A cura di Jim Whitehurst, CEO di Red Hat
La trasformazione digitale non avviene da un giorno all’altro. Alle organizzazioni non è sufficiente premere un interruttore per diventare cloud-native. Piuttosto, devono riuscire a far coesistere l’infrastruttura di cui dispongono con loro piani futuri. Per questo motivo, siamo convinti che il futuro sia ibrido.
Di solito riserviamo il termine “ibrido” a qualcosa di rilevante solo per l’IT (pensiamo a “hybrid IT”, “hybrid cloud” e cose del genere), ma in realtà si tratta di un termine che vale per l’intera organizzazione. Le tecnologie ibride e aperte operano meglio se sono supportate da team aperti e culture altrettanto aperte. E più ci troviamo a parlare coi clienti, più li vediamo comprendere qualcosa che in realtà guida Red Hat fin dai nostri primi passi: un approccio open permette di sfruttare al meglio il potenziale del mondo. Via via, realizzano non solo che le tecnologie aperte sono ormai una scelta di default per le organizzazioni di tutto il mondo, ma anche che culture e metodologie altrettanto aperte stanno diventando procedure standard in molte delle realtà più innovative di oggi.
Così, man mano che queste organizzazioni implementano le loro strategie di trasformazione digitale, adottano anche pratiche e strumenti open, per identificare nuove fonti di valore, scoprire nuove modalità di servire i propri clienti e mantenere un ritmo spedito di innovazione. Soluzioni chiavi in mano e un approccio tradizionale non sono più adatte a rispondere alle sfide che si trovano ad affrontare.
Prendiamo il cloud, ad esempio. Il cloud ha un ruolo dominante nelle conversazioni che io stesso ho coi clienti. Ma le stesse conversazioni rivelano quanto questa sfida sia in realtà complessa. Sì, per molti nostri clienti il cloud è ormai una realtà – ma non tutti hanno già chiaro come ottenerne in concreto i benefici. E questo perché una vera strategia cloud è ben più che solamente “il cloud”; è legata all’infrastruttura necessaria a supportare e a far operare le applicazioni nel cloud. I clienti ci dicono che stanno passando ad ambienti multicloud, automatizzando i workload, sfruttando soluzioni software-defined storage, ed altro ancora – affrontando contemporaneamente la necessità stringente di innovare sempre più rapidamente, per mantenersi al passo di un cambiamento sempre più netto e veloce. Ed è per questo che Red Hat si è concentrata sullo sviluppo di un esteso portfolio con il cloud alla base.
Le nostre offerte container sono tra gli elementi di maggiore innovazione in questo portfolio. Già lo scorso anno avevo ammesso di essere rimasto sorpreso dalla velocità con cui le aziende clienti stavano adottando i container, con una tendenza che continua anche quest’anno. Piattaforme come Red Hat OpenShift Container Platform offrono alle organizzazioni una soluzione solida e basata su standard, per alimentare le attività di trasformazione digitale, aiutando le aziende ad adottare più rapidamente tecnologie emergenti come container Linux e Kubernetes, senza dove sacrificare le applicazioni esistenti e gli investimenti IT già effettuati.
Red Hat si trova in una posizione unica di vantaggio per poter supportare molti e diversi aspetti nella trasformazione di un’azienda. Progetti di questa portata fanno parte del nostro DNA. Per decenni, abbiamo aiutato aziende di ogni dimensione ad affrontare una simile sfida di migrazione: il passaggio da UNIX a Linux. Ora, siamo chiamati a ripeterci – stavolta, occupandoci di clienti e partner che intendono migrare verso il cloud, modernizzare la loro infrastruttura o automatizzare workload complessi.
Progetti di questa importanza – attività che richiedono sistemi ad elevate complessità, affidabilità e prestazioni – richiedono un partner in grado di trovare un equilibrio tra innovazione sperimentale e costanza operativa, che abbia chiaro il concetto di “ibrido” per l’intera organizzazione. Questo è Red Hat. Operiamo su due mondi, contemporaneamente. Lavoriamo con le aziende che intendono modificare I loro modelli di innovazione, ma anche con i nativi digitali che operano nelle community di sviluppo. Da questo posizionamento unico, discende la possibilità di aiutare i clienti ad anticipare le tendenze, analizzare le differenti possibilità e creare soluzioni che possano prepararli al successo di domani, senza limitarsi ad affrontare quello che trovano oggi.
Lo facciamo in modalità open source, riunendo network di partner differenti per creare le migliori soluzioni possibili. Da sempre, il nostro approccio incentrato sulle comunità ci distingue, ma sta diventando ancor più importante oggi, con la creazione condivisa sempre più importante rispetto al semplice utilizzo. Sempre più spesso, i clienti non ci chiedono di risolvere problemi per loro. Quello che ci chiedono è di risolvere problemi con loro. Non sono alla ricerca di un altro vendor che offra loro soluzioni pacchettizzate da usare. Vogliono un partner che operi insieme a loro, collaborando per affrontare insieme le questioni più pressanti e condividendo le pratiche migliori.
Questo tipo di collaborazione è alla base di tutto quello che facciamo. E’ quello che alimenta il nostro approccio di servizio nei confronti dei clienti, con l’obiettivo di aiutarli a raggiungere i loro obiettivi. Vediamo questo spirito lungo l’intera nostra offerta. Ad esempio, è uno dei motivi per cui abbiamo sviluppato i nostri Open Innovation Labs (e uno dei motivi del loro incredibile successo del 2018). I clienti ci riconoscono la capacità naturale di lavorare come loro stessi vorrebbero — in modo trasparente, inclusivo e assolutamente open. Si rivolgono a Red Hat perché sono interessati ad apportare alla loro cultura organizzativa quei cambiamenti profondi che renderanno possibile un futuro di successo.
Ed è un futuro che rimane aperto. Secondo The State of Enterprise Open Source: A Red Hat Report, una ricerca di mercato sponsorizzata da Red Hat che abbiamo rilasciato ad aprile, l’uso dell’open source a livello enterprise è aumentato nel 68% lo scorso anno. Il 53% degli intervistati che adottano soluzioni open source nella loro organizzazione lo fanno per modernizzare le loro infrastrutture IT, il 40% ne fa uso per DevOps. Chiaramente, una componente superiore del mondo aziendale ora guarda all’open source enterprise non solo come una robusta fonte di innovazione tecnologica, ma anche come uno standard per far crescere le organizzazioni del futuro. Ed è particolarmente appagante vedere come e in quanti modi Red Hat può contribuire all’evoluzione del mondo lungo questa prospettiva.