, generano per il governo sfide di sicurezza piuttosto urgenti da gestire.

    Abitudini della generazione del nuovo millennio

    I Millennials attualmente costituiscono circa il 25% dei dipendenti federali e rappresenteranno quasi il 75% della forza lavoro entro il 2025. Mentre i baby boomer sono più cauti on-line, i dati dell’indagine mostrano che i Millennials hanno maggiori probabilità di abbandonare la cautela per opportunismo digitale. I funzionari federali dei dipartimenti di cybersecurity affrontano oggi una forza lavoro di Millenials pensando che essi siano sufficientemente istruiti ed informati e ritenendo che essi siano consapevoli delle regole della sicurezza; tuttavia i dati del sondaggio rivelano che molti non adottano comportamenti sicuri quando si tratta di tecnologia, neppure sul posto di lavoro. Tra le risposte allarmanti raccolte ed esaminate nei risultati completi del sondaggio: molti Millennials utilizzano dispositivi personali sia per il lavoro che per il gioco, con quasi un quarto il download di file aziendali e applicazioni di terze parti sui dispositivi personali per aumentare la produttività senza averlo comunicato. Inoltre, mentre i Millennials affermano di utilizzare password complesse, emerge anche che spesso usano la stessa password per più sistemi e applicazioni e che le condividono con gli altri anche dopo aver personalmente sperimentato una violazione.

    La risposta dei Direttori della Sicurezza federali

    Posizionando le risposte dei Millennials in un contesto più ampio, Forcepoint ha esteso l’analisi anche ad un gruppo di responsabili della sicurezza federali intervistati individualmente su come si stanno adattando i loro sforzi per garantire la cybersecurity. I funzionari intervistati hanno riportato una vasta gamma di osservazioni e possibili modifiche che riflettono le tendenze dei Millenials, tra cui:

    • I responsabili affermano che i cambiamenti in corso riguardano principalmente una pianificazione flessibile e l’accesso alle informazioni su dispositivi mobili; nulla di nuovo è stato fatto nello specifico per affrontare i Millennials in arrivo in termini di protocollo di sicurezza e da un punto di vista del controllo
    • Le organizzazioni federali sono in gran parte propense ad apportare modifiche singolarmente, agenzia per agenzia, non in modo collaborativo
    • Questi passaggi includono programmi di sensibilizzazione alla sicurezza che enfatizzano una produttività sicura, che aiutano i dipendenti a riconoscere i rischi di eludere le policy o di non eseguire l’aggiornamento dei programmi BYOD con strumenti che consentono una maggiore visibilità attraverso il monitoraggio delle applicazioni e dei flussi di dati.
    cyber security Forcepoint Millenials
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    Laura Del Rosario

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